13 aprile 2019

LOTTA AL GIOCO ILLEGALE A CASERTA E PROVINCIA: 8 DENUNCIATI E 20 APPARECCHI DA GIOCO - TRA SLOT E TOTEM - SEQUESTRATI.


CASERTA - Sono 8 le persone denunciate alle competenti Procure della Repubblica e ben 20 le slot ed i totem per scommesse illegali sequestrati al termine di una serie di controlli messi in campo negli ultimi giorni dalle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Caserta nel quadro di un più ampio piano di interventi per la prevenzione e il contrasto del gioco illegale e della raccolta abusiva delle scommesse che ha visto all’opera numerose pattuglie dei Reparti che hanno eseguito mirati accessi presso sale giochi, bar ed agenzie per la raccolta delle scommesse al fine di verificare il corretto adempimento della normativa di settore.  In particolare, le attività condotte hanno consentito il rinvenimento nel retrobottega di un bar di Santa Maria la Fossa, sprovvisto di ogni autorizzazione e licenza per l’esercizio del gioco e delle scommesse, di 4 apparecchi da intrattenimento abusivi e scollegati alla rete dell’Agenzia Autonoma dei Monopoli di Stato. Nell’occasione, tra l’altro, venivano identificati e denunciati anche 2 clienti intenti a giocare. Scollegate alla rete erano anche le 11 slot sequestrate in una sala giochi di Mondragone. Una vera e propria sala abusiva con un notevole giro d’affari, che i finanzieri hanno cercato di quantificare applicando alle schede di gioco elettroniche di ciascun apparecchio un software dedicato in grado di ricostruire il volume delle giocate e le somme restituite sotto forma di vincite. E proprio sulla base dei dati restituiti dall’hardware di gioco verranno ora sottoposti a tassazione anche i proventi illeciti accumulati nel tempo dal gestore. Inoltre, presso una sala giochi di Castel Volturno, i militari hanno rilevato l’installazione di 3 postazioni attraverso le quali venivano effettuate scommesse on line con vincite in denaro su eventi sportivi per conto di bookmakers esteri privi della prescritta concessione dell’A.A.M.S.. Elevato l’importo delle scommesse effettuate nelle ultime settimane attraverso il conto di gioco, quantificate in oltre 37.000 euro. Sanzionati altresì altri punti vendita per irregolarità amministrative: per aver installato una slot senza le prescritte autorizzazioni dei Monopoli di Stato, per aver impiegato un lavoratore in nero e, in due casi, per violazioni delle norme che regolano gli abbonamenti per le radiodiffusioni in luoghi aperti al pubblico. Questi controlli, che periodicamente e frequentemente vengono pianificati dai Reparti territoriali della Guardia di Finanza, non solo servono a reprimere la consistente evasione di tutti i tributi connessi all’esercizio del gioco e delle scommesse, ma sono finalizzati anche a tutelare i giocatori dall’alterazione illegale delle regole di funzionamento degli apparecchi tutelate e controllate dai Monopoli di Stato (come le percentuali minime di vincite consentite dal software di gioco) e ad impedire i tentativi di infiltrazione nel settore degli interessi della criminalità organizzata, già acclarati in diverse indagini giudiziarie.
COMUNICATO STAMPA Guardia di Finanza - Comando Provinciale Caserta


Il Comune di Caiazzo evita un maxi risarcimento ad una ex dipendente che si era ritenuta mobbizzata da sindaci, funzionari e colleghi di lavoro.


CAIAZZO  - Con sentenza resa lo scorso 9 aprile, i giudici della Corte di Appello di Napoli hanno respinto il ricorso presentato da una ex dipendente comunale per la riforma della decisione del Tribunale del Lavoro di Santa Maria C.V. che, nel 2015, già avevano escluso qualsiasi forma di mobbing ai danni della donna che, nel frattempo, pretendeva un risarcimento di oltre 480 mila euro per danni asseritamente derivanti da condotte mobbizzanti posti in essere dagli organi dell’amministrazione datoriale. Il processo di primo grado, ha ricordato l’avvocato amministrativista Antonio Rosario De Crescenzo (nella foto), avviato nel 2010, si era concluso con sentenza pronunciata 5 anni dopo dal Giudice del Lavoro che aveva ritenuto non sufficientemente provate le condotte “vessatorie” denunciate dalla medesima ex dipendente a decorrere dal 1980 e fino al 2009, ovvero fino al momento del suo collocamento in pensione. Ritenendo errata ed ingiusta la sentenza emessa del Tribunale, la donna aveva deciso di portare il caso dinanzi alla Corte di Appello di Napoli, alla quale aveva chiesto l’annullamento della pronuncia del primo Giudice e nuovamente la condanna del Comune di Caiazzo al risarcimento del danno sofferto a causa di un progressivo svuotamento di mansioni e conseguente estromissione dal lavoro integranti fattispecie di mobbing orizzontale e verticale. Vista la complessità della vicenda e l’importanza della somma richiesta, nei mesi scorsi, l’Amministrazione comunale capeggiata dal Sindaco Stefano Giaquinto, al fine di scongiurare ogni possibile rischio per le casse dell’Ente, aveva deciso di resistere all’appello promosso dalla ex dipendente comunale, affidando la difesa del comune all’Avv. amministrativista Antonio Rosario De Crescenzo, caiatino con studio in Caserta e noto anche per la sua comprovata esperienza in materia di pubblico impiego. Scelta, quella dell’attuale giunta, che ha prodotto il miglior risultato possibile per gli interessi del Comune, perché con sentenza di martedì scorso, la Corte di Appello di Napoli ha respinto integralmente l’appello proposto dalla ex dipendente, condannandola anche alla refusione in favore del Comune delle spese processuali liquidate in due mila euro, oltre accessori di legge. La difesa del Comune sostenuta dall’Avv. De Crescenzo, difatti, è riuscita a dimostrare ai Giudici di secondo grado la totale inconsistenza delle gravi accuse di mobbing, mosse dalla dipendente sia nei confronti di ex sindaci che di taluni colleghi di lavoro e superiori gerarchici, ritenuti a torto responsabili del danno biologico e patrimoniale lamentato dalla medesima, e per il cui ristoro era stato chiesto al Comune il pagamento di una ingente somma di denaro, pari ad oltre 480.000,00 euro.

Controlli dei Carabinieri: denunciati due titolari di aziende agricole.


ISERNIA  - I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Isernia, unitamente ai militari dei reparti territoriali, nel corso di servizio teso al controllo della corretta applicazione della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro hanno effettuato un controllo presso due aziende agricole di allevamento di ovini e caprini nella zona dell’alto Molise. Dall’attività ispettiva, i militari hanno denunciato alla competente Autorità Giudiziaria entrambi i titolari delle società perché resisi responsabili della violazione inerente la formazione dei lavoratori sui rischi per le mansioni svolte.
Comunicato Stampa