31 gennaio 2021

SUCCESSO DELL’INCONTRO ON LINE ORGANIZZATO DAL CIRCOLO CULTURALE PARROCCHIALE “PIERGIORGIO FRASSATI”.


PIEDIMONTE MATESE - In un clima di partecipazione e forte attenzione, si è svolto venerdì 29 gennaio, il III incontro del Circolo culturale parrocchiale “Piergiorgio Frassati” della Parrocchia Ave Gratia Plena di Piedimonte Matese.

L’incontro dal titolo La cura mediante solidarietà e come promozione della dignità e dei diritti della persona”, ha visto la partecipazione della Dott.ssa Concetta Feo e della Dott.ssa Bianca Barone, Antropologa, operatrici di Medici senza Frontiere e di Don Luigi D’Errico, Parroco nella Chiesa dei Santi Martiri dell’Uganda di Roma. Il Circolo dedicato a Frassati a Piedimonte Matese rappresenta una vera istituzione nasce nel 1929, all’interno della Parrocchia Ave Gratia Plena, con la felice intuizione di creare un luogo di incontro per i giovani. Un cantiere di idee, tenendo fermi però due obiettivi: l’educazione umana e culturale collegata strettamente a quella spirituale, e lo stile aggregativo dell’Azione Cattolica. Non a caso il Circolo è intitolato a Piergiorgio Frassati, giovane beato, militante dell’associazionismo laicale, ed in modo particolare dell’Azione Cattolica, morto a soli 24 anni per una poliomelite fulminante, contratta durante le sue attività di assistenza ai poveri e bisognosi. In esso per anni, sono passati tanti giovani, per incontrarsi, per pregare, ma anche per dar vita a dibattiti e discussioni sulle questioni di attualità. Dal mese di novembre 2018, un gruppetto di ragazzi che avevano ricevuto il sacramento della Confermazione, al termine di un cammino annuale, sotto la spinta del parroco Don Emilio Salvatore, hanno deciso di dar vita al gruppo pilota, riprendendo le attività del Circolo. I ragazzi, studenti liceali, si sono fatti promotori verso i loro coetanei, invitandoli ad aderire, partecipando alle attività del circolo, ad un nuovo progetto di vita. L’esperimento è ben riuscito ed ha visto la partecipazione di studenti di quasi tutti gli Istituti Superiori di Piedimonte Matese, grazie alla preziosa collaborazione dei Dirigenti Scolastici. Riprendendo il messaggio di Papa Francesco per la LIV Giornata Mondiale della Pace che abbiamo celebrato il 1° gennaio 2021, vivremo, nel mese di gennaio, febbraio e marzo, il Circolo vuole proporre tre incontri che approfondiranno il tema della cultura della cura, quale bussola per orientarci verso la costruzione di un mondo migliore. Questi e altri eventi, che hanno segnato il cammino dell’umanità nell’anno trascorso, ci insegnano l’importanza di prenderci cura gli uni degli altri e del creato, per costruire una società fondata su rapporti di fratellanza.” Così esorta Papa Francesco. Ne siamo convinti anche noi. Occorre investire in cultura, e nella cultura della fratellanza, dell’attenzione agli altri, all’ambiente, al bene comune. Soprattutto con il dialogo intergenerazionale, coinvolgendo le giovani generazioni in percorsi di pace e di solidarietà. “La cultura della cura deve essere rivolta soprattutto ai più deboli, a quelli che per l’odierna società sono definiti come scarti, anziani, malati, disabili, i poveri. Sono a queste persone che Papa Francesco chiede di rivolgere la nostra attenzione, per aiutarli a riacquistare la dignità che appartiene ad ogni uomo”, così Don Luigi D’Errico, parlando del suo impegno in favore dei poveri. Don Luigi dal 2007 è Parroco nella Chiesa dei Santi Martiri dell’Uganda nel quartiere Ardeatino di Roma ed è referente del settore disabili e catechesi dell’Ufficio catechistico della diocesi di Roma. Un impegno, come quello di tanti parroci e sacerdoti, speso nell’ascolto, nell’accoglienza e nell’aiuto a chi continuamente bussa alle porte delle parrocchie. Don Luigi ha istituito le case famiglia “Rifugio per Agar”, dedicata a donne e bambini vittime di maltrattamenti e “Casa Betlemme”, per accogliere famiglie senza fissa dimora, in collaborazione con altre parrocchie. Per il suo impegno, profuso soprattutto nel periodo del lockdown, il 29 dicembre 2020 il Presidente della Repubblica Mattarella lo ha insignito del titolo di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana, insieme ad altri 35 cittadini che si sono distinti nel campo della solidarietà. La motivazione della scelta di Don Luigi è dovuta al suo «quotidiano impegno a favore di una politica di reale inclusione delle persone con disabilità e per il contrasto alla povertà e alla marginalità sociale». “Pensavo ad uno scherzo quando mi hanno chiamato” così ha raccontato Don Luigi ai tanti studenti del Liceo collegati all’incontro “perché non ho fatto niente di straordinario se non amare il prossimo e trattarlo come me stesso”. Ancora più toccante il racconto delle due testimoni di Medici Senza Frontiere.  Medici senza Frontiere è una ONG nata nel 1971 ad opera di alcuni medici e giornalisti francesi a seguito della drammatica guerra in Biafra, in Nigeria. L’associazione da quasi 50 anni, intervene in tutte le emergenze umanitarie attraverso le attività mediche che vanno dalla gestione di ospedali, cliniche e centri nutrizionali, alla chirurgia di guerra e routinaria, alla lotta alle epidemie e al supporto psicologico per le vittime di traumi. La loro attività è svolta prevalentemente nelle zone del mondo in cui il diritto alla cura non è garantito. Ma anche nel nostro paese, a seguito della pandemia, si è intensificata la loro attività. Bianca Barone, un’antropologa e volontaria del gruppo di Napoli di Medici senza Frontiere, operatrice umanitaria, si è occupata di risorse umane, e di formazione per lo staff nazionale in Sud Sudan. Il racconto dell’esperienza di Concetta Feo ha richiamato l’attenzione di tutti. Concetta Feo invece è una psicologa lavora con bambini e persone adulte, nella salute mentale occupandosi di violenza, traumi soprattutto in zone di guerra. Ha lavorato principalmente in Medio Oriente, ma anche in Africa. Ed è proprio in Siria che Concetta ha svolto buona parte del suo servizio, in una terra martoriata dalla guerra, caratterizzata da divisioni e differenze etniche, culturali e religiosi, dove la violenza e i soprusi la fanno da padroni. La sua testimonianza ci ha riportato alla mente le foto e le immagini che vediamo spesso in tv o sui social, delle quali troppo velocemente ce ne dimentichiamo. Promuovere la cultura della pace è aver cura degli uomini al di là di ogni differenza, favorendo la dignità di ognuno ed il rispetto dei diritti di tutti. Occorre farlo nel nostro piccolo, quotidianamente, accogliendo il nostro prossimo che ci è vicino. Occorre farlo avendo sempre uno sguardo aperto al mondo, anche attraverso il sostegno di associazioni o movimenti, come Medici senza Frontiere. Nessuno si salva da solo. Ce lo sta insegnando il difficile momento che stiamo vivendo della pandemia. Che non deve essere solo uno slogan, ma un impegno di vita.

Pietro Rossi