ALIFE – Con una solenne celebrazione tenutasi presso
la cattedrale di Alife si è concluso il primo Sinodo Diocesano di Alife-Caiazzo. In Cattedrale, alla presenza di una
gran numero di fedeli l’intera Diocesi si è trovata per concludere questo cammino di revisione intrapreso un anno
fa e ascoltare dal Vescovo le consegne per l’anno pastorale. Guardando a quello
che lo Spirito ha suscitato nella nostra Diocesi, ha ricordato Mons. Valentino Di Cerbo, viene da pensare
che il Sinodo ha già raggiunto un grande risultato facendoci percepire come
l’unica Chiesa di Alife-Caiazzo e portandoci a pensare che la sinodalità non è
legata ad un evento particolare, ma va vissuta e ed esercitata quotidianamente
a tutti i livelli: parrocchiale, foraniale, diocesano, perché una Comunità
cristiana che opera diversamente rinnega il proprio essere e la propria
missione e rischia di rendere evanescente il progetto del Regno. Nel Sinodo
abbiamo analizzato con preoccupazione e con dolore le rughe e le ferite della
nostra Chiesa, ma abbiamo anche constatato che il Signore, nonostante le
infedeltà e i limiti, nostri e delle generazioni passate, ci conduce ancora
verso i suoi sogni. È stato molto bello notare il clima sereno con il quale
nelle sessioni sinodali e nelle fasi preparatorie abbiamo parlato dei problemi,
delle carenze e dei ritardi della nostra Diocesi, con il desiderio di
recuperare alla nostra Chiesa la bellezza che il Signore progetta per lei. È
stato altrettanto bello, scoprendo i doni del Signore che la arricchiscono,
veder maturare la certezza che i sogni sono possibili e che il futuro sarà
pieno di sorprese se, come i pellegrini di Emmaus, ci lasceremo riscaldare
sempre più il cuore dalla Parola del Signore e guidare dal suo Spirito.
Pietro
Rossi
PIEDIMONTE
MATESE – La Caritas della Parrocchia A.G.P. di Piedimonte Matese
organizza una pizza di beneficenza per giovedì 19 ottobre alle ore 20,00 presso
la pizzeria “Ai Seponi” .Il primo obiettivo che si propone la
Caritas è l’animazione della comunità al senso
della carità e della giustizia. Si tratta di aiutare l’intera
comunità cristiana a collegare strettamente l’ascolto della Parola e la
celebrazione liturgica con l’esercizio della carità, in modo che l’adesione
alla fede si traduca abitualmente in testimonianza di vita; creare una nuova
coscienza collettiva di fronte ai problemi suscitati della povertà; operare per
creare una mentalità più coerente con i doveri della giustizia a servizio delle
persone. Per raggiungere tale obbiettivo la Caritas deve formare gli
animatori, coordinare le iniziative realizzate dai gruppi caritativi
e dal volontariato, ma soprattutto e innanzitutto sensibilizzare la
Comunità a conoscere le varie forme di povertà presenti nel
territorio ed a “coinvolgerla” attraverso proposte precise di impegno nella
solidarietà. L’inventario dei bisogni e le proposte di impegno siano sempre
davanti a tutti, come una sfida alla capacità e volontà di intervenire, e i
gesti d’amore rendano credibile testimonianza alla verità del Vangelo.
Pietro
Rossi