28 giugno 2010

Di Storia in storia.


Ascoltare le lezioni di storia raccontate dal prof. Guido D'Agostino è veramente un'esperienza unica e formativa. Quando pensiamo alla storia, quasi sempre, col pensiero ci rituffiamo nei banchi di scuola e, quasi sempre, ci risentiamo desiderosi di arrivare alla fine di della più o meno “noiosa” lezione del giorno. Infatti i professori di storia (fortunatamente non tutti) non fanno molto per apparire più simpatici ai loro allievi. Così la storia rimane spesso negli angoli grigi della memoria come un susseguirsi di nomi e fatti, eventi e date da ricordare per questa o quella interrogazione, senza infamia e senza lode. Se potessi moltiplicherei all'infinito la cultura e la simpatia di G. D'Agostino per regalarle, come un tesoro, agli allievi delle scuole di ogni ordine e grado, perché il prof., con grande maestria, riesce a coinvolgere nel discorso storico tutti gli ascoltatori, facendo penetrare nelle loro menti la profondità della memoria culturale, così, semplicemente, senza stancare. La prima volta che ebbi il piacere di ascoltare il professore ero a Caserta ad una conferenza al Centro “Francesco Daniele”, punto di incontro degli intellettuali casertani. Rimasi colpita e affascinata dal suo indiscutibile carisma e dalla versatilità con cui trattava i temi storici travalicando anche i confini filosofici e letterari. Un vero piacere! Così l'identità e l'identificazione con le radici storiche diveniva realtà, permeata di consapevole ed efficace successo. Da sempre tenace sostenitore dell'importanza della storia locale, il prof. G. D'Agostino, docente dell'Università Federico II di Napoli, è uno dei massimi esperti di Storia del Mezzogiorno in campo internazionale. Il 4 maggio u.s. è stato a Piedimonte, relatore al convegno “Viaggio nella Storia e nella Filosofia del Novecento Italiano” da me ideato e organizzato in collaborazione con l'Associazione Storica del Medio Volturno, convegno che ha aperto le manifestazioni del tradizionale “Maggio a Piedimonte”, promosso dal prof. Costantino Leuci per l'Assessorato alla Pubblica Istruzione e alla Cultura. Il professore D'Agostino ha spaziato nella storia e nella cultura del Novecento in modo brillante ed esaustivo, soffermandosi sui fatti più rilevanti del controverso secolo da poco trascorso, offrendoci una panoramica approfondita e ricca di spunti di riflessione. E noi, ascoltatori interessati e amanti della storia locale, non possiamo che ringraziarlo.

Rosanna Onorii

“Diccionario de fútbol”: quando il calcio diventa verbo.


Quando lo sport nazionale è un fenomeno che cattura e condiziona, non solo il così detto “popolo della domenica”, ma ampi settori dell'informazione, della politica e dell'economia, è impossibile che non abbia un proprio linguaggio tecnico, con tanto di prestiti linguistici, brachilogie, sigle, espressioni proverbiali, similitudini e metafore, che vanno dall'ambito popolare a quello bellico .
Scaturisce da questo la volontà di Antoni Nomdedeu, autore dell'opera Diccionario de fútbol, presentata all'Istituto Cervantes di Napoli, di comprendere e far comprendere al grande pubblico i termini utilizzati dai media dell'informazione calcistica in Spagna, dove l'evento “fútbol” ottiene indici di ascolto elevatissimi. Lettore di Lingua Spagnola alla Facoltà di Lettere e Filosofia all'Università degli Studi di Napoli “L'Orientale” e professore a contratto di Lessicografia spagnola per l'Istituto Suor Orsola Benincasa, comincia la sua ricerca lavorando alla tesi di dottorato in Linguistica applicata, discussa all'Università Autónoma di Barcellona, intitolata Terminología del fútbol y diccionarios: elaboración de un diccionario de especialidad para el gran público. Attraverso questo lavoro, si trova ad affrontare l'inadeguatezza allo scopo dei testi esistenti. I classici dizionari monolingue infatti, non riescono a soddisfare appieno questa esigenza, dovendo operare in un ambito più ampio e non riuscendo quindi, a prendere in considerazioni tutte le variazioni non sistematiche dei termini calcistici operate dai media.
Comincia così la lunga investigazione dell'autore nell'ambito della terminologia calcistica sotto un profilo lessicologico, per giungere ad un'opera strutturata secondo la metodologia linguistica e lessicografica dei più recenti dizionari di lingua. Grazie a questo dizionario monolingue, primo ed unico nel suo genere, è possibile ripercorrere l'origine del termine oltre che l'evento specifico per il quale viene utilizzato. Da “a bocajarro” a “zurdazo”, 1240 voci, correlate da definizione, etimologia e cenni della stampa spagnola, che ne contestualizzano il significato.
Ma come capire le parole usate dagli addetti ai lavori se non si comprende la sostanza del gioco calcio? Ecco allora, nella parte finale dell'opera , “Sistemas de juego”, un' ampia descrizione dei diversi moduli di gioco adottati nella storia del calcio agonistico, dal classico 4-4-2 allo più sperimentale, 4-3-2-1.


c.s.

IL FUTURO DELLA VECCHIA ALIFANA LEGATO AL DESTINO DEL SISTEMA DI TRASPORTO REGIONALE.


PIEDIMONTE MATESE. Il futuro della vecchia Ferrovia Alifana che collega l’alto casertano a Napoli è lagato alle sorti del Sistema di Trasporto Regionale Integrato. Secondo alcune indiscrezioni le tre società partecipate dalla Regione Campania, ALIFANA, SEPSA e CIRCUMVESUVIANA, potrebbero essere accorpate. Occorrerebbe, inoltre, creare condizioni di maggiore concorrenza nel settore. Punti, che l’assessore regionale ai trasporti, Sergio VETRELLA, secondo una dichiarazione resa all’Ansa, sta analizzando: “Allo stato attuale abbiamo tre partecipate diverse, nelle quali siamo presenti al 100 per cento, con tre consigli di amministrazione e tutte per il trasporto su ferro. Occorre fare in modo che possano crescere più operatori – ha concluso l’esponente dell’esecutivo regionale – che offrano ai cittadini servizi a costi più bassi con una migliore qualità nei trasporti”. Concepita per collegare a Napoli l'area pedemontana del Matese, l’Alifana, non ha mai avuto vita facile, divisa fin dalla nascita in due tronconi: Piedimonte Matese-S.Maria C.V. e S.Maria C.V. – Napoli. Subì gravi danni durante l'ultima guerra mondiale. Mentre l'Alifana alta venne completamente ricostruita, tanto che ancora oggi è normalmente in esercizio tramite connessione con l'attuale rete delle ferrovie statali, l'Alifana bassa non subì alcun processo di modernizzazione e così nel 1976 l'esercizio venne chiuso. Fu forse l'unico caso in Italia di chiusura di una ferrovia non per scarsa frequentazione, ma per l'esatto contrario. Infatti le zone attraversate dalla linea erano cresciute in maniera talmente smisurata (si pensi ad Aversa, Secondigliano, Marano e Giugliano, tanto per fare qualche esempio) che la linea era diventata nel frattempo inadeguata. Questa fu la motivazione ufficiale anche se, da più parti, è stato fatto notare che si sarebbe potuto ammodernare un tratto per volta così da rendere graduale la ricostruzione senza dover necessariamente chiudere il tutto. Sebbene del suo potenziamento si parlò fin dal 1957 con progetti e promesse, studi di fattibilità e finanziamenti, solo nei primi anni '90 si iniziarono ad aprire i primi cantiere con progetti completamente nuovi. È così che la vecchia sede ferroviaria e le relative stazioni sono ormai in buona parte distrutte o trasformate in strade comunali per le prime o civili abitazioni. Dal 16 luglio 2005, della nuova "Tratta Bassa", è in esercizio il tratto Piscinola-Mugnano, mentre il 24 aprile 2009 è stato aperto al pubblico il tratto Mugnano-Giugliano-Aversa Ippodromo-Aversa.


Pietro Rossi

VIE D'ERBA, PAESAGGI PER UN'ECONOMIA FRA STORIA E NATURA.


PIEDIMONTE MATESE. “Vie d’erba” è un itinerario tra i paesaggi agrari di quattro regioni che si snoda dalla valle di Comino ai Monti Dauni passando per le Mainarde, per il gruppo vulcanico di Roccamonfina, i monti del Matese, la valle del Volturno, i monti del Taburno, la valle del Fortore, le colline dell’Ufita e i Monti Picentini. Confronti, laboratori, eventi enogastronomici, scambi di buone pratiche agronomiche e amministrative per costruire una proposta di sviluppo autosostenibile fondata sulle risorse del territorio come i pascoli, i corsi d’acqua, i sentieri, i boschi, gli orti, i frutteti, le greggi e le mandrie, ma soprattutto il lavoro dei contadini e dei pastori, custodi della terra. La salvaguardia del paesaggio agrario è un tema cruciale per la nostra sopravvivenza: oggi milioni di ettari un tempo coltivati sono in abbandono o destinati all’edificazione di case e infrastrutture, modificando non solo i paesaggi ma anche l’equilibrio ambientale. Solo salvaguardando il paesaggio agrario può essere perseguito uno sviluppo sostenibile che limiti il consumo di territorio e l’uso delle risorse ambientali e nel contempo tuteli le produzioni alimentari e la biodiversità. In questo senso, Slow Food Italia sta lavorando a un progetto che definisca la qualità delle produzioni agricole anche in relazione a paesaggi rurali belli, produttivi e sostenibili. L’iniziativa, promossa dalla condotta Slow Food Volturno in collaborazione con l’Associazione Città Paesaggio, vede la partecipazione delle condotte di Sora (FR), Massico-Roccamonfina (CE), Matese (CE), Alto Molise (IS), Tammaro-Fortore (BN), Taburno (BN), Irpinia Colline dell’Ufita Taurasi (AV), Avellino, Foggia e Monti Dauni (FG), che saranno sedi di altrettanti appuntamenti di “Vie d’erba” nei prossimi mesi. L’obiettivo finale è quello di realizzare una Carta di principi, regole ed esperienze da porre in essere nel governo e nella gestione dei territori e dei paesaggi.Il primo appuntamento, con il patrocinio della Comunità Montana del Monte Maggiore e del Comune di Roccaromana, avrà luogo venerdì 16 luglio a Statigliano di Roccaromana (CE), presso l’azienda agrituristica “Villa Gemma” in contrada Offi, con un dibattito alle ore 16,30 sul tema “Le terre collettive: il futuro della tradizione”. Quella degli usi civici e dei beni comuni in generale è una questione che ormai va affrontata sul piano della proposta. Recentemente Carlo Petrini ha affermato, in proposito, che “ bisogna ridare dignità giuridica a queste antiche forme di gestione perché realizzano ciò che né il pubblico puro, né il privato puro sono in grado di garantire. Sono cose né pubbliche né private, né leghiste né comuniste, né passatiste né utopiche. Modelli che funzionano, collettivi e innovativi, al di là di schemi stantii che ormai hanno solo più questi scopi: fanno arricchire qualcuno, scarseggiare le risorse di tutti, perdere la nostra libertà, il senso di far parte di una comunità e di avere potere sulle nostre stesse vite, lasciandoci da soli a pagare bollette sempre più salate”. Il particolare regime giuridico delle terre collettive (inalienabilità, inusucapibilità e destinazione perpetua silvo-pastorale) ne fa una risorsa preziosa su cui sia le generazioni presenti che quelle future possono contare, ma è necessario definire il ruolo degli enti esponenziali (Comuni e Regioni) in relazione ai diritti dei cittadini e agli interventi di altri Enti in tema di salvaguardia ambientale. Su queste ed altre questioni interverranno esperti del settore, rappresentanti della Regione Campania, della Regione Lazio, della Regione Toscana e della Regione Molise, di associazioni agricole e ambientaliste, amministratori locali ed esponenti di Slow Food Italia e delle condotte partecipanti. A conclusione dei lavori sarà presentata, nell’ambito di una cena curata dallo staff di Villa Gemma, la “Comunità degli Antichi Formaggi dell’Alta Terra di Lavoro”, formata dai produttori di marzolina, caso peruto e casoforte di Statigliano. Ospiti d’onore saranno i rappresentanti del presidio della Marzolina (Picinisco, FR) e del Conciato Romano (Castel di Sasso, CE).

Pietro Rossi

DRAMMA DELLA POVERTA’ A SAN NICOLA LA STRADA.


San Nicola La Strada. Famiglia sfrattata accolta nella canonica di don Oreste. Il parroco lancia un appello a imprenditori e istituzioni. Dal 24 maggio scorso sono senza casa. L'ufficiale giudiziario ha eseguito l'ordine di sfratto così come ordinatogli e la famiglia di D.M., composta dal padre cinquantenne, disoccupato, dalla madre della stessa età e da un figlio sono rimasti senza un tetto. Sino a pochi giorni fa avevano trovato asilo per la notte presso amici e parenti (altri due figli della coppia con relativi figli, accolgono già con loro i suoceri e non c'è spazio). Giovedì mattina D.M. e la sua famiglia decidono di accamparsi all'interno della Rotonda di San Nicola, con l'intenzione di trascorrervi la notte e quelle successive. La famiglia viene notata da don Oreste Farina, parrocco della Chiesa Santa Maria della Pietà che affaccia proprio sulla Rotonda. Si avvicina e, con molta dignità, il capofamiglia gli racconta le sue vicissitudini. Da quattro anni, l'uomo, che lavorava presso un'azienda di montaggi di infissi, ha perso il lavoro perché la ditta ha chiuso i battenti. Sino ad ora aveva comunque lavorato facendo tanti lavori dignitosi capaci di sostenere la famiglia. Aveva, per sua sfortuna, preso in fitto un alloggio dove era costretto a pagare anche la luce elettrica e l'acqua di altri due familiari del proprietario di casa che risiedono nella stessa palazzina. Almeno sino a quando non è giunto l'ufficiale giudiziario. “Ho accolto la famiglia nel mio ufficio parrocchiale” - ha affermato don Oreste - “dove ha trovato alloggio per la notte con la speranza che qualche imprenditore sannicolese ed il sindaco possano venire in aiuto di una famiglia che ha perso tutto ma non la dignità. Faccio appello a tutti i cittadini di buona volontà affinché, in una corsa di solidarietà umana, possano venire incontro a questa famiglia. L'uomo è ancora in grado di lavorare e la volontà non gli manca, chiunque volesse dargli una mano può chiamarmi al numero 339-2708805 o allo 0823-457784, oppure venire direttamente presso gli uffici parrocchiali della chiesa. La città di San Nicola La Strada si è sempre dimostrata aperta e solidale con i più bisognosi di qualunque razza o religione. Sono convinto che anche questa volta non tradiranno le aspettative di chi pensa che la carità umana a San Nicola esiste ancora e che c'è ancora chi crede nell'aiuto ai fratelli più bisognosi”.


Nunzio de Pinto

G8: Save the Children, 4 miliardi di dollari per salvare la vita di 6.5 milioni di bambini e 1 milione di donne entro il 2015.


4 miliardi di dollari ogni anno fino al 2015 in aiuti bilaterali da parte dei paesi G8 per la salute materno-infantile: una cifra inferiore ai costi - stimati in 30 miliardi di dollari - per fronteggiare, per esempio, l’epidemia di Sars, che ha messo a rischio un numero contenuto di vite, o a quanto si spende annualmente per rispondere a bisogni non fondamentali, come per esempio per l’ acqua imbottigliata ; approvazione e finanziamento da parte dei paesi in via di sviluppo di piani nazionali per la salute che prevedano cure pre e post neonatali, assistenza specializzata al parto, cura e trattamento della diarrea, polmonite e malaria, accesso universale alle vaccinazioni; reclutamento e formazione da parte dei paesi in via di sviluppo di 2.5 milioni di operatori sanitari professionali e di 1 milione di operatori sanitari volontari di comunità entro il 2015. La somma di tutto ciò fa: 6.5 milioni di bambini, di cui 4.5 milioni di neonati, e 1 milione di donne in gravidanza – in tutto 7.5 milioni fra bambini e madri – sottratti a morte certa entro il 2015. Save the Children, la più grande organizzazione internazionale indipendente che lavora dal 1919 per migliorare concretamente la vita dei bambini in Italia e nel mondo, interviene alla vigilia del G8 e indica in pochi punti le azioni da intraprendere immediatamente se si vuole salvare la vita di 7.5 milioni di bambini e donne che, diversamente, sono destinati a morire per futili cause. “Ancora oggi, ogni quattro secondi, 1 bambino muore prima di aver compiuto 5 anni, per malattie banali, prevenibili e curabili come diarrea, polmonite, complicazioni neonatali. Sono circa 8 milioni di bambini, quasi la metà dei quali appena nati. Inoltre sono circa 350.000 le donne ogni anno, che perdono la vita in gravidanza o a seguito del parto”, commenta Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children per l’Italia. “Non possiamo accettare che tutto questo continui ad accadere. Se ci fosse un’epidemia mondiale di influenza che facesse circa 8 milioni di morti tra i bambini, saremmo tutti scioccati, addolorati e faremmo l’impossibile per salvare le loro vite”, prosegue Valerio Neri. “Oggi noi chiediamo con forza ai leader del G8 lo stesso impegno, la stessa determinazione. All’Italia in particolare chiediamo di sostenere l’iniziativa del G8, lanciata dal Primo Ministro Canadese Harper, che ha identificato la salute di madri e bambini come l’iniziativa chiave del Summit, e di canalizzare il suo sostegno verso quei semplici e già internazionalmente ben identificati interventi che garantirebbero una migliore efficacia degli investimenti”. L’emergenza in Niger
“Mentre i Grandi saranno riuniti in Canada, in Niger e in altri paesi dell’Africa sub sahariana centinaia di migliaia di bambini, donne e uomini staranno lottando contro la morte per fame”, continua ancora il Direttore Generale di Save the Children per l’Italia. “Nel Paese africano è in atto una catastrofe umanitaria, dovuta alla carestia e all’aumento dei prezzi degli alimenti. Se non si interviene in modo massiccio e immediatamente, 400.000 bambini vanno incontro alla morte nei prossimi giorni” Già prima della crisi alimentare, il 43% dei bambini sotto i 5 anni nel Paese era cronicamente malnutrito. Al momento più della metà della popolazione del Niger – 7.7 milioni di persone – ha bisogno di aiuti e assistenza umanitaria. Save the Children sta fornendo cibo salvavita e trattamenti medici e sta espandendo il suo intervento anche nelle 3 remote aree rurali di Zinder, Maradi e Diffa.
Per sostenere i bambini del Niger, aderisci ora al Fondo Emergenze di Save the Children
Materiale Video. E’ disponibile un b-roll di 30 minuti di immagini sull’emergenza in Niger e sulle attività di Save the Children e un video di 2 minuti. Foto e storie. Sono disponibili foto e storie sul Niger e l’attuale crisi alimentare
Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa Save the Children Italia tel. 06.48070071-023-001 press@savethechildren.it www.savethechildren.it La storia di Mariama, in Niger “Voglio che recuperi le forze, che riesca ad aumentare di peso e che torni a casa sana e salva”. Mariama ha 30 anni e vive a Salaha El Moussa. Il 27 aprile 2010, la sua bambina di 18 mesi, Salaha, in seguito ad alcuni test nutrizionali eseguiti nel suo villaggio, è stata portata al centro nutrizionale sostenuto da Save the Children. Mariama ha perso già 3 figli prima che riuscissero a compiere due anni, ed è seriamente preoccupata di perdere anche Salaha. “Ho dato alla luce 8 bambini, ma 3 di loro non ce l’hanno fatta. Sono morti tutti prima che compissero 2 anni. La prima bambina è morta quando aveva un anno, 14 anni fa. Il secondo è morto 12 anni fa e il terzo 10 anni fa. Due di loro sono morti di febbre e diarrea, ed uno di spasmi. I miei figli in vita adesso hanno nove, sette, cinque e due anni, mentre Salaha ha 18 mesi. Sono due settimane che siamo qui. Salaha pesava 3,2 Kg. Si è ammalata, è migliorata un pò, poi si è ammalata nuovamente. Ha avuto la febbre, le ho dato del miglio, avrei dovuto darle del latte ma non ne avevo. Non avevo soldi per comprare latte.” Salaha è aumentata di 1.3Kg da quando è arrivata al centro, dove diversi bambini malnutriti sono curati con latte altamente nutritivo e medicine per trattare ogni tipo di complicazione. Una situazione disperata “Ricordo l’anno 2005, lo ricordo come un anno terribile, una settimana intera senza cibo. I miei figli erano gravemente denutriti. Quando vedo i miei figli così malati, sto malissimo. Prima dei test ero molto preoccupata per Salaha. L’ho già portata al presidio sanitario più di 7 sette volte. Temevo che le condizioni di mia figlia peggiorassero al punto che sarebbe morta come gli altri. Voglio che recuperi le forze, che riesca ad aumentare di peso e che torni a casa sana e salva. Voglio che piova e che ci sia cibo perché sono preoccupata per la situazione al nostro ritorno a casa, non abbiamo cosa mangiare lì.”


Linda Iannone
Save the Children – Caserta

(nella foto Linda Iannone)

OPERAZIONI DI CONTROLLO DEI CARABINIERI DI PIEDIMONTE MATESE.


PIEDIMONTE MATESE. I Carabinieri della Compagnia di Piedimonte Matese, hanno attuato una serie di operazioni di controllo straordinario del territorio, durante il week-end. Lungo le arterie principali che attraversano i vari comuni del comprensorio matesino i militari hanno istituito numerosi posti di blocco, anche durante le ore notturne. Gli uomini del Nucleo Radiomobile e quelli delle varie Stazioni, hanno presidiato strade e piazze dei diciannove comuni ricadenti nelle rispettive giurisdizioni, tra i quali Piedimonte, Alife, Alvignano, Dragoni, Ailano, Prata, Capriati, San Gregorio, Gioia Sannitica e altri. Nel corso delle attività sono stati sottoposti a controllo 90 veicoli in transito e identificate 120 persone. 13 sono state le violazioni riscontrate alle norme del Codice della Strada, per un importo totale di oltre 2.000,00 euro e il conseguente decurtamento di punti sulle patenti di guida. Tra le infrazioni rilevate risultano quelle per il mancato rispetto dei limiti di velocità e della segnaletica stradale, il mancato possesso dei documenti di guida o di circolazione, la mancata revisione del veicolo, il mancato uso delle cinture di sicurezza e l’utilizzo del telefonino cellulare durate la guida, fino anche alla guida in stato di ebbrezza alcolica, accertata mediante l’utilizzo dell’apparato etilometro in dotazione alle unità di pronto intervento. Sono state inoltre ritirate 4 tra patenti di guida e carte di circolazione, sottoposte a sequestro 2 autovetture e una moto privi di copertura assicurativa e 3 ciclomotori perché condotti da minorenni sprovvisti del casco protettivo. Nel corso dei servizi, in particolare nei centri storici dei vari comuni, sono state impiegate anche pattuglie a piedi.
Si riepilogano in sintesi i risultati conseguiti:
- Mezzi controllati: 90;
- Persone identificate: 120;
- Violazioni al C.d.S.: 13;
- Importo totale: Euro 2.000,00;
- Patenti di guida e carte di circolazione ritirate: 4;
- Veicoli sottoposti a sequestro: 6.


c.s.

Un grande Luigi Ferritto festeggia il 60° successo assoluto.



Cusano Mutri. Ieri 27 giugno si è svolto a Cusano Mutri (BN) il "1° Trofeo del Porcino", gara di mountain bike XCO, organizzato egregiamente dalla Matese Escursioni e dall'A.S.D. New Valley. Il percorso, un anello di 5.2 Km, si snodava tra il centro storico, con passaggi caratteristici nei vicoli, e tra i sentieri che circondano la ridente cittadina beneventana, con passaggi tecnici e continui cambi di ritmo che hanno messo a dura prova le gambe dei 60 atleti ; ;

Alle 10 circa è stata data la partenza ufficiale e già dai primi metri a prendere il largo sono stati Luigi Ferritto (nella foto)dell'U.S. FRW Giannini Bike's, Antonino Terranova dell'A.S.D. New Valley e Luigi Ferrarra del Team Foder Bike che hanno proceduto compatti per i primi 2 chilometri del primo giro. All'inizio della salita più impegnativa e lunga di giornata, il portacolori dell'U.S. FRW Giannini Bike's, Ferritto, ha allungato sui compagni di fuga e ha condotto una gara al comando in soltaria fin sotto il traguardo che ha tagliato dopo un'ora e venticinque minuti, vincendo così la sessantesima gara assoluta in ; ; Più attardato è giunto Antonino Terranova, costretto ad affrontare gli ultimi km del percorso a piedi ma riuscendo lo stesso a non farsi raggiungere dall'agguerrito Luigi Ferrara che ha ritrovato, quest'anno, un'ottima forma fisica. Quarta piazza per un ottimo Di Maio (Team Balzano) e quinta per il poracolori del G.S. Sinuessa Mondragone, Raffaele Ginocchio. Al termine della manifestazione si sono svolte le premiazioni con caratteristici tro fei in pietra lavorata a forma di fungo porcino che sono stati di ottimo gradimento. A seguire un ottimo "pasta party" ovviamente a base di funghi.



c.s.

Al Comprensivo Settembrini Manifestazione di fine anno progetto Scuole Aperte.


Maddaloni - Il Dirigente Scolastico dell' Istituto Autonomo Comprensivo Statale ”Luigi Settembrini” Prof.ssa Michelina Ambrosio, presenta la manifestazione conclusiva di fine anno Progetto Regionale Scuole Aperte dal titolo: “L’Alfabeto emotivo e la forza delle idee: l’arte del vivere”. L'evento si terrà Lunedi 28 Giugno ore 18.30 presso la sede centrale dell'Istituto in Via Brecciame, 46 - MADDALONI (CE) tel/fax 0823.408721. La serata sarà allietata dagli allievi che presenteranno i lavori svolti nei Laboratori e da spettacoli di animazione. P.O.R. SCUOLE APERTE Laboratori attivati: Divento cittadino consapevole : A colpi di legalità e giustizia Prof.ri Castiello– Zimbardi– Toscano- Dott.ssa De Nunzio Crescere Insieme Prof.ssa Granato—dott.ssa Memola– Vnore– Napolitano Red@zione Prof. Renza-Prof.ssa Pontillo L’Angolo Verde Ins. Garofano—Gentile—dott. Apperti Riqualificare per il nostro benessere -Natural….mente Prof.ssa Saltalamacchia — dott. Lembo — dott. Di Palma Coordinatore Operativo di progetto Prof.ssa Tiziana Pontillo. Il Dirigente Scolastico ringrazia le associazioni che hanno collaborato al progetto.


Fonte: Comunicato Stampa

IN DIRITTURA D'ARRIVO I PREPARATVI PER IL MEMORIAL "MASSIMO DE NUCCIO". IL TORNEO DI TENNIS LANCIATO DALLA PRO LOCO GIUNGE ALLA SUA NONA EDIZIONE


RIARDO. C'è tempo fino al 29 giugno prossimo per le iscrizioni al torneo di tennis intitolato alla memoria del compianto Massimo De Nuccio, che, organizzato dalla Pro Loco di Riardo, quest'anno, giunge alla sua nona edizione. Considerando l'ampiia risonanza che la kermesse ha avuto nelle precedenti otto uscite e il crescentde interesse che, anche in questi giorni, la stessa va suscitando in tutto il territorio provinciale, possiamo ben cire che si tratta di un appuntamento di una certa importanza nel panorama casertano degli eventi a tema specifico. A parte, infatti, la levatura dei giocatori che, ogni volta,vi partecipano, tra gli ingredient fondametali del costante sucesso del Memorial "De Nuccio", figurano soprattutto le grandi capacità organizzative e propositive dell'equipe Pro Loco, al cui ottimo senso civico si devono numerose altre uscite, di genere non solo sportivo, che contribuiscono a conferire nuovo lustro e notoriietà ad una cittadina che, non a caso, viene indicata da più parti come una delle perle culturali più ambite e ricercate dell'Alto Casertano. Per ulteriori informazioni e chiarimenti, si può contattare il Signor Tino Barattiero, che risponde al numero telefonico 3383095581.


Daniele Palazzo