13 aprile 2019

Il Comune di Caiazzo evita un maxi risarcimento ad una ex dipendente che si era ritenuta mobbizzata da sindaci, funzionari e colleghi di lavoro.


CAIAZZO  - Con sentenza resa lo scorso 9 aprile, i giudici della Corte di Appello di Napoli hanno respinto il ricorso presentato da una ex dipendente comunale per la riforma della decisione del Tribunale del Lavoro di Santa Maria C.V. che, nel 2015, già avevano escluso qualsiasi forma di mobbing ai danni della donna che, nel frattempo, pretendeva un risarcimento di oltre 480 mila euro per danni asseritamente derivanti da condotte mobbizzanti posti in essere dagli organi dell’amministrazione datoriale. Il processo di primo grado, ha ricordato l’avvocato amministrativista Antonio Rosario De Crescenzo (nella foto), avviato nel 2010, si era concluso con sentenza pronunciata 5 anni dopo dal Giudice del Lavoro che aveva ritenuto non sufficientemente provate le condotte “vessatorie” denunciate dalla medesima ex dipendente a decorrere dal 1980 e fino al 2009, ovvero fino al momento del suo collocamento in pensione. Ritenendo errata ed ingiusta la sentenza emessa del Tribunale, la donna aveva deciso di portare il caso dinanzi alla Corte di Appello di Napoli, alla quale aveva chiesto l’annullamento della pronuncia del primo Giudice e nuovamente la condanna del Comune di Caiazzo al risarcimento del danno sofferto a causa di un progressivo svuotamento di mansioni e conseguente estromissione dal lavoro integranti fattispecie di mobbing orizzontale e verticale. Vista la complessità della vicenda e l’importanza della somma richiesta, nei mesi scorsi, l’Amministrazione comunale capeggiata dal Sindaco Stefano Giaquinto, al fine di scongiurare ogni possibile rischio per le casse dell’Ente, aveva deciso di resistere all’appello promosso dalla ex dipendente comunale, affidando la difesa del comune all’Avv. amministrativista Antonio Rosario De Crescenzo, caiatino con studio in Caserta e noto anche per la sua comprovata esperienza in materia di pubblico impiego. Scelta, quella dell’attuale giunta, che ha prodotto il miglior risultato possibile per gli interessi del Comune, perché con sentenza di martedì scorso, la Corte di Appello di Napoli ha respinto integralmente l’appello proposto dalla ex dipendente, condannandola anche alla refusione in favore del Comune delle spese processuali liquidate in due mila euro, oltre accessori di legge. La difesa del Comune sostenuta dall’Avv. De Crescenzo, difatti, è riuscita a dimostrare ai Giudici di secondo grado la totale inconsistenza delle gravi accuse di mobbing, mosse dalla dipendente sia nei confronti di ex sindaci che di taluni colleghi di lavoro e superiori gerarchici, ritenuti a torto responsabili del danno biologico e patrimoniale lamentato dalla medesima, e per il cui ristoro era stato chiesto al Comune il pagamento di una ingente somma di denaro, pari ad oltre 480.000,00 euro.