01 luglio 2013

SANTA MARIA LA FOSSA: IL MINISTRO DE GIROLAMO NEL BASSO VOLTURNO




SANTA MARIA LA FOSSA (Raffaele Raimondo) Nunzia De Girolamo, ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, si è fatta attendere oltre tre ore (ovviamente per altri pregressi e pressanti impegni che l’hanno trattenuta a Capua), ma alla fine è arrivata nel cuore del Basso Volturno. Senza dubbio una puntata istituzionalmente assai significativa. Alla Masseria Abbate - sito di circa 10 ettari ad un paio di chilometri dal centro abitato fossataro, ex proprietà di Francesco Schiavone-Cicciariello e, dopo la confisca, affidata dal 2010 all’Ats “Terra Verde” - l’attendevano autorità, forze dell’ordine e giornalisti fin dalle 17 del pomeriggio di venerdì 28 giugno. Il viceprefetto Michele Campanaro, il questore Giuseppe Gualtieri ed il presidente regionale della Cia, Salvatore Ciardiello, puntualmente presenti sul posto; con essi il sindaco ospitante, Antonio Papa, gli omologhi Schiappa (Mondragone) ed Emerito (Cancello ed Arnone), altri rappresentanti istituzionali ed una schiera di uomini della Benemerita, della Polizia di Stato, della GdF e della Polizia municipale. Ma perché tanta mobilitazione? Per “battezzare” un progetto che, fra qualche mese, si concretizzerà con la nascita di un’azienda bufalina biologica e d’una vetrina dei prodotti tipici della Campania. In attesa del ministro, il presidente Ciardiello ha spiegato: “L’obiettivo di fondo sta nel riportare di nuovo al servizio della cittadinanza e particolarmente dei giovani i terreni confiscati alla camorra. Dunque si vuole accelerare l’importante passaggio dall’improduttività alla produttività aziendale. In partenza, l’allevamento di una trentina di capi bufalini e lavoro per almeno tre unità: un esperto allevatore, un trattorista ed un guardiano. L’assunzione avverrà chiaramente sulla base di un bando pubblico”. Per la circostanza, il sindaco Papa è intervenuto con gli assessori Russo, Cepparulo e Minolfi: una giunta comunale molto attenta a costruire e seguire fasi di innovazione finalizzate alla legalità, al recupero ambientale e allo sviluppo del territorio. Arrivato da Roma anche il coordinatore della giunta nazionale della Cia, Alberto Giombetti, “per testimoniare la vicinanza degli Organi centrali della Confederazione alla presidenza regionale campana fortemente impegnata nel solco difficile della legalità, a difesa degli agricoltori e per la rivitalizzazione delle terre confiscate che non devono rimanere incolte”. A sua volta, il presidente di Agrorinasce, Giovanni Allucci, ha ribadito: “Per noi l’esperienza dell’Ats può diventare importante per dimostrare come le masserie confiscate possano e debbano ritornare a nuova vita. Ci interessa, nel contempo, dare una spinta all’occupazione: un piccolo allevamento e la coltivazione dei campi per decollare”. Un indirizzo che la De Girolamo ha apprezzato - giacché utile “a colpire al cuore” i già consolidati affari della malavita organizzata e a ripristinare, nella martoriata area bassovolturnina, i cardini di un’economia locale sana e rispettosa della legge - dicendosi disponibile a tornare alla Masseria Abbate quando l’azienda agrozootecnica giungerà a regime. Se le proporzioni effettive dell’operazione “in cantiere” appaiono palesemente ridotte, tuttavia a nessuno attualmente sfugge che, nelle distese agricole confiscate, sussistono reali potenzialità per un rilancio molto più vasto e consistente. E, quindi, se non a breve, almeno a medio periodo potrebbero diventare oggetto di ben più ardite ed articolate pianificazioni.