08 maggio 2013

Lettera aperta dell’E.N.P.A., Ente Nazionale Protezione Animali



Basta con i reati contro gli animali e l’impunità dei colpevoli i sindaci siano dalla parte della legge e chiamati ad applicarla. Gli autori di avvelenamento di cani assicurati alla giustizia. L’Enpa, Ente nazionale protezione animali, in riferimento ai recenti e gravi episodi di avvelenamento ai danni di cani avvenuti nel Comune di Colle d’Anchise e di Miranda e a quelli verificatisi, in passato, in diversi centri di questa regione, intende richiamare l’attenzione dei suindicati destinatari rispetto alle linee guida previste nel contrasto agli avvelenamenti di animali. Siamo allarmati nell’apprendere del decesso avvenuto l’altro giorno di due cani nel Comune di Colle d’Anchise perché il sindaco, in passato, era stato da noi vivamente sollecitato a cercare una soluzione per questi randagi. Purtroppo dobbiamo denunciare che, in quella sede, la nostra attività di sensibilizzazione fu bollata come superflua e inopportuna e le nostre richieste oggetto di deciso diniego. Ora, alla luce di questa notizia, siamo colpiti, arrabbiati ma, al tempo stesso, decisi a fare chiarezza sull’accaduto anche perché molti cittadini ci hanno manifestato il loro sdegno, la loro rabbia per quanto è stato perpetrato da ignoti. Le questioni più critiche, dunque, riguardano i doveri del sindaco e le azioni da intraprendere. Sinteticamente si evidenzia:

-          la mancata e insufficiente segnalazione dell’area dove si è registrato il reato. L’Istituto zooprofilattico, infatti, dopo aver esaminato i campioni deve comunicare l’esito al primo cittadino, al servizio veterinario e all’autorità giudiziaria. Il sindaco, a sua volta, deve provvedere all’apertura di un’indagine insieme alle autorità competenti;

-          ove sia accertata la presenza di esche avvelenate il terreno va bonificato entro 48 ore. La responsabilità ricade sul sindaco il quale, peraltro, deve provvedere all’apposizione di cartellonistica e ad intensificare i controlli da parte dell’autorità preposta, quale la polizia municipale;

-          il mancato rispetto dei tempi compromette i risultati delle indagini e mette in pericolo la salute di altri animali e delle persone;

-          il coordinamento delle indagini è dovere del sindaco in quanto prima autorità sanitaria.

Si ricorda, infatti, che la diffusione a mezzo stampa di fatti relativi ad avvelenamento di animali costituisce notizia di reato meritevole di approfondimenti e di azioni che il primo cittadino, in base a quanto previsto dall’Ordinanza del Ministero della Salute contingibile e urgente del 18.12.2008 (così come prorogata il 19.3.2009 e 14.1.2010), è tenuto ad eseguire in relazione ai suoi poteri in materia di salute pubblica. La distribuzione di esche, infatti, costituisce reato e, in quanto tale, gli autori di avvelenamenti vanno identificati attraverso apposite indagini e assicurati alla giustizia. Si richiama, altresì, l’attenzione sulla necessità di convocare un tavolo in prefettura al fine di analizzare il fenomeno e stabilire le linee d’azione che si intendono intraprendere da parte delle autorità competenti, anche valutando una capillare attività di formazione e informazione sul rispetto della normativa vigente a tutela degli animali. Il tavolo, in base alla regolamentazione in vigore, è coordinato dal prefetto o da un suo rappresentante ed è composto da un rappresentante della Provincia, dai sindaci delle aree interessate, dai rappresentanti dei servizi veterinari, del Corpo forestale dello Stato, degli Istituti zooprofilattici, delle Guardie zoofile e delle forze di polizia locale. Si informa che ove venisse constatata la totale e perdurante inerzia riscontrata sinora da parte delle amministrazioni comunali in occasione dei ripetuti episodi di avvelenamento, l’Enpa presenterà formale denuncia all’autorità giudiziaria. E’ impensabile, infatti, che reati commessi ad danni di animali indifesi rimangano impuniti e i responsabili continuino ad agire protetti da un generale e diffuso sentimento di omertà. Non solo. E’ inaccettabile e indegno di un paese civile che i volontari animalisti siano scherniti e mal tollerati. L’atteggiamento del sindaco di Colle d’Anchise ci intristisce ancora di più ora: se avesse mostrato collaborazione oggi, sul territorio da lui amministrato, non si sarebbero verificati dei reati penali. Gli animali sono soggetti protetti dalla legge e chi trasgredisce le norme in loro difesa va punito. L’Enpa e le associazioni animaliste in generale sono dalla parte della legge. Al riguardo si ricorda il recente rinvio a giudizio del sindaco di Bardello e della polizia locale per i presunti ritardi nell’intervenire come prescrive l’ordinanza. Attraverso quelle azioni si sarebbe potuto individuare il responsabile del reato. E’ questo che l’ENPA chiede.





                                                                            E.N.P.A. SEZ. CAMPOBASSO