18 luglio 2012

Delibera errata, 40 studenti di Melito costretti a cambiare scuola


Mafalda Amente
NAPOLI – Una delibera di giunta fin troppo superficiale rischia di sconquassare le abitudini di quaranta studenti, ‘trasportati’ da una scuola media all’altra della città come pacchi postali. Succede a Melito, piccolo centro dell’area nord di Napoli, dove 40 alunni della succursale della scuola media statale ‘Marino Guarano’ sono stati letteralmente spostati all’altra scuola media cittadina, la ‘Sibilla Aleramo’, nel piano di dimensionamento scolastico presentato in Regione.  La delibera in questione risale al 10 novembre 2011, quando la giunta comunale di Melito, presieduta dal sindaco Venanzio Carpentieri (centrosinistra), ha approvato un piano di riorganizzazione scolastica per l’anno 2012-2013 in cui  “la platea della scuola secondaria di primo grado ‘Sibilla Aleramo’  - si legge nel documento sottoscritto dall’esecutivo - verrebbe rafforzata dall’utenza scolastica che attualmente frequenta la succursale: 100 alunni provenienti dalla ex succursale ‘Marino Guarano’ di via Matteotti”. Il 14 febbraio del 2012 la giunta regionale della Campania, nel recepire la riorganizzazione prevista dalla delibera del Comune di Melito, ha approvato il dimensionamento della rete scolastica locale che prevede che gli alunni che attualmente frequentano le seconde classi della succursale di Via Matteotti della ‘Marino Guarano’ passeranno alla ‘Sibilla Aleramo’. Per effetto di ciò quaranta alunni saranno costretti ad abbandonare il corpo docenti con il quale hanno condiviso il percorso didattico per il primo e secondo anno di medie, concludendo la scuola dell’obbligo alla ‘Sibilla Aleramo’ con nuovi insegnanti e acquistando nuovi libri di testo, andando incontro ad ulteriori spese.  Il 31 maggio la stessa giunta melitese, visto il palese errore, ha cercato di correre ai ripari,a seguito delle pressioni ad opera dei genitori dei ragazzi coinvolti nella paradossale vicenda, con una nuova delibera nella quale veniva spiegato che si era trattato di una cattiva interpretazione della Regione Campania e che il Comune di Melito non intendeva cedere in alcun modo gli alunni che l’anno prossimo dovranno sostenere gli esami di terza media. Fatto sta che allo stato attuale i ragazzini saranno costretti a cambiare scuola e docenti a seguito della delibera della giunta Carpentieri dello scorso novembre, visto che l’assessorato all’Istruzione della Regione Campania pare non avere intenzione di recepire la successiva delibera interpretativa del Comune di Melito.  “Quaranta ragazzi a causa di macroscopici errori della giunta di centrosinistra stanno passando forse l’estate più triste della loro vita – ha affermato il consigliere comunale del Popolo della Libertà Luciano Mottola – Invece di rilassarsi in spiaggia e godersi il meritato riposo dopo le fatiche scolastiche, sono costretti a passare in tensione queste calde settimane, in cui l’angoscia e la paura di dover cambiare le proprie abitudini scolastiche cresce con il passare dei giorni. Dal canto nostro ci siamo messi sin da subito all’opera, attraverso il nostro riferimento politico in Regione Campania, l’On. Mafalda Amente (Pdl), per far sì che con ragionevolezza e buonsenso si possa risolvere una situazione che ha del tragicomico. I ragazzi non possono e non devono pagare gli errori di un’amministrazione comunale che ha causato guai ogni qual volta ha messo mani in questioni delicate come questa, o quella del piano traffico o quella relativa alla riorganizzazione della macchina comunale, solo per fare qualche esempio”. “Interverrò quanto prima con l’assessorato e chiederò un incontro con il provveditore agli Studi affinché venga garantita la continuità didattica a questi ragazzi che non devono pagare gli errori di superficialità e incompetenza della giunta di Melito – ha dichiarato il consigliere regionale del Popolo della Libertà Mafaldo Amente - E’ giusto che i ragazzi abbiano la possibilità di continuare il percorso di studio secondo il naturale iter, e che i loro genitori non vadano incontro ad ulteriori spese che graverebbero non poco sul bilancio familiare in un momento così particolare per il nostro Paese dal punto di vista economico”.

c.s.