04 aprile 2012

Ad Alife i bambini giocano tra i rifiuti. Il SEL denuncia lo stato di degrado del parco giochi.


Parco giochi di Alife
ALIFE. Strano ma vero, anche Alife ha il suo “parco giochi”, dove le mamme si recano insieme ai loro bambini a trascorrere qualche ora di divertimento. Soprattutto con l’arrivo della primavera sono sempre di più i bambini che usufruiscono dell’altalena, dello scivolo e del dondolo. Questo spazio pubblico si trova presso Porta Fiume, tra l’asilo nido e il parcheggio comunale. All’interno del parco è presente anche un reperto archeologico, l’antica fornace di epoca romana. Purtroppo, il tutto si ritrova in uno stato di degrado totale, così come denuncia il Circolo Territoriale del SEL Sinistra Ecologia e Liberta di Alife, tale da rendere il sito pericoloso per l' incolumità degli stessi  bambini. Il reperto archeologico è diventato ormai una discarica coperta dalla “bella” tettoia e sommersa da rifiuti di ogni genere. Lo spettacolo non cambia nemmeno per l’intero parco, dove tra un ciuffo e l’altro di erba si trovano buste d’immondizia e rifiuti di ogni genere. Numerose sono state le critiche delle mamme per la situazione di degrado che si presenta agli occhi dei cittadini e, nonostante le continue segnalazioni a chi ha il compito di tutelare  i cittadini per il loro mandato elettorale, la risposta è stata alquanto desolante, poiché il parco rimane costantemente sporco e pericoloso. Per esempio,  alla base di un scivolo, c’è un fondo di cemento che rende pericoloso l’utilizzo del gioco da parte dei bambini. “Chiediamo – afferma il circolo SEL ALIFE – maggiore attenzione per la tutela di uno dei pochi spazi verdi pubblici attrezzati del nostro paese. Molti, infatti,  sono stati dati in “gestione” a dei privati. Siamo a conoscenza della grave situazione economica lasciata dalle precedenti amministrazioni e confermata dalla stessa maggioranza, ma la città non è fatta solo di Rendiconti da approvare. Ci auguriamo che in questi mesi incomincino ad amministrare realmente, nonchè responsabilmente.”
Pietro Rossi