29 aprile 2009

Secondo Palumbo oscurare i Social Network è un atto illiberale.


Caserta. Alcuni social network hanno sostituito e velocizzato le operazioni che fino a qualche tempo fa erano svolte attraverso telefono ed email. Si sa, un nuovo mezzo di comunicazione non sostituisce quelli che c'erano prima, ma contribuisce ad avvicinare persone e velocizzare operazioni, pertanto oscurarlo diventa un atto oscurantista ed illiberale. Nella stessa maniera in cui l'indirizzo mail è diventato requisito imprescindibile del nostro vivere civile, presto anche i social network potrebbero risultare indispensabili. La riprova di quanto affermo l'hanno fornita Barack Obama e Sarah Palin, le cui campagne elettorali, al pari di quelle attualmente in corso in Italia sono state giocate anche attraverso questi strumenti. E' ovvio dunque che il problema non è il mezzo in quanto tale, ma l'utilizzo che ne viene fatto. Dal mio punto di vista auspico una regolamentazione, ma bacchetto fortemente la censura che ultimamente viene operata ai danni degli impiegati delle aziende. Facebook e gli altri social network, possono sostituire quella stessa pausa fisiologica che in molte delle aziende nelle quali si censura non viene contemplata. Più che le politiche adottate dalla Nationale Suisse e da alcune aziende del casertano che hanno oscurato il sito di Facebook, rendendolo di fatto inaccessibile ed aumentando le ore di permessi richiesti dai dipendenti, mi preme citare la ricerca svolta dall'Università di Melbourne (Australia) secondo la quale le persone che usano Internet al lavoro per motivi personali, sarebbero più produttive del 9% rispetto alle altre. Secondo quanto afferma il ricercatore Brent Coker, del dipartimento di management e marketing, «Le persone devono avere piccole distrazioni per rinfrescare la propria concentrazione». Coker sostiene infatti che un veloce giro su Internet, consente alla mente di riposarsi, portando ad una concentrazione superiore nella giornata e migliorando la produttività. Per amor di verità va però ricordato che i soggetti studiati a Melbourne potevano usare Internet per scopi personali, per non più del 20% del tempo passato in ufficio.


Ferdinando Palumbo
Vice Segretario Provinciale Ugl Caserta