17 settembre 2008

La provincia di Caserta parla di meriti, per un progetto mai decollato.


I costosissimi ospedali mobili, abbandonati da anni nel parcheggio del nosocomio matesino, potrebbero essere venduti alla provincia di Roma
CAMPER TELEMEDICINA: “ VENDIAMOLI A ZINGARETTI”
La provocatoria proposta fatta da un casertano, stufo di assistere allo spreco di soldi pubblici, per un servizio annunciato da anni, mai partito
Tre camper supertecnologici, dotati di attrezzature d’avanguardia, analisi e diagnostica. Ma gli sprechi continuano. In arrivo altri due camper muniti di una sala operatoria e di una Tac: Un nosocomio mobile che difficilmente aprirà e vedrà mai un paziente. L’inaugurazione del “servizio”- il nove marzo scorso. Un giro turistico(ndr.a Roccamonfina)- e il mesto ritorno al punto di partenza

Piedimonte Matese(Caserta)- I tre camper di Telemedicina fermi da anni nel parcheggio del nosocomio di Piedimonte Matese- finiti nel mirino di note trasmissioni televisive nazionali(nella foto Striscia la Notizia e di una trasmissione in onda tutti i giorni su ben tre reti nazionali)- potrebbero clamorosamente “essere venduti” alla provincia di Roma. La provocazione forte, “dissacrante”- fatta da un cittadino casertano- che stufo di assistere all’infinita soap-opera- dice : “Se questi tre costosissimi camper, abbandonati da anni a Piedimonte Matese, non si riesce a farli funzionare, allora vendiamoli, magari alla provincia di Roma. Nei prossimi giorni- scriverò al presidente Zingaretti. Solo così, potrebbero funzionare questi tre piccoli ospedali su quattro ruote! Acquistati con soldi di tutti. Una provocazione- destinata chiaramente a svegliare le coscienze, quindi, far partire finalmente un servizio che sognano di avere tantissime comunità italiane, situate in zone impervie della penisola. Tre piccoli ospedali mobili, dotati di attrezzature d’avanguardia(ancora poco e diventerà obsoleta), dove è possibile effettuare: diagnostica per immagini, ecografie ed ecocardiogramm , inviare e ricevere, tracciati e referti di ecografie, infine trasmissione di dati ed immagini verso ospedali per teleconsulti e videoconferenze. Un progetto ambizioso, quello della Telemedicina, co-finanziato dalla Comunità Europea tramite il POR Campania, al fine di sperimentare nuovi modelli di prevenzione e assistenza sanitaria, per rendere più incisiva l’attività sul territorio e portare assistenza anche nei luoghi più impervi, garantendo alle zone interne della provincia una più efficace e tempestiva assistenza diagnostica e terapeutica, specie nei casi d’urgenza. Finalità lodevoli, rimaste, però, sulla carta, nei 45 comuni consorziati che hanno trovato difficoltà già a mettersi insieme. Ora ci sarebbe da fornire il servizio -che ha dei costi. L’impresa non è facile- visto che le Asl campane sono note in tutto il mondo per i tagli di spesa, accorpamenti vari e riduzione del personale. I medici e paramedici che dovrebbero garantire il servizio- sono gli stessi che lavorano nelle due Asl provinciali, coinvolte nel progetto, con la provincia di Caserta. Dovrebbero in pratica attrezzarsi con il dono dell’ubiquità! L’ennesimo pateracchio targato Regione Campania. Con il sistema sanitario, prossimo all’elettroencefalogramma piatto. E intanto gli sprechi potrebbero continuare, con l’arrivo di altri due camper-contenenti una sala operatoria e una TAC. Ma il presidio ospedaliero mobile funzionerà mai?


Giuseppe Sangiovanni