04 gennaio 2014

MONS. DI CERBO FA CHIAREZZA SUI FINANZIAMENTI ALLE CHIESE TERREMOTATE


Mons. Valentino Di Cerbo

PIEDIMONTE MATESE. Il Vescovo della Diocesi di Alife-Caiazzo S. E. Mons. Valentino Di Cerbo all’indomani delle polemiche contro i presunti finanziamenti della Regione alle Chiese terremotate è intervenuto con una nota per fare chiarezza. Il terremoto, ribadisce il Vescovo Di Cerbo, colpisce soprattutto i poveri e i poveri sono la parte più fragile della società che il mistero del Natale ci invita ad accogliere e a porre al centro dell’attenzione della Comunità cristiana e delle Istituzioni civili. Il terremoto può diventare occasione di strumentalizzazione da parte di chi governa e da parte di quanti dalle disgrazie altrui si propongono di trarre vantaggi illeciti. Questo pensano i cristiani del territorio matesino a proposito della recente polemica circa i fondi previsti per il restauro delle Chiese terremotate, la maggior parte,  del nostro territorio. Qualche organo di stampa ha voluto contrapporre il restauro delle chiese alle necessità delle persone colpite dal sisma, quasi a voler lanciare il messaggio che se aggiustiamo le case e lasciamo chiuse le chiese faremmo una cosa ragionevole. Ma è così? Ma è vero che le chiese, come qualcuno vorrebbe far intendere, servono soltanto ai preti o ai devoti? Dimentichiamo spesso che le chiese nei nostri territori sono le poche, quando non le uniche, agenzie di animazione spirituale e culturale; sono tra i più significativi luoghi di incontro, di confronto, di aggregazione delle nuove generazioni e di formazione della gente a quei valori alti che permettono una vita più civile e umana, sono tra le poche porte aperte alle necessità dei poveri e dei disperati e (quasi) le uniche cose belle che impreziosiscono la nostra terra e la rendono interessante ed appetibile a quanti la vogliono visitare, perché custodi di un patrimonio di arte e di cultura che i monumenti laici, per la maggioranza, in cattivo stato, non conservano più.  Sarebbe bene, conclude Mons. Valentino Di Cerbo, che riflettessimo di più sul significato e l’utilità delle chiese per il nostro territorio, anche per evitare le gratuite polemiche di chi  - forse con l’intenzione di favorire i meno abbienti e sbandierando il consunto adagio “più case e meno chiese” -  non si rende conto del grande servizio che le Chiese e la Comunità cristiana rendono alla nostra gente. Chi vuole, lasci pure le Chiese chiuse. Si renderà conto in breve tempo del danno immenso che provocherebbe alla nostra terra, alla nostra cultura e soprattutto ai poveri. Ma come credenti confidiamo nella lucidità e nel buon senso di chi deve decidere.
Pietro Rossi