03 settembre 2013

SEMAFORO VERDE DEL GOVERNO AL PACCHETTO P.A.



On. Enrico Letta

In un momento estremamente delicato per la vita del Paese, il Consiglio dei Ministri ha fatto un primo passo, atteso e fortemente spinto dai sindacati, e dalla Cisl per prima, approvando un decreto legge (per le disposizioni più urgenti e di peso) e un disegno di legge (con normative da approfondire in Parlamento) in tema di pubbliche amministrazioni e in particolare di stabilizzazione dei precari. Un primo passo importante, che dopo anni di ghigliottina affidata alle proroghe di contratto, stabilisce finalmente un percorso per dare certezze ai 100 mila lavoratori flessibili delle amministrazioni pubbliche. Un primo passo che è però, per noi, solo il progetto di un edificio chiamato stabilizzazione. E a cui devono fare seguito tanti altri cantieri e tavoli di confronto che, anche attraverso la contrattazione, costruiscano il futuro di tutte quelle persone che spendono ogni giorno il loro mestiere e la loro professionalità a vantaggio della comunità. I punti salienti contenuti nei due provvedimenti vanno dal giro di vite su auto blu e consulenze esterne, decurtate rispettivamente del 20 e 10% rispetto all’anno passato, all’assegnazione alla Civit di funzioni esclusivamente di controllo della prevenzione e di lotta alla corruzione, mentre quelle connesse alla valutazione passeranno all’Aran. Ci sono poi misure che permetteranno di gestire meglio i processi di riorganizzazione delle amministrazioni centrali e locali, in particolare nelle soluzioni di sovrannumero, migliorando la legge sulla spending review (mobilità interna e fra amministrazioni diverse, pensionamento con requisiti pre-Fornero prorogate fino al 2015). Ma quello che più ci impegnerà nei mesi a venire sono appunto le disposizioni che riguardano i lavoratori flessibili. Anzitutto, si pone un argine al perpetuarsi del fenomeno del precariato pubblico. Mentre per coloro che negli ultimi 5 anni abbiano lavorato per almeno 3 con contratti temporanei si apriranno finalmente le procedure di stabilizzazione nei limiti delle facoltà assunzionali. Infine, l’efficacia delle recenti graduatorie pubbliche verrà prolungata fino a tutto il 2015. Sono, nell’insieme, misure che possiamo considerare positive. Ma che non risolvono di per sé il problema. Sono solo le fondamenta di un’opera che spetterà anche a noi portare avanti, attraverso il confronto con il ministro e con le amministrazioni che deve proseguire, e attraverso la contrattazione. Il cantiere è aperto; la costruzione dell’edificio, cioè una Pa riorganizzata e moderna capace di valorizzare tutto il suo capitale umano, compresi i tanti professionisti, giovani e donne con contratti flessibili, resta il nostro obiettivo. A tutte queste persone che per anni si sono costruite sul campo esperienza e professionalità, fornendo servizi fondamentali a beneficio dei cittadini, delle imprese e della comunità pur senza la garanzia di potersi sentire a tutti gli effetti come parte dell’organizzazione in cui operavano e senza godere delle stesse tutele dei colleghi “stabili”, deve rivolgersi ora tutta la nostra attenzione. Per loro non vogliamo più soluzioni tampone, e nemmeno soluzioni-parcheggio: il loro percorso di stabilizzazione deve essere parte integrante del progetto di rinnovamento del lavoro pubblico. Questi provvedimenti, finalmente, forniscono gli strumenti a questo scopo. Naturalmente dovremo essere vigili sulla loro applicazione e, se sarà necessario, anche mobilitarci per “sollecitare” le amministrazioni centrali e locali che dovessero ancora cercare di fare melina. Soprattutto, dobbiamo ricordare che questo cammino potrà essere percorso tanto più speditamente, e dare presto la certezza di una prospettiva professionale solida a tanti nostri colleghi, quanto più profonda sarà la riqualificazione della spesa e la riorganizzazione del lavoro in ogni singolo ente o amministrazione. Ecco una ragione in più per spingere sull’acceleratore dei piani di razionalizzazione! incalzare i responsabili dei nostri enti a metter mano con il nostro contributo all’esame delle voci di spesa, cancellare gli sprechi, correggere le inefficienze, ottimizzare l’organizzazione del lavoro… L’abbiamo detto sempre: le risorse ci sono. Per migliorare la qualità dei servizi, per fare più formazione, per premiare la produttività e la professionalità, per rinnovare i contratti… e anche per stabilizzare, nei prossimi anni, TUTTI i lavoratori precari! Serve la disponibilità a recuperare quelle risorse dalle sacche in cui sono finite per anni, dando un taglio a inerzie e clientelismi. Serve la volontà di gestire le risorse degli enti, sia quelle finanziarie che quelle umane, in maniera trasparente. Serve il coraggio di dare alla PA un progetto coerente e ambizioso di sviluppo. A guadagnarne saranno tutti i lavoratori pubblici e tutti i cittadini. Avremo molto da fare ai tavoli di confronto, quelli già aperti e quelli ancora da aprire. Non dobbiamo trascurarne nessuno. Spingendo per relazioni sindacali sempre più partecipative. E potremo dirci davvero soddisfatti solo quando tutti i lavoratori flessibili, di tutte le amministrazioni del Paese, avranno trovato la strada per continuare a fare ciò che hanno fatto in questi anni di incertezze, con la serenità e la dignità cui ha diritto chi fa bene il proprio lavoro.



Comunicato Stampa CISL-FP