06 marzo 2013

POLEMICHE SUGLI AUTOVELOX INSTALLATI A PIEDIMONTE MATESE.


Velo Ok presso l'entrata dell'Ospedale
Velo Ok in Via Epitaffio

PIEDIMONTE MATESE. In questi ultimi giorni i cittadini di Piedimonte Matese sono allorquando preoccupati per via dell’istallazione, all'interno del centro abitato e sulle vie di collegamento più trafficate, di alcuni Speed Check, chiamati anche Velo Ok, delle postazioni autovelox cilindriche, verniciate di colore arancione, collocati a bordo strada per dissuadere gli automobilisti più indisciplinati. Alcuni cittadini hanno fatto notare che alcune di queste attrezzature sono state posizionate  in posti inopportuni  come sulla pista ciclabile di Via Epitaffio o presso l’ingresso del Pronto Soccorso dell’Ospedale Civile di Via Matese. Mentre in città infuria la polemica su questi dispositivi, cerchiamo di capire cosa sono gli Speed Check. Praticamente  sono degli autovelox racchiusi in un totem arancione e hanno una funzione deterrente al fine di ridurre la velocità in strade con alte velocità registrate. Il limite da non superare è di 50 Km/h. Una curiosità risiede nel fatto che non tutti i totem installati sono muniti di autovelox al proprio interno, pertanto l’utente non sa se effettivamente nel totem arancione che ha appena passato, era presente il “velo ok”. L’effetto sperato è di moltiplicare virtualmente l’immagine del vigile, scoraggiando i potenziali pirati della strada. Gli organi di controllo periodicamente decidono in quali totem posizionare i Velo ok. Tutti i dispositivi sono bidirezionali, pertanto hanno la capacità di multare in entrambe le corsie. Di notte i velo ok sono muniti di una luce di colore blu, che evidenziano la presenza del totem. La vera questione che ruota intorno agli Speed Check è però di tipo normativo. Il Ministero dei Trasporti   ha emanato un parere lo scorso luglio (il parere ministeriale 4295) su sollecitazione del prefetto di Bergamo Camillo Andreana e che, in buona sostanza, boccia gli speed check: «I manufatti in oggetto (gli speed-check) non sono inquadrabili in alcuna delle categorie previste dal Nuovo Codice della Strada e dal connesso regolamento di attuazione. Dunque per essi non risulta concessa alcuna approvazione» - scrive il Ministero nel suo parere aprendo la strada alla possibilità di fare ricorsi per i multati.  Una cosa è certa, la legge prevede che non si possono elevare sanzioni con i soli totem arancioni, ma serve la presenza dell´agente di polizia locale o del poliziotto o del carabiniere. In centro abitato, infatti, sono vietati i controlli remoti, cioè con apparecchiature elettroniche per rilevare la velocità senza la presenza della pattuglia. Le sanzioni accertate solo dall´autovelox sono consentite lungo «strade a scorrimento veloce» o in punti precisi indicati dal Prefetto. Laddove, per capirsi, sia pericoloso fermare una macchina in transito. Per fare scattare la multa serve perciò un agente davanti al totem che legga la velocità del mezzo, e la comunichi ad una pattuglia che, lungo la strada, fermi in trasgressore e contesti la sanzione. Senza vigili, il totem serve solo come deterrente. Il Codice della Strada  spiega inoltre che gli apparecchi per il rilevamento e l'accertamento della "velocità pericolosa" debbano avere una omologazione specifica. Una soluzione di questo tipo risulta semplicemente irrealizzabile per adesso, perché comporterebbe la realizzazione di un rilevatore che sappia distinguere in ogni situazione e in ogni contesto possibile una velocità pericolosa da una innocua. Gli autovelox presenti sul mercato in questo momento sono in grado di certificare solamente se un veicolo ha oltrepassato il limite di velocità. All'orizzonte, dunque, si apre una nuova battaglia tra automobilisti e amministrazioni a suon di ricorsi e superlavoro per prefetture e giudici di pace che dovranno decidere in materia.
Pietro Rossi



L’amministrazione comunale di Piedimonte Matese fa chiarezza sull’installazione dei Velok ad azione deterrente

Come è noto da qualche mese, l’Amministrazione comunale di Piedimonte Matese ha voluto promuovere sul territorio comunale un piano per la sicurezza stradale battezzato “Noi sicuri”, in risposta alle numerose segnalazioni e richieste pervenute dalla cittadinanza, predisponendo l’installazione, nelle principali arterie stradali cittadine, di dissuasori conosciuti come “Velok”. Scopo di queste strutture, come ribadito dal sindaco Vincenzo Cappello e dall’assessore delegato Marcellino Iannotta, non è “fare cassa”, ma quello di introdurre deterrenti alle infrazioni dei limiti di velocità, inducendo l’automobilista al rispetto delle norme lungo tutta la tratta in cui sono posizionate le cabine. Sono 20 quelle previste,  alcune sono state già installate in questi giorni lungo la SP 331, via Aldo Moro, via Sannitica, via Matese e via Vecchia per Alife. Altre sono in fase di posizionamento. E’ opportuno evidenziare, per prevenire sterili polemiche, che i Velok sono strutture non omologate, e quindi non autorizzate a compiere rilevazioni sulla velocità. Sono prive delle apparecchiature preposte a questa attività. Svolgono una funzione dissuasiva contro l’infrazione dei limiti massimi di velocità, e costituiscono pertanto strumenti di supporto alla rilevazione, come i cavalletti o i veicoli di servizio solitamente utilizzati. Omologato deve invece essere il dispositivo che sarà posizionato al loro interno. Questo posizionamento avverrà ciclicamente a partire dai prossimi giorni, alla presenza degli organi di polizia, e le date di questi interventi verranno rese note a tutti gli automobilisti attraverso le comunicazioni pubbliche del Comune. Passerà tuttavia qualche giorno, in maniera tale da permettere ai cittadini di acquisire consapevolezza delle cabine, e all’Amministrazione comunale di compiere nuove analisi sugli effetti dei Velok sui comportamenti scorretti degli automobilisti, senza mai elevare sanzioni. Ecco perché sinora non sono stati posizionati segnali di preavviso. Successivamente, una volta attivati i dispositivi di rilevazione, si provvederà a rispettare tutte le disposizioni del Codice della strada per quanto riguarda forme, dimensioni, colorazioni e contenuti dei segnali di preavviso. Le scelte dell’Amministrazione comunale di Piedimonte indicano quindi la volontà di difendere e garantire la sicurezza stradale di ogni cittadino, e non, invece, quella di tartassarlo. Una necessità per l’Esecutivo della città, soprattutto a fronte dei significativi risultati emersi da un’analisi del traffico compiuta nella prima settimana di febbraio sulla SP 331. E’ emerso che su 78.335 veicoli transitati, 52.499 non hanno rispettato il limite di 50 Km/h (il 67%); di questi 14.076 hanno oltrepassato il limite di 20 km/h. Numerosi sono stati anche i passaggi a oltre 200 km/h. Ulteriori chiarimenti saranno esposti nel corso di una conferenza stampa convocata a breve.
Comunicato Stampa Sindaco Vincenzo Cappello