25 ottobre 2012

Tumore del retto: la tecnica T.E.M. si diffonde anche in Campania.


Prof. Salvatore Spagnuolo

PIEDIMONTE MATESE. Il cancro del retto è tra le patologie più diffuse nel nostro paese. Per avere chiarimenti sull’argomento, abbiamo intervistato il Prof. Salvatore Spagnuolo, specialista in Chirurgia generale e Primario del reparto di Chirurgia della clinica Athena-Casa di Cura Villa dei Pini di Piedimonte Matese. “Il cancro del colon-retto” ci spiega il professore “rappresenta la terza neoplasia più frequente sia nel sesso maschile che in quello femminile. Costituisce la seconda causa di morte per cancro nei Paesi occidentali. Le neoplasie rettali comprendono approssimativamente il 25% dei tumori ad insorgenza nel grosso intestino. E’ stimato, infatti, che ogni anno vengono diagnosticati circa 40.000 nuovi casi di tumore del retto”. Ogni paziente è un caso diverso dagli altri per questo, aggiunge il professore, “il processo decisionale circa la scelta del trattamento più adeguato è sicuramente complesso; infatti oltre alla valutazione della possibilità di ottenere un trattamento curativo o palliativo, come si verifica nel caso del colon, entrano in gioco altri fattori come il risultato funzionale e la probabilità di mantenere o ricostituire una normale funzione intestinale e anale”. Anche se il tumore del colon è una patologia importante e colpisce funzioni vitali per il paziente, le moderne tecniche diagnostiche e chirurgiche sono in grado di consentire con precisione la localizzazione e l’asportazione della neoplasia. “Grazie alle attuali attrezzature diagnostiche, come la colonscopia o la tac”, ci spiega il professore, “è possibile localizzare il punto preciso in cui si è sviluppato il tumore e l’eventuale diffusione del tumore stesso. Il passo successivo è rappresentato dalla scelta delle opzioni di trattamento: la chirurgia, preceduta (cosiddetta terapia neo adiuvante) o seguita da chemioterapia e radioterapia. La chirurgia, quando possibile, rappresenta sicuramente il principale trattamento dei pazienti con diagnosi di cancro del retto.” Diversi sono anche i trattamenti chirurgici, ma chiediamo al prof. S. Spagnuolo di illustrarci la tecnica della cosiddetta TEM, tanto conosciuta tra le metodiche d’avanguardia, ma ancora poco diffusa in Campania “TEM è acronimo di microchirurgia endoscopica transanale ed è una tecnica chirurgica che permette l’escissione locale delle neoplasie rettali sfruttando il “canale anale”come porta di accesso al tumore. La T.E.M. offre importanti vantaggi: utilizzando una via d'accesso naturale al campo operatorio si evitano cicatrici e demolizioni di strutture anatomiche. L'incidenza di complicanze è molto bassa, le perdite ematiche sono ridotte, il dolore post-operatorio è praticamente assente, la degenza è breve ed i risultati funzionali sono soddisfacenti tali da permettere una precoce ripresa dell'attività lavorativa. E’ molto importante però la scelta accurata dei pazienti da sottoporre a TEM: il tumore non deve essere localizzato oltre 20 cm dalla rima anale e non deve aver invaso completamente la parete del viscere. A queste condizioni è possibile asportare tumori benigni o maligni del retto evitando al paziente interventi resettivi altamente demolitivi e mutilazioni anorettali che prevedono anche il ricorso ad ano preternaturale (resezioni anteriori del retto, amputazione del retto per via addomino-perineale). Ci assicura il prof. Spagnuolo che un’alta percentuale dei pazienti dopo il trattamento chirurgico ritorna a svolgere le sue funzioni quotidiane e a vivere una vita normale.

Pietro Rossi