Adelaide Tronco |
Prima della pausa estiva in cui anche chi non va al mare ha
diritto a distrarsi dai gravi problemi del nostro Paese, della nostra Regione
ed ancor più della nostra città, è necessaria una riflessione. Il mio pensiero,
più volte espresso in questi lunghi mesi di crisi, l’ho ritrovato a chiare
lettere in un articolo dell’Espresso del 12 giugno a firma di Luigi Zingales.
Lui come me sostiene una verità oggettiva (dati alla mano!) che solo chi non
vuol vedere riesce a negare: la madre di tutti i problemi dell’Itala e di
conseguenza di ogni provincia e città di quello che “fu” il Bel Paese è la
questione morale. Come si può uscire da una crisi di tali proporzioni se
l’Italia è costretta ad una lotta estenuante tra il tentativo di alzare il PIL,
di rimettere in moto l’economia, di tenere a bada lo spread e quello di
convivere con la corruzione dilagante che trascina tutti noi verso il basso ...
in tutti i sensi ed i tutti i campi. Ormai la questione non è solo
circoscritta alla “casta”, alle mazzette, al nepotismo ed ai favori più o
meno palesi e odiosi di cui usufruiscono i “miracolati” da una politica ormai
marcia ed iniqua, ora l’assenza di un codice morale sociale è penetrato
profondamente e capillarmente nel tessuto sociale e dobbiamo farci i conti
tutti noi ogni giorno. Sembra non salvarsi alcun settore, dai medici ai
calciatori, dal dirigente all'impiegato. Ormai la “mazzetta” la fa da
padrona sul merito facendo tracimare la questione morale inesorabilmente nella
questione economica perché impedisce alle imprese meritevoli, capaci e dalle
idee innovative di crescere all’interno di una sana competizione di mercato. Il livello di indecenza, di totale assenza di
pudore di coloro colti con le “mani nella marmellata”, l’assenza di conseguenze
(e non mi riferisco solo a quelle penali ma anche in termini di
disapprovazione sociale) per i “furbetti” di turno e di indignazione
pubblica non mi rendono ottimista per il futuro. Solo la società può guarire se
stessa, non senza pagare un prezzo, non senza coraggio e determinazione
collettivi di cui purtroppo non percepisco alcun segnale… Ora godiamoci le
vacanze al mare o in città, fingiamo di vivere in un Paese normale senza il
rischio del fallimento di un'intera regione, di perdere la tredicesima, di
vecchie politiche che si ripropongono senza ritegno e senza idee … a settembre
ritroveremo tutto come lo abbiamo lasciato. Ci saranno responsabilità che ognuno
dovrà assumersi per il nostro futuro e molti di noi continueranno
silenziosamente a combattere la propria battaglia quotidiana al lavoro, in
politica, nella società, perché è nostro dovere tentare di ripulire questo
Paese, per noi, per questa terra e per le nuove generazioni.
Adelaide Tronco
presidente provinciale
CLAAI