27 settembre 2011

L’AZIONE CATTOLICA PRONTA A DARE IL PROPRIO CONTRIBUTO IN POLITICA.


Cristina Palumbo
PIEDIMONTE MATESE. In questo periodo di crisi profonda della vita politica del nostro paese, si è aperto forte il dibattito nelle varie forze politiche e nella vita sociale alla ricerca di soluzioni. L’impegno dei cattolici in politica è stato il tema portante del Convegno organizzato dall’Associazione “Don Luigi Sturzo” tenutosi alcune settimane fa a Piedimonte Matese che ha aperto un dibattito su cui si sono confrontati associazioni, chiesa locale e politici. L’Azione Cattolica Italiana ha fornito per anni un importante contributo alla formazione di una classe politica ispirata ai valori evangelici e che ha scritto pagine di rilievo della politica italiana. A tal proposito abbiamo rivolto alcune domande al Presidente Diocesano dell’A.C. Dott.ssa Cristina Palumbo.
-           Dott.ssa Palumbo in questo momento di crisi cosa pensa dell’impegno dei cattolici in politica?
-           Come presidente diocesano dell’Azione Cattolica, sento molto vivo il tema dell’impegno dei cattolici nel sociale e ancora di più in politica.  L’attuale situazione è più complessa, perché anche l’azione cattolica, come del resto tutta la realtà associazionistica italiana, sta attraversando un forte periodo di stasi. La crisi, infatti, che sta imperversando, a differenza di quanto si vede in tv, non è solo economico – finanziaria, ma anche e soprattutto sociale e culturale. Di conseguenza anche la classe politica ne paga le conseguenze e non meno il mondo dei laici cattolici impegnati.
-           Perché i Cattolici si dovrebbero impegnare in politica?
-           Tutti i cittadini hanno il dovere di partecipare, e questo è uno dei principi cardine delle democrazie. Partecipare, scegliendo tramite le elezioni, i legislatori e i governanti. Partecipare, anche in altri modi, alla formazione degli orientamenti politici e delle scelte legislative. Anche i cattolici, in primis come cittadini, sono chiamati a partecipare alla vita pubblica: “I fedeli laici non possono affatto abdicare alla partecipazione alla vita politica, ossia alla molteplice e varia azione economica, sociale, legislativa, amministrativa e culturale destinata a promuovere organicamente e istituzionalmente il bene comune”, come ci ricorda Giovanni Paolo II nell’esortazione post sinodale Christifideles laici, che rappresenta una vera magna charta per il laicato cattolico.
-           Chi sono i Cattolici in politica?
-           La storia della politica italiana dello scorso secolo, che ha posto le basi alla nascita dell’odierna repubblica, come è ben noto, è stata anche il frutto del copioso contributo che i cattolici hanno dato. L’associazionismo cattolico, del resto, accantonato il pericolo di strumentalizzazione politica, continua a rappresentare una scuola di formazione di tanti che decidono poi di impegnarsi in prima linea. Si tratta di qualificare un servizio alla persona e alla società, che mentre nel volontariato associazionistico ha un carattere informale e poco visibile, nell’impegno politico invece assume un’ufficialità e una maggiore incisività. Ma si tratta pur sempre di un servizio, che fonda nella gratuità e nella corresponsabilità l’elemento di qualificazione.
-           Cattolici in politica, in che modo?
-           Questa grande eredità   ci spinge ad assumere con responsabilità il difficile compito dell’impegno civile e politico, tenendo ben presente l’esempio di coerenza che questi testimoni ci hanno dato. Le emergenze da affrontare sono tante e tutte impellenti. Innanzitutto riaffermare l’urgenza di contribuire direttamente alla crescita della comunità ecclesiale e della società civile in cui viviamo. Essa si pone nella logica del portare frutto nei diversi ambiti della vigna del Signore. Dal mio punto di vista mi sento di dire che la nostra associazione, all’inizio di questo nuovo triennio, intende porsi in un atteggiamento di piena disponibilità e dialogo con tutti i cattolici che intendono davvero impegnarsi in politica, senza pregiudizi di sorta, soprattutto dedicandosi ad un appassionato dibattito nella progettazione e nella individuazione delle priorità su cui lavorare. Alla stagione del dietro le quinte, deve subentrare quella del confronto serio e sincero. L’Azione cattolica penserà a quelle forme, tipo laboratorio o altro, in cui far continuare, con la collaborazione degli assistenti e sotto la guida del nostro Vescovo, l’impegno irrinunciabile alla ricerca del bene comune nella logica del servizio e non del potere.

Pietro Rossi