28 agosto 2011

Il ruolo del GAL alto casertano nello sviluppo locale.


Piero Cappella
PIEDIMONTE MATESE. Gli ”addetti ai lavori” dello sviluppo rurale sono impegnati, nonostante questo periodo di forte ed intensa crisi economica, a “pensare” quale possa essere l’evoluzione dei processi di crescita accompagnata delle aree rurali interne. In Italia il processo è un po’ in secondo piano rispetto ad altri Paesi, ma tanto lavoro è stato già fatto. L’Unione Europea, pur di coinvolgere tutti i territori rurali in una crescita sostenibile ed equa, ha pensato ad un piano di incentivi che partendo dalle esigenze dei territori stessi convogliasse negli stessi delle risorse finanziarie necessarie per dare l’avvio ad un diverso processo di crescita. Un processo caratterizzato dalla conoscenza delle esigenze che solo chi opera attivamente in un territorio, può rilevare. Sono nate iniziative e programmi che proprio dal 1992 sono state racchiuse sotto il filone del LEADER. I soggetti promotori a livello locale di quanto era stato definito a livello comunitario sono stati i Gruppi di Azione Locale (GAL), dei partenariati formati da soggetti pubblici e privati che costituendosi giuridicamente in Associazioni, Consorzi, Società (ma comunque soggetti privati), si impegnavano a realizzare quanto proposto dalle comunità locali. Anche il GAL Alto Casertano ha visto la sua costituzione nel 1992. Uno tra i primi obiettivi che il GAL Alto Casertano si è posto sin dalla sua nascita è stato quello di puntare a Migliorare la Qualità della Vita delle Popolazioni Locali: favorire, cioè, la permanenza sui territori di appartenenza, dei cittadini, facendo prendere consapevolezza di quanto sia particolare la nostra terra. Da tale principio sono scaturite tutte le idee, trasformate poi in progetti ed attività, che hanno consentito la nascita e la crescita dei primi agriturismi nel territorio più interno della provincia di Caserta, di promuovere la creazione di imprese, di facilitare l’autoimpiego, di promuovere la partecipazione delle imprese agroalimentare sui mercati esteri, di favorire la diffusione di un comportamento eco-sostenibile, di accompagnare i territori verso un modello di sviluppo in linea con i propositi di Agenda XXI. I “finanziamenti” che corrispondono a proposte e progetti provenienti dal territorio , ha ribadito il Direttore Pietro Cappella, “finiscono” là dove vengono richiesti: imprese, comunità, enti. Il tutto monitorato e certificato non solo da organismi regionali e ministeriali, bensì anche dalla Corte dei Conti Europea. Il GAL non è un ente pubblico: è un organismo privato pensato dalla UE per accompagnare le Regioni nel raggiungimenti degli obiettivi di politica economica (intesa nella sua accezione più ampia) e sociale, diretti allo sviluppo rurale delle aree interne. In questa fase della programmazione 2007/2013 i GAL (in Campania sono 13) hanno il compito di portare a compimento l’attuazione dell’Asse 4 del Piano di Sviluppo Regionale per raggiungere gli importanti obiettivi che la Regione Campania si è prefissata: aumentare la competitività favorire la diversificazione economica contribuire alla tutela ambientale. Il ruolo che, in tali processi, svolgono i GAL, è quello di coniugare, condividere e mettere in sinergia tutte le forze endogene: l’approccio, il bottom-up, così tanto promosso dalla Unione Europea, oggi è diventato una modalità di trasferimento del know-how, di aggiornamento delle competenze, di coinvolgimento degli operatori e degli attori di un’area rurale. Per far ciò, tuttavia, è fondamentale l’apporto che ciascun soggetto, sia esso un ente, una amministrazione, una comunità di cittadini, può mettere a disposizione degli altri. Per la programmazione 2007/2013, che si concluderà nel 2015, il GAL Alto Casertano ha definito con l’assistenza del partenariato e dopo una serie di consultazioni locali, un Piano di lavoro (il PSL) al cui interno sono previste sia Misure (ossia progetti) direttamente collegate al Piano della Regione, le Misure, cioè, relative ai due Assi 1 Miglioramento della Competitività, e Asse 3 Qualità della Vita nelle zone rurali e Diversificazione dell’economia rurale,  e sia Interventi (denominati Azioni specifiche Leader) che possono considerarsi trasversali all’intero disegno strategico (Valorizzazione delle Risorse territoriali, Reti Locali, Azioni Collettive) . I soggetti destinatari degli aiuti sono soggetti pubblici (Enti Locali, Associazioni, Partenariati pubblico/privato) e soggetti privati (Organismi, Imprese, Consorzi, Associazioni), selezionati secondo criteri ispirati alla trasparenza e al rispetto delle norme regionali, nazionali e comunitarie.

Pietro Rossi