20 agosto 2011

IL REFERENTE DI FARE VERDE ALTO CASERTANO LANCIA UN APPELLO AGLI AMMINISTRATORI PER UNA AZIONE CONGIUNTA CHE SALVAGUARDI LE PICCOLE COMUNITA’.

Roberto Civitella

PIEDIMONTE MATESE. Sulla questione del taglio dei Comuni al di sotto dei mille abitanti che interessa ben sei municipalità dell’alto casertano è intervenuto anche il referente dell’Associazione ambientalistica  Fare Verde  Roberto Civitella che ha espresso la sua viva preoccupazione. Cancellare, con un taglio semplicistico e per di più con legge dello Stato, ribatte Civitella, senza tenere conto della storia, delle tradizioni e delle specificità locali una piccola o grande comunità è semplicemente ridicolo ma, in questa fase, dovremmo tutti evitare conclusioni affrettate magari evitando di schierarci dalla parte di uno dei due opposti schieramenti in campo che vedono, da un lato, i vari supporters del “Piove: piccolo Sindaco ladro!” i quali desidererebbero tagli indiscriminati e draconiani non solo per i piccoli comuni e dall’altro lato, invece, tifosi idealisti e retorici pronti a difendere ad ogni costo il proprio campanile.  Ad una prima lettura del decreto, infatti, non è ancora chiaro se i piccoli comuni dovrebbero essere accorpati, soppressi o ne dovrebbero essere ridimensionati esclusivamente gli organi amministrativi o di rappresentanza ma, di certo, trovo quanto meno singolare che la lotta agli sprechi debba riguardare unicamente i comuni poco popolosi escludendo a priori quelli ad alto indice demografico. In realtà la gestione comune o associata di alcune funzioni fondamentali come la polizia locale, la viabilità, i trasporti e, soprattutto, la gestione del territorio e dell'ambiente necessitano già da tempo assolutamente di una visione d’insieme che andrebbe resa operativa subito (sarà obbligatoria anche per altri servizi a partire dal 2013) e non solo per i comuni piccoli o poco popolosi.  Per restare nella nostra provincia, continua Roberto Civitella, non vedo perché la gestione comune o associata dei servizi debba riguardare solo i borghi dell’alto Casertano - che tra l’altro rientrano in aree disagiate - e non debba valere, ad esempio, per quei comuni che affacciano sulla strada statisticamente più trafficata d’Italia che è la Statale Appia? Da Capua a Caserta passando per Santa Maria Capua Vetere è forse innegabile che San Prisco, Casapulla, Macerata, Portico, Casagiove e tutte le varie cittadine limitrofe ormai non sono già di fatto un tutt’uno? Le maggiori associazioni ambientaliste stanno già lavorando per formulare proposte ed anche noi di Fare Verde aspettiamo di conoscere il testo nel dettaglio per avanzare eventuali proposte di modifica.
Approfitto  per lanciare un appello ai sindaci dei comuni dell’Alto Casertano perché, comunque andrà a finire, questo decreto, rappresenta solo l’avvio, e non è questione di questo o quel colore politico, di un processo decisionale destinato ad incidere radicalmente sul destino delle nostre genti mentre noi, rispetto da altri territori italiani dove la politica locale si è mossa in tempo, siamo paurosamente indietro. I nostri borghi ed i nostri boschi sono una risorsa per l’intera provincia ma le amministrazioni comunali non devono chiudersi a riccio nei loro territori ma, al contrario, c’è un assoluto bisogno di superare ridicole ed anacronistiche gelosie. I primi cittadini devono riunirsi, consultarsi sentirsi al telefono anche più volte al giorno se necessario, ma tutti devono finalmente aprirsi alla cosiddetta società civile: professionalità locali, aziende, soggetti economici piccoli e grandi, associazioni locali e sovracomunali non vanno tenute fuori dai processi decisionali ma coinvolti subito nelle piccole e nelle grandi scelte locali. I sindaci non devono più atteggiarsi a prime donne ma diventare i registi del processo di rinascita dell’Alto Casertano.
 
Pietro Rossi