05 novembre 2009

PIEDIMONTE MATESE ONORA I CADUTI DI TUTTE LE GUERRE.

PIEDIMONTE MATESE. Una mano sconosciuta ieri mattina ha posato un mazzetto di fiori nella bocca del vecchio, arrugginito cannone che da anni è presenza storica di Piazza Europa. Un’immagine simbolica, che meglio non poteva rappresentare il significato più profondo della cerimonia di commemorazione dei caduti in guerra che come ogni quattro novembre ha luogo ai piedi del Monumento ai caduti, e non soltanto ricorda le vittime di ogni guerra, ma volge l’attenzione anche all’importanza della memoria quale fondamento di un futuro di pace. E come ogni anno anche ieri il centro di Piedimonte Matese era addobbato di tricolore per conferire una cornice solenne alla manifestazione, evento centrale della Settimana della Memoria, quest’anno alla sua seconda edizione, dopo il successo d’esordio tra le kermesse cittadine. Nelle prime ore del mattino, c’è stato il raduno degli studenti, ex combattenti, reduci e autorità civili e militari per rendere omaggio agli uomini illustri della Città, per poi iniziare il corteo diretto al Monumento di Piazza Europa. All’ombra dei platani che custodiscono il Monumento è stata celebrata la cerimonia, moderata da Marianna Pece. Un “no” alla guerra forte e chiaro è stato il messaggio degli oratori, dopo la deposizione della corona di alloro ai piedi del monumento. “La guerra non serve a niente se non a distruggere vite umane e ricchezze – ha affermato il sindaco Vincenzo Cappello – non produce vincitori ma solo sconfitti. L’amministrazione comunale che rappresento sta facendo il possibile affinché ricorrenze questa diventino sempre più occasioni di riflessione, di confronto, altrimenti il nostro passato rischia di non aiutarci a comprendere il significato del presente”. A scandire la mattinata, l’intervento del presidente dell’Associazione Combattenti e Reduci Stefano Micelli, la “lezione di storia” del presidente della Comunità Montana Fabrizio Pepe, che hanno lasciato poi spazio alla lettura del bollettino di guerra da parte del cavaliere Armando Carbone e dell’appello dei caduti. Infine don Salvatore Zappulo ha celebrato l’Eucaristia, lasciando agli studenti presenti una riflessione sull’inutilità della guerra: il suo pensiero è andato a Papa Benedetto XV, il quale novant’anni fa, nel pieno del primo conflitto mondiale, lanciò alle potenze belligeranti la sua condanna morale della guerra, definendola una “inutile strage”. Una definizione che tutt’oggi riecheggia, da cui le giovani generazioni hanno il dovere di trarre insegnamento.

Michele Menditto