02 novembre 2009

MORLANDO DENUNCIA ALLA REGIONE CAMPANIA LE DIFFICOLTA' NELLA GESTIONE DELLA DEPURAZIONE DELLE ACQUE.


La Hydrogest Campania SPA, società che ha in concessione gli impianti e la rete di collettori per la depurazione dei liquami provenienti da molti comuni dell’hinterland napoletano e della provincia di Caserta, ha comunicato l’impossibilità del pagamento degli stipendi di ottobre ai circa 450 dipendenti. Già alla metà del luglio scorso, la protesta delle maestranze della Hydrogest mise in ginocchio il sistema di smaltimento dei reflui urbani ed industriali in tutti i suoi impianti di Cuma, Acerra, Foce Regi Lagni, Marcianise, Napoli Nord, compromettendo la stagione balneare a Napoli e Caserta. Adesso che è inverno i cittadini possono anche morire? Dove sono “quei” politici sempre pronti a mettersi in prima fila quando si accendono i riflettori …? L’ennesima farsa che si ripete periodicamente mentre gli scandali nel settore ambientale sono quotidiani…ma i responsabili, specialmente i dirigenti, quando verranno cacciati via e condannati ?
Tommaso Morlando (nella foto)
(Centro studi officina volturno)
DENUNCIA
Sono anni che si dicono le stesse cose…Riunioni infinite tra Hydrogest , Regione, Comuni, Prefetture e operai…alla fine hanno tutti ragione…ma non è così. Ci sono chiare responsabilità, sembra di assistere ad una nuova odissea tipo quella dei rifiuti. Da ex assessore all’ambiente del comune di Castel Volturno ho seguito da vicino e con grande attenzione l’evolversi di questa vicenda…I verbali delle riunioni a cui ho partecipato parlano chiaro.
Continuo a denunciare sempre la stessa cosa:
Perché il comune di Castel Volturno non chiede il danno ambientale causato dai comuni sprovvisti di impianti di depurazione ?
Perché le associazioni dei balneari si fanno sentire solo in estate?
Sono anni che denunciamo la cattiva gestione e nulla di concreto viene fatto…anche se gli errori partono da lontano….?
BASTA !!!
L’economia e non solo, del nostro territorio viene distrutta e i tempi di recupero non ci sono … cosa si aspetta ad intervenire con azioni forti e di denuncia eccezionali….visto che gli stessi amministratori della Hidrogest temono conseguenze penali?
I politici della provincia di Caserta e della regione Campania dove sono?
Seppur informati dettagliatamente, sono silenti …quindi: compiacenti e conniventi con questa gestione disastrosa…tra poco verranno a chiederVi i voti ….ricordatevi di cosa NON hanno fatto per il territorio… e .cacciateli fuori.
Tommaso Morlando
DICHIARAZIONI DELLA DIRIGEZA DELLA HIDROGEST
«Siamo pronti ad andar via anche domani. Ci stiamo rimettendo la faccia e temiamo conseguenze penali. O la Regione Campania ci garantisce quanto prima le condizioni per gestire i depuratori secondo le regole, o risolveremo unilateralmente la convenzione».
Enzo Papi, presidente di Hydro­gest (già top manager della Cogefar Impresit, coinvolta nelle inchieste di tangentopoli…) fa i conti con il bubbone dei cinque depuratori gestiti dalla sua società: Acerra, Cuma, Napoli Nord, Villa Literno e Marcianise. Impianti che cadono a pezzi nonostante nel 2003 la sua società (controllata al 90% da Termomeccanica) abbia vinto la gara di appalto proprio per adeguarli e gestirli.
Ieri l’ing. Papi ha partecipato al convegno sul ciclo integrato delle acque — promosso dall’assessore all’Ambiente di palazzo Santa Lucia, Walter Ganapini — e ha lanciato il suo ultimatum alla Regione. «Materialmente — ha spiegato — noi abbiamo iniziato a gestire i depuratori a novembre 2006, perché, per tre anni siamo rimasti in attesa che il Tar si pronunciasse sul ricorso degli altri concorrenti. Avremmo dovuto investire, certo, ma il Commissariato alle Acque avrebbe dovuto girarci i canoni per la depurazione fognaria dovuti dai Comuni o dagli enti che gestiscono per conto di questi ultimi la distribuzione dell’acqua. Non abbiamo avuto mai nulla. Vantiamo un credito di 50 milioni e intanto abbiamo dovuto fronteggiare le spese correnti, a cominciare dal pagamento degli stipendi ai circa 450 dipendenti ».
Ammette: «È vero, i depuratori che abbiamo ereditato sono altamente degradati. Nessuno di essi è in possesso delle autorizzazioni allo scarico, o forse solo qualcuno, ma con mille eccezioni». Aggiunge: «Non accetteremo di rimanere in questa situazione, inerti, esposti alle inchieste della Procura e alle critiche dell’opinione pubblica». A palazzo Santa Lucia Hydrogest chiede di rivedere la convenzione stipulata nel 2003 e di garantire nei confronti delle banche il credito vantato dalla società. In questo modo, è la tesi del gruppo partecipato al 40% da Banca Intesa, gli istituti di credito potrebbero finanziare gli investimenti indispensabili alla manutenzione dei depuratori e alla rifunzionalizzazione degli stessi, prevista dal project financing varato nel 2003.