18 ottobre 2009

GLI OPERATORI DI CELLOLE ATTENDONO IL PIANO COMMERCIALE PER FAR FRONTE ALLA CRISI.


CELLOLE. Un economia da rifondare, da rimodulare, da ricreare. La crisi economica pare lasciare queste sensazioni sul territorio cellolese, misto a diverse speranze per il prossimo futuro. L'indotto industriale è stato praticamente spazzato via o poco ci manca. In pochi anni si è passati dalla presenza di diverse medie imprese sul territorio alla quasi totale chiusura degli impianti, i cui operai erano in gran parte cellolesi. Basti pensare alla Morteo Soprefin ed alla Formenti Seleco con i quasi mille operai appiedati, oppure al caso palesato di recente della Manucor. Quest'ultima lascia a casa, in cassaintegrazione speciale, ottanta dipendenti e nel prossimo futuro potrebbe lasciarne a casa altre 180. Aggiungiamoci la cassaintegrazione a rotazione in atto presso l'impianto farmaceutico della ICI, su territorio del Comune di Cellole, e la frittata è bella che cotta. I conti continuano a essere rossi anche sul fronte del turismo. Gli operatori balneari hanno denunciato l'anno più brutto dell'ultimo ventennio, e l'ultimo ventennio non è stato il più roseo per Baia Domizia. Stessa identica situazione per gli altri operatori del settore terziario in campo del commercio, dell'edilizia, della ristorazione e dell'alberghiero. Si aggiunga il progressivo depauperamento del commercio locale in favore dei grandi centri commerciali, meglio raggiungibili con gli odierni collegamenti e con prezzi maggiormente favorevoli per il consumatore medio, e si noterà la situazione. Proprio il settore commerciale attende il famoso piano commercio, annunciato da anni e mai giunto neppure alle fasi preliminari. La rimodulazione di questo campo potrebbe fungere da incentivo agli imprenditori locali, tutti di piccole dimensioni, a reinvestire sulle proprie attività e attivare un circolo virtuoso verso l'uscita dalla crisi economica. Un tale piano ha bisogno di diversi anni per giungere all'approvazione finale e, dunque, ci si chiede perché non si inizia a discuterne pubblicamente?
(nella foto il Sindaco di Cellole Antonio Lepore)

Elio Romano