19 novembre 2008

Terra Nostra contesta Ganapini.


Caserta. L’assessore regionale Ganapini (nella foto)vuole contornare Caserta di inceneritori di immondizia. Le contraddizioni delle ideologie sono merce corrente nel nostro tempo e così anche l’ecologismo campano non si sottrae a questo fenomeno moderno. Dopo aver sacramentato, manifestato, urlato per anni contro l’incenerimento considerato il pericolo estremo per l’ambiente causa la emissione di diossine, nano particelle, furani etc gli ecologisti nostrani stanno optando per il coincenerimento. Un procedimento che utilizza opifici, cementifici e centrali termoelettriche come inceneritori. Il team di Walter Ganapini, assessore all’ambiente della regione Campania, chiamato per meriti speciali da Bassolino, sta lavorando da tempo alle linee programmatiche del piano rifiuti con un progetto micidiale che vuole contornare Caserta di bruciatori impropri di rifiuti. Nel documento redatto a palazzo Santa Lucia ed in itinere per avere l’approvazione del parlamento regionale si stanno individuando tutti i luoghi possibili per passare i rifiuti accumulati in questi anni nel fuoco. I due cementifici che sono alle porte del capoluogo di Terra di Lavoro sono i siti privilegiati di questa strategia piromane, insieme ad alcune centrali termoelettriche di dubbia efficienza a Marcianise e Maddaloni. Si sta tessendo un reticolo mortale intorno alla conurbazione casertana che vedrà tra poco l’apertura del termovalizzatore di Acerra (che basterebbe alla bisogna) contornato di altri focolai di emissione. La particolarità è che il progetto di Ganapini, guru dell’ambientalismo, trova la sponsorizzazione di esponenti locali di quel mondo oramai tramontato del milieu “verde” campano. La ragione di questa improvvida scelta dell’assessore e del suo seguito è da individuare nell’ansia di contrapposizione al piano targato Berlusconi /Bertolaso. Il paradosso è che per boicottare la costruzione di inceneritori si apri la strada al coincenerimento diffuso. La misconoscenza del territorio aggrava una scelta che sta portando a concentrare su Caserta città una messe di camini attivi nella termocombustione di materiale per sua vera natura tossico. Non è un mistero che il CDR prodotto in Campania non è di qualità e la stessa norma di legge nazionale impedirebbe di bruciare questi scarti non solo di natura domestica ma anche di altro (peraltro è da considerare ogni residuo industriale infilato nelle balle di Bassolino). Ma come dei pompieri incendiari l’allegra comitiva dei nostri ecologisti invece di far costruire immaginari altri termovalizzatori ne ricerca di già disponibili. In realtà al danno di impianti obsoleti o mal messi (quali il cementificio Moccia o la centrale elettrica di Marcianise) si aggiungerebbe l’uso di CDR non di qualità, il tutto in un contesto di forte presenza demografica. Per usare un paragone grossolano potremmo dire che Ganapini, Viale & Compani sono come quel marito che per far dispetto alla moglie si taglia gli attributi. Ma se questi due capataz ambientali hanno la scusante di non conoscere il territorio non c’è esimente per gli esponenti locali di questa forma di collaborazionismo incendiario. Gli amici casertani del coincenerimento sono gli stessi che si sono sempre astenuti dal prendere iniziative concrete a difesa dell’ambiente del capoluogo. In tutte le vicende legate ai cementifici ed alle cave si lamenta l’assenza delle associazioni classiche e dei partiti dell’ambiente. Di contro gli stessi si sono sempre precipitati ad ogni stormire di foglia in altri luoghi a perorare cause ecologiste, certamente benemerite ma sempre e comunque estranee al territorio di Caserta. La questione ideologica e le sue contraddizioni potrebbe non rilevare alla gente comune, solo che in mezzo a questo conflitto demenziale c’è proprio la popolazione che si trova tra l’incudine ed il martello. Anzi potremmo dire che alla fine l’incudine ecologista riesce ad essere più dolorosa del martello di Bertolaso. In tutto questo c’è da sottolineare infine come i nostri apprendisti stregoni verdi dell’incenerimento usano metodi assolutamente antidemocratici. Infatti si agitano gli stracci fasulli di forum fantomatici che pur nella loro verbosità demenziale nemmeno vengono resi minimanete partecipi alle decisioni. Alla faccia dei principi di Aalborg che si ritenevano non applicati dal sottosegretario Bertolaso.

Pasquale Costagliola, Presidente di Terra Nostra di Caserta