24 ottobre 2008

L'intervento del Vescovo di Caserta sul Piano Sanitario.


Il piano sanitario.

Quest’estate durante un ritorno fugace
nella mia terra nativa, con piacevole sorpresa, un amichevole interlocutore lodava un’ eccellenza sanitaria della mia Diocesi: quella della Cardiochirurgia dell’azienda sanitaria Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta.

Avevo già personalmente avuto modo
di rendermi conto dell’efficienza di questa presenza e, con non poca gioia, ho registrato quel riconoscimento di merito evidenziato anche in un luogo cosi lontano dalla mia terra casertana.

Oggi registro, con inesprimibile stupore,
che da Mercoledi u.s , tale struttura ha visto ridurre i propri posti letto della metà: da 15 ad 8.

La programmazione sanitaria campana,
dal 2005, colpisce, indistintamente, tutti i reparti e i servizi sanitari nonché quelli sociali di tutta la Terra di Lavoro e, cosa piu’ colpevole, lo fa riducendo i finanziamenti a pioggia per tutti e penalizzando, cosi, anche quelle strutture che devono svolgere un ruolo guida e di riferimento provinciale.

Non lo fa razionalizzando l’offerta sanitaria,
ma solo nella cruda logica di un piano di rientro dal disavanzo sanitario dove, ragioneristicamente, la fa da padrona la logica della <> indiscriminata.

Cosicchè si favoriscono disuguaglianze inaccettabili
come quelle con Napoli che continua ad essere privilegiata per presenza di strutture a scapito dell’autosufficienza territoriale della altre province per i cui cittadini si realizza un walfare sempre meno inclusivo e incapace di tutelare e promuoverne i diritti, in primis quello alla protezione della salute.

La lotta allo spreco indiscriminata
diventa, in tal modo, la lotta ai diritti dei cittadini e diventa anche improduttiva perché davanti all’ansia di difendere la propria salute, in specie nei casi piu’ drammatici, ogni cittadino ha il diritto di fare scelte che lo porteranno in strutture extraregionali la cui spesa, alla fine, cadrà sul bilancio regionale, aggravandolo di piu’ ma realizzando, di contro, anche il calvario, i disagi, i patimenti dei pazienti e dei loro familiari.

Ancora una volta i signori del potere
fanno scelte dimenticando di mettere al centro la persona nella sua inviolabile dignità e questo diventa più delittuoso quando quella stessa persona,qui da noi, è colpita nella salute più che altrove, per i guasti dei rifiuti tossici e non, delle cave incontrollate e devastate e dell’ambiente degradato, guasti che richiederebbero maggior protezione sanitaria e non abolizione di eccellenze o presidi validi.

Per le emergenze mediche e chirurgiche,
che nessun piano di rientro puo’ programmare, ritorneranno le invereconde barelle nei pronto soccorsi e nelle corsie.

Ho sempre vissuto una Chiesa
che sapesse incontrare l’uomo in modo speciale nel cammino della sofferenza,.

Una Chiesa che sapesse essere prossimità al malato,
nel corpo e nello spirito e per questo ho sempre auspicato una pastorale della nostra comunità fondata sulla centralità dell’uomo bisognoso.
In suo nome invoco, oggi, la salvaguardia dei posti letto di Cardiochirurgia, così efficiente ed indispensabile per le richieste ed i bisogni effettivi delle nostre realtà territoriali.


+ Raffaele Nogaro