23 ottobre 2008

La riforma Gelmini penalizza la scuola italiana.



Piedimonte Matese. Sul dibattito che ha infuocato la vita politica nazionale e locale in questi ultimi giorni, riguardante i tagli e il rischio di chiusura di alcune scuole montane nel comprensorio del Matese, prospettati dalla riforma scolastica del Ministro Gelmini, è intervenuto anche l’Assessore alla P.I. nonché vice-sindaco di Piedimonte Matese Prof. Costantino Leuci (nella foto). Al Prof. Leuci docente e vice-Preside del Liceo Scientifico “Galilei” di Piedimonte Matese abbiamo rivolto alcune domande.
- Cosa pensa dei recenti interventi del Presidente Marco Fusco e di altri esponenti del PDL locali sulle questioni scolastiche?
- Penso che molto bene abbia fatto Marco Fusco a richiamare l’attenzione dei Sindaci e delle istituzioni del territorio sul rischio che si presenta oggi, alla luce di recenti disposzioni del governo, di veder scomparire plessi scolastici e non solo dirigenze nei centri più piccoli e disagiati del nostro comprensorio e l’Amministrazione comunale di Piedimonte Matese sarà certamente impegnata ad evitare questa scelta sciagurata che, sull’altare del risparmio, sacrificherebbe il pieno diritto allo studio di tanti cittadini e contribuirebbe in maniera decisiva allo spopolamento di questi paesini, dove spesso la scuola è l’unico presidio culturale, non solo per i bambini ma per tutti i residenti. Quanto poi agli esponenti del PDL, essi si limitano, evidenziando anche una scarsa conoscenza del problema, a ripetere le parole d’ordine dell’esercito mediatico di cui dispone il governo: grembiulino, voto di condotta, maestro unico, come panacee dei problemi della scuola, giaculatorie che vengono recitate per nascondere i gravi danni che gli ultimi provvedimenti possono portare alla scuola.
- Pensa quindi che sia giusta l’ondata di proteste che si sta sollevando nel Paese contro la politica scolastica del ministro Gelmini?
- Penso che sia la legittima e necessaria risposta di studenti, genitori e docenti a provvedimenti sbagliati che penalizzano la scuola italiana aggravando i suoi problemi. Si va infatti a restaurare il maestro unico, si reintroduce il voto al posto del giudizio per un bambino di sei anni, si cancella il tempo pieno e la programmazione collegiale e così, di fatto, si smantella la visione pedagogica che , negli ultimi trent’ anni, ha fatto sì che la nostra scuola primaria fosse tra le più avanzate al mondo esempio anche per altri paesi. Viceversa per quella scuola secondaria che presenta problemi diffusi, soprattutto nell’istruzione tecnica e professionale, tanto da far classificare i nostri alunni nelle indagini internazionali OCSA, molto al di sotto della media europea, non si fa nulla, se non tagliare le ore di lezione, tagliare il numero degli insegnanti, aumentare il numero di alunni per classe, tagliare i fondi per l’attuazione dell’autonomia scolastica.
- E della questione delle classi ponte per i bambini immigrati?
- Questo penso che sia un clamoroso autogol della maggioranza di destra che infatti, dopo averlo votata alla Camera, ha sconfessato l’emendamento della Lega. In realtà rivela quale sia la logica di questo governo: rispondere con provvedimenti rozzi e demagogici alle paure dei cittadini dopo averle sapientemente suscitate con campagne mediatiche ed elettorali. Non solo un insegnante, ma qualsiasi persona di buon senso sa che per imparare una lingua bisogna comunicare con coloro che già la parlano e non essere confinati in classi differenziate dove tutti ci sono fuorché i bambini che parlano quella lingua.

Pietro Rossi