28 febbraio 2013

Se tutto si decide a Roma


Prof. Giacomo Venditti

ALIFE. Le elezioni sono terminate da pochi giorni  e  l’unica cosa certa è la vittoria del movimento 5 Stelle di Grillo. Sia il PDL (6 milioni circa) che il PD (3 milioni circa) hanno avuto una emorragia di voti ed entrambi si dichiarano vincitori in quanto il partito di Berlusconi è riuscito nel suo intento dichiarato di bloccare il Senato mentre la coalizione di Bersani è riuscita numericamente a superare il PDL e ad avere una maggioranza alla Camera. Premetto di non aver votato nessuna delle coalizioni o movimenti che hanno ottenuto più voti anche se le mie idee sono molto vicine a quelle del PD a cui non sono iscritto né  ho partecipato alle primarie. Questo è il punto di partenza di questa mia riflessione. Come può un partito dichiarare di essere vicino alla gente se le decisioni prese a Roma poi stravolgono quello che è stato deciso in periferia? Come si può presumere che gli elettori  votino uno schieramento senza avere la certezza di avere una rappresentanza? Mi  spiego con due esempi vicini a noi: mi riferisco al Collegio  Campania 2 della Camera e a quella del Senato dove le  persone da inserire nelle liste sono state scelte in base alle democratiche primarie. Una prima cosa da dire è che delle regole hanno deciso chi poteva o no parteciparvi. Siamo d’accordo con l’esclusione degli indagati, ma perché escludere Sindaci (Cappello) o militanti del partito espressione  del territorio?  L’alto casertano non era rappresentato e vi volete meravigliare se poi il PDL ( Sarro -Di Costanzo ) ha stravinto ? Come qui, penso  sarà successo in molte altre zone.  E che dire della candidata Lucia Esposito inserita al sesto posto al Senato, prima degli esclusi, nonostante fosse stata scelta da molti elettori delle primarie, seconda con 4870 preferenze, per far posto a candidati catapultati da Roma? La  presunzione di essere i migliori e la supponenza di poter decidere sempre nelle sedi romane e di non tener  conto di quello che vuole la base o gli elettori delle diverse zone dell’Italia, dalla città importante al più sperduto paese della nostra penisola, porta a questi risultati. E’ inutile poi dare la colpa a chi non li ha votati o non ha voluto desistere e dare il voto utile a loro. Bisogna essere più umili e capire cosa è più utile e giusto per la maggioranza degli elettori ed essere vicini alla gente e non restare chiusi, tra pochi prescelti,  nelle stanze romane.

Prof. Giacomo Venditti