28 febbraio 2013

Letteratitudini di nuovo al cinema per “Anna Karenina”



I componenti del gruppo “Letteratitudini” nuovamente al cinema, a completamento degli impegni previsti per il mese di Febbraio 2013. In visione ANNA KARENINA di Joe Wright con Keira Knightley, Kelly Macdonald, Jude Law. La scelta di questo film non è casuale, ma mirata ad arricchire, integrando e corredando, la conoscenza del romanzo di Lev Tolstoj, argomento affrontato dal gruppo nel mese di dicembre scorso.
Trama:
Anna Karenina è la nuova versione cinematografica del regista Joe Wright dell’epica storia d’amore tratta dal capolavoro di Lev Tolstoj. Siamo nel 1874. Anna Karenina (Keira Knightley) ha quello che tutti i suoi contemporanei aspirerebbero ad avere; è la moglie di Karenin (Jude Law), un ufficiale governativo di alto rango al quale ha dato un figlio, e la sua posizione sociale e reputazione a San Pietroburgo non potrebbe essere più alta. Anna si reca a Mosca dopo aver ricevuto una lettera da suo fratello, un dongiovanni di nome Oblonsky (Matthew Macfadyen), che le chiede di raggiungerlo per aiutarlo a salvare il suo matrimonio con Dolly (Kelly Macdonald). In viaggio, Anna conosce la Contessa Vronsky (Olivia Williams) e, alla stazione, suo figlio, l’affascinante ufficiale di cavalleria Vronsky (Aaron Taylor-Johnson). Quando Anna viene presentata a Vronsky, scoppia immediatamente una scintilla di reciproca attrazione che non può essere ignorata. Nella casa di Mosca c’è in visita il miglior amico di Oblonsky, Levin (Domhnall Gleeson), un proprietario terriero eccessivamente sensibile e compassionevole, innamorato della sorella minore di Dolly, Kitty (Alicia Vikander), alla quale chiede inopportunamente la mano. Kitty è infatuata di Vronsky. Affranto, Levin torna alla sua tenuta di Pokrovskoe e si dedica anima e corpo al lavoro nei campi. Anche Kitty è distrutta quando, a un gran ballo, Vronsky ha occhi solo per Anna che, nonostante sia una donna sposata, ricambia l’interesse del giovane. Anna lotta per riconquistare il suo equilibrio correndo a casa a San Pietroburgo, dove tenta di riprendere la sua routine familiare, ma il pensiero di Vronsky – che la segue – la corrode. Segue una relazione appassionata che scandalizza la società di San Pietroburgo. Karenin si ritrova in una posizione insostenibile ed è costretto a dare un ultimatum a sua moglie. Nel tentativo di raggiungere la felicità, le decisioni che Anna prende penetrano nelle pieghe di una società ossessionata dall’apparenza, con conseguenze romantiche e tragiche che cambiano drammaticamente la sua vita e quella di tutti quelli che la circondano. ”Su tutti spicca naturalmente l’eroina, Anna, un’aristocratica e magnetica Keira Knightley, che ammantata nei suoi sontuosi abiti d’epoca corre a precipizio verso la propria autodistruzione.” AnnaKarenina diventa vittima e schiava delle sue passioni, la protagonista in una tragica storia che lei stessa ha parzialmente contribuito ad architettare. E’ la dimostrazione più estrema dell’opinione di Tolstoj sulla società moderna, che non solo ci obbliga a recitare delle parti ma che spesso quest’ultime prendono il sopravvento e ci distruggono. E’ una figura tormentata, non solo perché circondata da ipocriti ed intrappolata in un matrimonio senza amore, ma anche perché vittima delle sue stesse illusioni romantiche che – come disse Tolstoj – l’hanno portata all’errore di confondere la felicità con la realizzazione dei propri desideri. Il capolavoro di Tolstoj, offre spunto su alcuni dei più delicati argomenti – come essere leali, come infrangere le regole e come pagarne le conseguenze in entrambi i casi – ma con delle sfumature e una sensualità che rende armoniose e poetiche anche le più profonde verità. È Jude Law a esprimere nella sua contrizione il vero e proprio sentimento, quello di un marito diviso tra l’etichetta e il sentimento per la moglie fedifraga. Ma, la genialità di Wright e Stoppard sta nella decisione di dare spazio alle storie d’amore secondarie, dando allo spettatore la possibilità di farsi coinvolgere dal nobile amore tra Kitty e Levin, così come da quello sofferto tra Dolly e il suo libertino marito, Stiva. L’azione si svolge su un palcoscenico ottocentesco, che riproduce diverse ambientazioni, mentre i personaggi entrano ed escono, si incrociano, si sfiorano, si incontrano, come ingranaggi di un preciso meccanismo regolato da un demiurgo supremo (dio o regista), mentre la macchina da presa tutto avvolge. Anna Karenina, è un capolavoro della letteratura straniera, da me molto amato anche nella versione cinematografica, ma decisamente ho preferito la lettura del romanzo, dal quale ho potuto trarre sfumature sempre diverse, a seconda del periodo della mia vita in cui l’ho letto.  All’età di circa 18 anni ho amato e mi sono identificata pienamente nella storia di Anna, giudicandola un’eroina, il mio ricordo di AnnaKarenina era quello di una donna innocente, una vittima all’interno di una bellissima storia d’amore. Quando ho avuto occasione di rileggerlo recentemente, sono rimasta sorpresa su come il mio punto di vista sul personaggio e la storia fosse cambiato negli anni. Improvvisamente, la linea tra eroina e anti-eroina si è fatta più sottile. Anna non era più tanto innocente, anche se sempre vittima delle circostanze e dall’ambiente, ma ho provato anche grande simpatia per quell ‘uomo che incapace di governare la propria moglie non può andare oltre nel governo. Anche Joe Wright, nel film, non riduce Karenin semplicemente ad un uomo meschino e razionale come è successo in passato: il ritratto che ne fa il regista è quello di uomo incapace di accedere alle proprie emozioni ed esprimerle, ma simile a Levin per quanto riguarda la fedeltà ai suoi principi e ai suoi ideali.
  A cura di Matilde Maisto