27 agosto 2012

CRISI, AMOROSO (GRANDE SUD): TAGLIARE IL PESO FISCALE PER LE FAMIGLIE E ATTUARE SUBITO CONDONO.

Paride Amoroso
CASERTA. "La crisi mette in difficoltà sei italiani su dieci (61%) che non dispongono di un reddito adeguato. Ma c'è addirittura un 6% che non riesce mai ad arrivare a fine mese."  E' quanto afferma Paride Amoroso, coordinatore Provinciale di Grande Sud commentando l'ultima analisi di Coldiretti-Swg divulgata in occasione della diffusione dei dati sull'aumento delle spese per effetto di rincari e mutui che aggrava la situazione di difficoltà delle famiglie. Il risultato - continua Amoroso - è un drastico calo nei consumi nel 2012 che riguarda anche l'alimentazione con una riduzione stimata tra l'uno e il due per cento negli acquisti in quantità. Per tagliare sulla spesa sono costretti a fare lo slalom tra gli sconti ben il 62 per cento degli italiani che vanno a caccia di offerte speciali tra le corsie dei supermercati più che in passato mentre circa la metà dei consumatori (49%) fa addirittura la spola tra diversi negozi per confrontare i prezzi più convenienti. A ciò si aggiunge il pesante carico del fisco che grava sui contribuenti in regola che ha raggiunto cifre da record. Ma se prima gli italiani erano un popolo di pagatori di tasse ora, in questo preciso contesto storico, si ha difficoltà nei pagamenti. Per il rapporto dell'Ocse "Taxing Wages", un lavoratore single con uno stipendio medio lascia allo stato il 46,9 per cento del salario. Lo Stato certo non può ridurre la pressione fiscale, se non si pagano tasse e imposte il cittadino contribuente si trasforma automaticamente in evasore e questo giustifica il pignoramento della casa,  il sequestro della macchina e tutto ciò che possiede. A giugno c'è stata la prima rata dell’IMU e moltissimi non hanno potuta sostenerla; poi la dichiarazione dei redditi del mese scorso e certamente in molti non potranno fare altro che accettare la sconfitta del mancato pagamento per impossibilità a farlo. Arriveranno quindi le cartelle di Equitalia, con gli interessi, le spese e quant’altro. Mai come in questo momento di crisi è indispensabile attuare il condono fiscale al fine di far ricrescere l’economia nazionale a tassi più veloci e un condono edilizio potrebbe rappresentare una boccata di ossigeno per molte realtà non solo del Sud del Paese, ma dell’intero territorio nazionale. Fare il condono fiscale vorrebbe dire dare una boccata di ossigeno alle casse dello Stato, unica soluzione per l’abbattimento del debito. E la storia ci da ragione. Infatti, secondo i dati della Cgia, le casse dello Stato hanno incamerato 104,5 miliardi di euro in 30 anni di condoni e sanatorie fiscali in Italia. Nel 1982 e nel 1992 hanno garantito rispettivamente il 113% e il 120,6% del gettito previsto. Anche nel biennio 2002 e 2003 il condono tombale, “annegato” all’interno di altri due condoni fiscali, aveva dato ottimi risultati: rispetto agli 8 mld di gettito atteso, erano arrivati 12,8 mld di euro, pari al +160,4% sul totale di incasso previsto. Ora il gettito previsto per l’ipotetica sanatoria potrebbe avviare l’opera di sviluppo nazionale, mettendo a frutto le risorse del Mezzogiorno. Inoltre dalla Unione Europea arriva il sollecito a “fare presto” e quindi introdurre queste misure straordinarie nell’interesse dei cittadini, delle famiglie e delle imprese, è l’unica soluzione possibile. Di certo - spiega Amoroso - il condono non deve essere disegnato per "fare cassa facile", ma bisogna che  venga interpretato come lo strumento per acquistare tempo e ottenere risorse. Risorse per mitigare l'emergenza e tempo per riformare davvero il sistema tributario nel senso dell'equità e della semplicità. In altri termini, un condono può avere senso solo se è parte di un patto esplicito e credibile: se, cioè, serve a ridurre la pressione fiscale sul lavoro e sulle imprese attraverso una più ampia revisione del meccanismo tributario. Le imposte vanno tagliate di numero e per entità, accompagnando le entrate "spot" (condono e privatizzazioni) a robuste misure pro crescita (liberalizzazioni e riforma fiscale).