11 giugno 2012

La presidente del Coordinamento Donne Endas denuncia l'assenza di strutture a 9 mesi dall'entrata in vigore della legge che cancellerà gli OPG


Maria Rosa Lombardo
“E' un episodio gravissimo che però deve servire ad aprire una riflessione seria ed approfondita sull'attuale condizione degli ospedali giudiziari”. Questo, dopo l'aggressione verificatasi nell'OPG di Aversa, il commento a caldo del presidente del Coordinamento Donne Endas Maria Rosa Lombardo, per 12 anni sindaco di Roccaromana. “E' certamente vero che le condizioni dei detenuti negli ospedali giudiziari per malati mentali sono spesso indegne di un Paese civile. Allo stesso modo sono   reali le difficoltà e spesso l'impossibilità del personale medico di curare, come è giusto che sia, quelli che non  sono solo semplici detenuti ma anche e soprattutto “pazienti” afflitti da gravi malattie psichiatriche. Posto come dato acquisito tutto ciò, non so come si possa pensare che la legge del senatore Ignazio Marino, che entrerà in vigore il 31 marzo del 2013, possa essere considerata una soluzione. Per quella data, infatti, - prosegue Maria Rosa Lombardo – i sei OPG italiani chiuderanno i battenti ed  i 1500 pazienti-detenuti, dovranno essere trasferiti in piccole strutture da 30-40 posti, da costruire grazie ad un finanziamento di 273 milioni di euro, dove potranno essere curati e recuperati. Questa legge, che indubbiamente funziona alla perfezione sulla carta, ha però il limite delle “iniziative all'italiana”. Come avvenne per l'altrettanto doverosa e necessaria chiusura dei manicomi negli anni '70, anche oggi la legge, non applicata per intero, finisce per essere una cura, se non peggiore del male, certamente un peso che finisce inevitabilmente ed inesorabilmente sulle spalle di famiglie lasciate da sempre sole dalla società e dalle istituzioni. Ad oggi nessuna struttura è stata creata per accogliere i pazienti detenuti degli OPG. Mentre il tempo passa inesorabilmente e tra soli 9 mesi si apriranno le porte degli ospedali giudiziari, le famiglie tremano all'idea di essere nuovamente abbandonate, chiedendosi dove saranno trasferiti i propri familiari: negli ospedali civili? nelle carceri? i meno gravi agli arresti domiciliari? Nessuno lo sa...la battaglia del senatore Marino era “doverosa”... i 273 milioni chissà se con la crisi verranno erogati … ma cosa accadrà del futuro dei malati e delle loro famiglie? Viene da chiedersi: ma a qualcuno importa?

COMUNICATO COORDINAMENTO DONNE ENDAS