02 febbraio 2012

Un progetto per puntare al pieno recupero di giovani con problemi di dipendenze.

PIEDIMONTE MATESE. Un progetto per puntare al pieno recupero di giovani con problemi di dipendenze; non solo alcol e droga ma anche gioco d’azzardo. Tre ore al giorno di lavoro danno diritto a 350 euro al mese, in cambio i partecipanti devono impegnarsi – per sei mesi - nella manutenzione di strutture pubbliche. Alla luce del sole affinché tutti possano vedere e apprezzare l’opera svolta dai “meno fortunati” e giudicarli attraverso una prospettiva diversa. Non fondi pubblici per elargire sussidi a soggetti che dovranno restare passivi; un modo concreto, invece, per stimolare l’impegno e la piena integrazione nella comunità di coloro che vogliono lasciarsi alle spalle esperienze negative. E’ questo, in sintesi, il progetto realizzato dall’Ambito C6 – guidato dal comune di Piedimonte Matese – che coinvolge complessivamente venti giovani, selezionati – in base alle criticità – nei vari comuni dell’Ambito. “E’ un modo con il quale – precisa il dirigente del Sert di Piedimonte Matese, Enrico Parente - prima di ogni altra cosa, intendiamo stimolare la cittadinanza a non considerare più, coloro che hanno avuto problemi legati alle dipendenze come dei pesi per la comunità o un pericolo per la gente. Invece, conclude Parente, sono persone che stanno completando un percorso che condurrà fuori dal tunnel”. Il progetto – che trova sostegno da fondi regionali – vuole offrire ai giovani in uscita da un percorso di recupero e riabilitazione dalla dipendenza conoscenze e strumenti, che permettono loro di entrare nel mondo del lavoro, oggi sempre più competitivo e difficile. Il progetto è attivato per accompagnare l’utenza attraverso uno specifico programma di inserimento “guidato” al lavoro; un progetto generale che possa offrire modelli di vita e percorsi di autorealizzazione individuale e socio-lavorativa attraverso la realizzazione di attività programmate di preformazione e di inserimento lavorativo. “Si tratta di una filosofia che, per tappe successive, sviluppi un’educazione al lavoro e offra una formazione professionale adatta ai tempi. Passare da una storia fatta di irresponsabilità, continua violazione delle regole, a un concreto e vitale inserimento lavorativo e sociale non richiede solo una formazione professionale o un titolo di studio, ma soprattutto volontà”. Questo il commento del sindaco Vincenzo Cappello, che già in passato sperimentò positivimante la cooperativa dei parcheggi attraverso la quale molte persone sono state totalmente reinserite nel mondo del lavoro e nella società.
Fonte: Nuova Gazzetta di Caserta