19 novembre 2011

Zoo: la Brambilla dia delle alternative, si chiude e poi? Nando Cirella direttore di Agricultura e Innovazione "chiudere lo zoo senza un progetto metterebbe seriamente a rischio l'intera area".

Nando Cirella
 "Sono pienamente d'accordo alla chiusura di lager - spiega Nando Cirella direttore della rivista Agricultura e Innovazione e responsabile del progetto Capra Napoletana allo Zoo di Napoli - non penso però che la struttura partenopea sia un lager". Questa la risposta in riferimento alla lettera inviata al Sindaco De Magistris da parte del''ex ministro Brambilla, dove lo si invita a chiudere lo zoo- lager. "E' a mio avviso un'area di otto ettari che è stata preservata per oltre settant'anni da qualsiasi speculazione edilizia, grazie alla flora e alla fauna presente. Infatti, sembra strano a tutti quelli che visitano il parco, di trovare ancora oggi, così tanto verde nel pieno centro di Napoli. Lo Zoo è un mini orto botanico sapientemente curato, un piccolo polmone verde per i cittadini napoletani". Degli illustri personaggi che hanno firmato l'appello alla chiusura, (Marco Berry, Licia Colò, Rita Dalla Chiesa, Vivianne Lamarque, Giorgio Panariello, Fulco Pratesi, Mario Tozzi, i 99 Posse, Maurizio Costanzo, Vittorio Feltri, Margherita Hack, Dacia Maraini, Susanna Tamaro, Umberto Veronesi, Franco Zeffirelli e Renato Zero) a detta degli operai della struttura, nessuno di loro ha mai varcato la soglia di ingresso dello zoo. Come è possibile definire un posto lager se non lo si è mai visto? E poi quando si propone di chiudere la struttura è interessante sapere come. "Non penso, spiega Cirella - viste le illustri firme, che la soluzione potrebbe essere quella di trasferire gli animali in un altro zoo, oppure quella di reintrodurli in natura, non sarebbe una soluzione possibile e razionale. E poi ci sono i 70 operai con le rispettive famiglie. Lo zoo non è stato in questi anni un costo per le casse comunali e non è stato uno spazio negato ai cittadini, anzi, uno spazio preservato per le future generazioni, ad un costo ragionevole di cinque euro per gli adulti e gratis per i bimbi. In quanto alla didattica, anche Vincenzo Peretti docente di genetica alla Facoltà di Veterinaria di Napoli e presidente del comitato scientifico della rivista Agricultura, è convinto che quell'area possa diventare una grande fattoria all'interno della città, che ospiti tutte le razze zootecniche campane a rischio di estinzione, che oggi sono in serio pericolo. Grazie al progetto capra napoletana oggi si può dire di aver salvato, dall'estinzione e dal macello, 15 capre napoletane le uniche iscritte al registro anagrafico di questa razza. Ma ci sono ancora il cavallo napoletano, il salernitano e il persano, la pecora bagnolese, laticauda e matesina, la capra cilentana, la vacca agerolese e il suino casertano, che oggi non trovano più posto in allevamento e quindi rischiano di estinguersi. Perdere queste antiche razze significherebbe perdere un patrimonio genetico frutto di combinazioni millenarie mai più ripetibili. L'area zoo potrebbe dare un forte contributo allo scongiurare queste estinzioni e nello stesso tempo, dare un forte contributo alla didattica, ricerca, conservazione e salvaguardia di piante ed animali che oggi trovano sempre meno spazio in quel magnifico universo chiamato natura.
 
Dr. Nando Cirella
Direttore
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