26 luglio 2011

Relazione programmatica del segretario provinciale del Partito Democratico Dario Abbate



Care democratiche, cari democratici,
vivo questo momento con senso di responsabilità, con entusiasmo; con l’umiltà e l’emozione di un militante al quale altri militanti, i miei amici, i miei compagni,  hanno assegnato  il compito di rappresentare le loro istanze, i loro ideali, i loro valori.
Vivrò questo impegno con la consapevolezza di dover condurre una complessa ma non per questo meno affascinante sfida, che è quella di migliorare noi stessi e il funzionamento della nostra vita associativa, della nostra comunità.   E per fare questo è necessario impostare una politica, un progetto riformista che incontri i problemi del Territorio ed i bisogni delle persone.  E per fare questo è fondamentale creare, forse dal nulla, un  confronto vero, una condivisione delle conoscenze, una lealtà reciproca che dovranno essere la sostanza vera della vita di un  Partito, di un’associazione, di una comunità di uomini e di donne che intendono perseguire il bene comune.   E, intanto, proprio con quel senso di lealtà, intendo ringraziare pubblicamente e con convinzione il segretario regionale del Partito Democratico, Enzo Amendola, ed il commissario provinciale, Ciro Cacciola, i quali hanno voluto che celebrassimo, senza dilazioni,  questo congresso provinciale,  per uscire da un fase di commissariamento, che a molti militanti è apparsa immeritata ma forse necessaria.  Enzo Amendola e Ciro Cacciola hanno voluto, con determinazione,  che il Partito Democratico di Caserta ricominciasse a camminare con le proprie  gambe, con le proprie idee, con  la propria fondamentale e sacra autonomia. E di questo noi li ringraziamo! E’ stato consentito, finalmente, a migliaia di iscritti di scegliere liberamente il loro segretario provinciale. Un evento, che per le sue modalità e per la sua originalità,  ci rende orgogliosi di essere democratici.  Un evento che ha appassionato i  partiti del centro sinistra e non solo, le organizzazioni sindacali e le associazioni della provincia di Caserta, un evento che ha stimolato il dibattito politico, ha positivamente sollecitato i cittadini, innalzando il livello di civiltà democratica di questa terra e l’ha forse resa un tantino migliore. Cari democratici,  dunque, archiviate le celebrazioni, e con esse il recente passato, non sempre felice, vorrei che l’Assemblea di oggi si concentrasse sul tema che dovrà vederci tutti impegnati nei prossimi mesi:  la costruzione o, meglio, la  ricostruzione del partito democratico, di quella straordinaria opportunità che i riformisti della provincia di Caserta ancora, dopo circa 4 anni dalla sua fondazione, attendono.  Abbiamo già detto che, in questa provincia, il Partito Democratico ha vissuto una crisi senza precedenti che ha investito sia l’assetto organizzativo complessivo  con la chiusura di molti circoli territoriali e il ritardo nella costituzione di altri, sia sotto l’assetto valoriale, inteso quale funzione da assumere nella società casertana e quale indirizzo dare ad essa.
Il Partito Democratico in questa provincia è stato sfibrato da anni di leadership sfuocate, da equilibri tra mandarinati interni ispirati dalla logica del potere per il potere (e da insuccessi elettorali conseguenti).  L’assenza di un luogo di direzione politica, nel quale confrontare serenamente opinioni e concordare azioni, ha rappresentato un deficit gravissimo per il nostro partito.    Abbiamo detto che a molti il Partito Democratico della provincia di Caserta è apparso piuttosto un simulacro di partito, un’organizzazione nella quale entrare ed uscire senza condizioni e secondo precise contingenti convenienze: mai  è  stato considerato un’organizzazione definita, una comunità nella quale vigessero regole condivise, da rispettare e idee chiare da proporre alla pubblica opinione.   Queste critiche erano e sono tutte fondate! E sarebbe poco serio da parte mia non ammettere una parte delle responsabilità.  E’ da questo   che si deve partire. Da una sana autocritica, da una seria riflessione di ciò che è mancato in questi 4 anni e sugli errori del passato, sugli errori strutturali e su quelli puntuali che spesso hanno investito anche i rapporti personali.  Mi consentirete, anche in modo, irrituale, in un luogo così solenne, di recuperare un mio errore involontario, ingenuo, che per anni ha compromesso il mio rapporto personale con un amico a cui voglio bene da sempre e che rispetto: Franco Capobianco.  Anche con questi sentimenti dobbiamo fare i conti. Perché in una comunità vera, in una comunità in cui sia dominante il rispetto reciproco, la solidarietà  e il valore della dignità delle persone, va recuperato e consolidato il senso dell’appartenenza che sicuramente è condivisione di valori ma anche rispetto reciproco ed amicizia.  Io credo, e ne sono fortemente convinto, anzi è questa la vera scommessa,  che anche in provincia di Caserta si possa realizzare un partito di largo insediamento popolare, amato nonostante tutto da una base entusiasta e desiderosa di "partecipare", di essere rappresentata e coinvolta nelle scelte.  Propongo a questo punto l’apertura di una fase rifondativa, di un percorso aperto ad una discussione plurale.  Un percorso che parte da oggi e che continueremo con la campagna di ascolto  degli iscritti e dei circoli, che necessariamente avvieremo dopo le ferie estive, e concluderemo in tempi rapidi in modo tale da affrontare le prossime imminenti scadenze  con una organizzazione consapevole. Con questo spirito chiedo a tutti uno sforzo organizzativo straordinario a partire dai coordinatori di circoli, dai parlamentari, dai consiglieri regionali e  provinciali, dai nostri Sindaci, assessori, consiglieri comunali,  da tutti i nostri amici impegnati nelle istituzioni ad ogni livello, da ogni singolo delegato componente dell’assemblea. 
Il ritorno di questa discussione ci consentirà di elaborare una proposta di indirizzo organizzativo e programmatico che sarà oggetto di ulteriore e definitiva elaborazione nella Conferenza programmatica da tenersi nel prossimo autunno.  E’ necessario, perciò, indicare già da oggi alcuni nodi problematici da sciogliere  sui quali il partito deve confrontarsi. Altri emergeranno nel corso della campagna d’ascolto.  E non secondario sarà affrontare il tema del superamento del dualismo tra il pensiero cattolico-popolare e quello laico-riformista. La risposta che sapremo dare a questa sfida darà la misura delle nostre motivazioni e delle nostre capacità, in un momento in cui un Partito Democratico coeso e forte deve saper raccogliere la responsabilità di assumere la guida del Centro-Sinistra qui a Caserta.  Le recenti elezioni amministrative ci dicono in maniera chiara che il nostro Partito, in Campania particolarmente, ha pagato pesantemente le conseguenze di un atteggiamento timido, incerto, teso alla conservazione. E’ mancato il coraggio. Ed il prezzo è stato alto.  Era, ed è, necessario un cambiamento, un’inversione di rotta. Ce lo ha chiesto la nostra gente con il voto, ce lo sollecita la nostra visione di una politica capace di mettersi in discussione, di confrontarsi, con coraggio e umiltà, e forse più modestamente (sicuramente con grande chiarezza) ce lo ha detto anche il congresso che abbiamo celebrato. Non  è stato un confronto tra persone ma un confronto tra diverse visioni della politica che si sono incontrate e scontrate  la scorsa settimana e i democratici casertani hanno indirizzato il PD nella direzione del cambiamento e del coraggio. I democratici della provincia di Caserta ci hanno indicato la via e noi intendiamo percorrerla, tutti assieme.   E la via è quella che, attraverso la partecipazione ed il confronto, ne sono sicuro, ci porterà a quel grande partito, democratico e popolare, cui tutti miravamo fin dalla sua costituzione e che ora è, finalmente, alla nostra portata. Quando parlo di un moderno partito popolare e riformatore intendo, insieme al segretario Bersani, un partito  di iscritti ed elettori, unito e plurale, laico ma non agnostico eticamente e culturalmente.  Un partito che mette insieme orgoglio ed umiltà, che sa riconoscere i confini della sua azione e si pone perciò il problema di avere strutturalmente un rapporto aperto con la società, un rapporto cioè di affiancamento e collaborazione con movimenti democratici e civici, con le organizzazioni del mondo del lavoro, che pretendono politicità senza per questo pretendere di sostituirsi alla politica.  Attraverso strumenti di formazione, di informazione e anche con l’ausilio della rete bisogna quindi trovare un modo per rilegittimare la politica affiancandola a istanze e movimenti che siano ugualmente legittimi, ma che riconoscono l’esigenza di una funzione unificante, che quella della politica. Un partito degli iscritti e degli elettori, ecco il partito che vorrei.  Un partito che deve essere attrezzato ad ascoltare e a confrontarsi con le diverse istanze della società, deve essere capace di un’elaborazione autonoma, deve avere un’organizzazione adeguata a rendere praticabile la sua visione e il suo progetto, deve infine garantire formazione e selezione dei gruppi dirigenti. Queste sono le funzioni necessarie ed indispensabili, che vanno svolte con il massimo grado di leggerezza (snellezza) ed essenzialità ma con grande serietà. Ci vuole un minimo di robustezza politico-organizzativa, che non contrasta affatto con l’apertura all’esterno, con il mondo delle associazioni e dei movimenti,  anzi né è la condizione necessaria.  In un partito così la sovranità appartiene agli iscritti che, a mio giudizio, in diverse essenziali e importanti occasioni, o per via regolamentare o per via di decisione politica  la trasmettono agli elettori.  Ed è per questo motivo che ritengo sia necessario rendere permanente l’Assemblea dei coordinatori di circolo quale luogo consultivo sulle questioni organizzative.  Allo stesso modo sarà fondamentale sarà la Conferenza annuale dei nostri amministratori che, per dirla con parole di Bersani, è uno strumento importante, perché consente di dire all’amministratore locale: “rispondi ai cittadini, però sei nel PD. Noi rispettiamo la Tua autonomia e non ci interessa dirti chi sono gli assessori, per noi le regole essenziali sono correttezza, trasparenza, rigore”.  Bisogna dire agli amministratori: “noi non entriamo nelle vicende gestionali, però una volta l’anno si tiene una conferenza programmatica organizzata dal partito sulle prospettive amministrative”.   Questo noi vogliamo, questo noi faremo!  Naturalmente i poteri  di questi organismi non saranno sovrapponibili al luogo di direzione politica che dovrà essere la direzione provinciale.  Su quest’ultimo tema credo valga la pena spendere qualche parola chiara viste le divergenze emerse in queste ultime ore tra me e una parte del nostro partito.  Io credo che la Direzione provinciale rappresenti un organo che vada finalmente valorizzato secondo le funzioni assegnate dallo Statuto e che debba indispensabilmente assumere il determinante ruolo di organo di indirizzo politico.  Immagino che finalmente i componenti della Direzione siano posti nella condizione di svolgere concretamente le loro funzioni, assumere le proprie determinazioni attraverso il voto di mozioni, ordini del giorni, risoluzioni politiche e svolgano la loro funzione di controllo attraverso interpellanze e interrogazioni al segretario e ai membri della segreteria.  Si! Avete  inteso perfettamente interrogazioni e  interpellanze al segretario e ai membri della segreteria. Questo noi vogliamo, questo noi faremo!   Ma per consentire che la Direzione sia effettivamente organo di controllo e di indirizzo politico è necessario che in essa siano rappresentate le istanze di gran parte dei territori e dei circoli della provincia di Caserta da Teano a San Felice a Cancello, da Ailano a Villa Literno, e così via. Ci sono poi materie e circostanze in cui il riconoscimento del ruolo degli iscritti è imprescindibile.  Si  pensi all’elezione degli organismi dirigenti locali o a scelte fondamentali di orientamento politico-programmatico su cui è giusto valorizzare uno strumento come il referendum degli iscritti, uno strumento troppo spesso annunciato ma quasi mai praticato. Per fare questo sappiamo di dover motivare il concorso tra l’intelligenza e l’entusiasmo di molte e di molti.  La nuova impostazione deve essere capace di dare un orientamento alla convivenza sociale e politica: riconoscere  a tutti (uomini e donne) i valori della dignità, del rispetto e della reale libertà di scelta.  Passaggio centrale di questo rinnovamento era ed è la questione della rappresentanza. Modificare il metodo  per indicare le nostre rappresentanze è un obiettivo che la nostra gente ci chiede a gran voce: a questo proposito faccio mio l’ordine del giorno proposto dai segretari regionali e approvato dall’ultima direzione nazionale del PD. Un ordine del giorno che riguarda la Modifica della legge elettorale o le primarie per indicare i nostri candidati al parlamento.  Questo noi vogliamo! Intendiamoci, se l’attuale legge elettorale non sarà modificata, le primarie saranno l’unico strumento che ci consentiranno di scegliere i nostri candidati al Parlamento e nessuno pensi  che possano essere uno strumento di lotta politica interna.   E’ solo  Democrazia. Noi   crediamo che le primarie siano preziosissime quando sono interpretate come una risorsa della politica, uno strumento per avvicinare i cittadini all’impegno politico e alla partecipazione.  La sintesi e l’unità devono essere gli obiettivi a cui tutti dobbiamo tendere ma non a tutti i costi e, soprattutto, senza fare pasticci.  Si deve ripartire per costruire un nuovo percorso fatto di programmi e contenuti e su di essi misurare la sincera volontà di raggiungere quegli obiettivi sulla base di una piattaforma politica e programmatica, altrimenti si corre il rischio di cadere nel mero tatticismo senza alcuna prospettiva di vero successo.  Naturalmente la ricerca della sintesi richiede che   ci siano le condizioni e le volontà per realizzarla. Accordi a tavolino e scelte calate dall’alto sarebbero la reiterazione di metodi e meccanismi del passato, anche recente, che io non intendo assolutamente avallare e che i nostri iscritti non accetterebbero.  Siamo decisi a rinnovare profondamente il Partito casertano, anche nella sua classe dirigente perché questo sarà il segno tangibile di una reale volontà di cambiamento. Un cambiamento che si sta già realizzando attraverso il grande interesse che il PD suscita nelle donne e nelle nuove generazioni.  Il Partito da me guidato, lo dico con grande franchezza, metterà subito mano con soluzioni urgenti e condivise, rispettando regole, autonomia e procedura, alle anomalie, ai limiti e alle polemiche che hanno accompagnato il voto dei giovani democratici in questo congresso.    I giovani sono una risorsa e devono essere anche la linfa vitale affinchè il rinnovamento possa effettivamente realizzarsi ma non possono mai essere strumenti demagogicamente usati nella lotta interna. Questo sarebbe il fallimento non soltanto dell’organizzazione giovanile, ma dell’intero Partito. Ho personalmente verificato che tra i nostri giovani c’è ricchezza di intelligenze, competenze, sensibilità, capacità di percepire prima e meglio di altri soggetti la criticità del nostro territorio e di proporre soluzioni per troppo tempo disattese o, peggio, snobbate. Ne abbiamo tanti in giro di bravi giovani.  Ma i giovani, se vogliono veramente prepararsi al futuro, devono disporsi alla partecipazione con un sufficiente grado di autonomia e di rigore morale. Essi devono potersi misurare sempre di più con responsabilità di direzione politica ma occorre evitare che vengano fuori rinnovamenti estemporanei.  Il rinnovamento è una cosa seria e dovrebbe essere uno dei compiti fondamentali di un gruppo dirigente quello di promuovere la presenza delle nuove generazioni. La nostra organizzazione giovanile deve darci una mano perché una parte di tutto quello che si sta muovendo nel mondo giovanile possa indirizzarsi verso l’impegno politico.  A mio giudizio, il compito principale dei giovani democratici potrebbe essere quello di stimolare quelle energie in circolazione nelle università, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, interessate o anche solo incuriosite dall’impegno politico. Noi tutti riconosciamo l’importanza, la ricchezza e l’originalità del contributo dei giovani alla vita del Partito che deve promuovere attivamente la formazione politica delle nuove generazioni e favorire la loro partecipazione affinchè tutte le generazioni abbiano una rappresentanza equilibrata nella vita istituzionale del Paese.
Le donne Un capitolo non secondario della discussione investe la pari dignità femminile.  La conferenza provinciale delle donne Pd, rimasta spesso nel recinto dell’autoreferenzialità, deve anch’essa esserci d’aiuto non solo come elemento di specializzazione dell’iniziativa, ma per imporre questa questione come un tema generale di battaglia politica nella nostra provincia nella quale ancora vivono elementi di arretratezza.  Va benissimo la parità negli organismi dirigenti, ma insisto sempre nel dire che dobbiamo sempre farci percepire all’esterno come quelli che la parità la vogliono anche fuori.  Su questo tema attendo un sostegno decisivo dalla Conferenza provinciale delle donne, una conferenza rinnovata, allargata a tutte quelle esperienze e sensibilità che hanno animato le recenti esperienze elettorali nei comuni della provincia di Caserta, a quel movimento spontaneo che  ha animato l’esperienza “Se NON ORA QUANDO”, che condividono la nostra visione di un partito aperto, plurale, paritario e condiviso.  Insomma anche qui occorre aprire una nuova fase.
La provincia di Caserta. Siamo il partito democratico della Provincia di Caserta. Una provincia che secondo gli ultimi dati ha un valore percentuale totale  e reale di disoccupazione che vola al 60 %, un record negativo in Italia.  E con questo dato che, prima di ogni cosa, dobbiamo confrontarci. Un dato angosciante che sotterra  la dignità di questa provincia e le speranze dei nostri giovani. Un dato angosciante che ha bisogno di essere affrontato a viso aperto e senza incertezze e che è il parametro per misurare tutte le criticità della nostra provincia. Una provincia che in un anno perde competitività in tutti i settori , dall’Agricoltura all’Industria, dai Servizi al Turismo. E’ necessario ora un  sussulto, un colpo di reni, occorre impostare una strategia, elaborare un progetto affinchè il PD possa ritornare sulla scena politica come soggetto promotore  di una nuova fase di sviluppo della provincia di Caserta. Dobbiamo dotarci di una nostra  agenda, con priorità nette, frutto di una chiara ed organica analisi e di un’altrettanto chiara ed organica proposta. 
§  Come riprendere lo sviluppo dell’intera conurbazione casertana;
§  quale i temi della missione tra il basso Volturno,  dalla foce del Garigliano fino al litorale domizio;
§  quali prospettive dare alle zone interne e all’alto casertano;
§   come affrontiamo il tema di Aversa e dello sviluppo dell’agro  aversano.
Scelte di sviluppo locale chiare con al centro obiettivi visibili, concreti. Tutto questo, naturalmente, utilizzando reti di sistemi e di progetti intersettoriali che vanno dall’ambiente all’energia; dalla logistica ai servizi; dall’industria all’agricoltura, dall’artigianato al commercio; dai grandi attrattori al turismo di qualità; dalle grandi infrastruttura alla loro capacità di generare sviluppo e dare servizi. La nostra è una provincia che ha in se le potenzialità per rilanciarsi anche riconoscendo pienamente le grandi opportunità di crescita legate ai processi di trasformazione dell’area metropolitana di Napoli, che costituisce con Caserta  uno spazio territoriale al centro del mediterraneo, con tutte le opportunità che una classe dirigente consapevole potrebbe cogliere. Caserta si gioca una partita tutt’altro che semplice e dall’esito per niente scontato, aperta a sbocchi diversi ma di cui è chiaro il terreno di confronto: la capacità di fare i conti con i grandi processi di trasformazione che investono il territorio. Su questo terreno anche il PD si gioca la sua credibilità e la sua prospettiva. Non su quella del tatticismo e sulla gestione dell’esistente, non rincorrendo il centrodestra sul terreno della contrapposizione tra territori, dei localismi e municipalismi che non portano da nessuna parte. Ma sapendo invece legare ad una forte opposizione alla politica antimeridionalista del Governo la proposta di un progetto in grado di far uscire terra di lavoro dalla fase di recessione che stiamo vivendo con una identità, una funzione, che solo una classe dirigente consapevole può promuovere. Non possiamo dormire sonni tranquilli se non affronteremo con rigore il drammatico tema dell’ambiente nella nostra provincia e della drammatica questione dei rifiuti. Una questione che non si affronta  né con colpi di teatro né con marce di protesta. Sul nostro territorio vanno effettuate scelte locali, industriali e tecnologiche sul piano del trattamento dei rifiuti e va assunto come modello fondamentale il recupero della gran parte degli stessi con una raccolta differenziata spinta, che decolli in modo serio su tutto il territorio provinciale. I nostri amministratori siano attori convinti e convincenti di una nuova stagione di responsabilità per tutti, amministratori e politici locali, operatori economici e associazioni di categoria per velocizzare decisioni e soluzioni che sono alla portata della nostra classe dirigente. Una classe dirigente che ha nel proprio DNA la lotta alla criminalità organizzata che per il PD casertano è sempre stato il fulcro della propria azione. La lotta per contrastare la camorra ed affermare la legalità non è altra cosa rispetto al progetto di sistema per la qualità dello sviluppo di terra di lavoro. Si tratta infine di agire in più direzioni: il rafforzamento delle strutture giudiziarie e delle forze di polizia e la trasparenza della vita politica e amministrativa insieme all’innalzamento della coscienza civica e culturale dei cittadini. Di questo noi siamo convinti. La sensazione che però abbiamo è che su questo tema spesso ci si perda nel campo della propaganda. Troppe passerelle senza proposte e azioni concrete. Noi sul tema della legalità possiamo  fare di più. Chiederemo l’impegno quotidiano dei nostri  parlamentari nazionali e regionali a sostegno ed a fianco dei nostri amministratori che quotidianamente si scontrano e contrastano le diffuse pratiche dell’illegalità.  Il Partito Democratico e le sue rappresentanze istituzionali devono essere a fianco dei Sindaci, degli assessori e dei  consiglieri comunali senza lasciarli mai soli, costruendo una barriera democratica per contrastare tutti i tentativi e i condizionamenti possibili che rappresentano il rischio vero per le nostre istituzioni. E’ su questo che dovremmo confrontarci e ricercare una unità vera elaborando analisi e producendo ricette concrete. E’ su questi temi che sfideremo i nostri avversari del centrodestra la cui azione di governo provinciale e regionale mostra tutti i suoi limiti e le sue ambiguità. Il gruppo Consiliare alla Provincia e quello alla regione  si facciano promotori di una nuova stagione di opposizione, serrata,   smascherando inefficienze e demagogiche proposte che sono il frutto di una crisi congenita, che gravissimi danni sta causando al nostro tessuto economico e sociale. Il centro destra in questa provincia ha vinto ma non è in grado di governare il cambiamento e non riesce ad andare oltre la vecchia gestione della cosa pubblica.  Questo processo di graduale impoverimento della Provincia di Caserta sembra non incidere sulle scelte in agenda della presidenza della nostra provincia che è indifferente alla drammatica espulsione di intere fasce di popolazione dalla produzione e più in generale dal mondo del lavoro.  E in questa ottica sembra aberrante che la risoluzione del problema del trasporto e della mobilità pubblica di questa provincia passi innanzitutto attraverso l’espulsione dall’azienda di ben 148 lavoratori. Ed è per questo motivo che diciamo alla organizzazioni sindacali che saremo al loro fianco nella difesa dei lavoratori e delle loro famiglie.  Vista la metodologia adottata dal Presidente Zinzi con quale spirito e quali proposte l’Ente Provincia intende affrontare la drammatica situazione   dei lavoratori della IXFIN, della FINMEK, della ex 3M,  della FORMENTI, della ex SELFIN, della FIREMA Trasporti, ma anche ai 1800 dipendenti del Consorzio Unico di bacino; quali risposte si daranno  alla crisi profonda nel settore del TESSILE, in particolare dell’eccellenza della SETA e, soprattutto, quale sarà il futuro dei lavoratori della ACMS? Questo sarà il lavoro che ci deve vedere protagonisti nei prossimi mesi: dare risposte alla richiesta di normalità che intere fasce di popolazione chiedono alla politica della provincia di Caserta. Care Democratiche, cari Democratici  un lavoro imponente ci attende nei prossimi mesi; una grande responsabilità è sulle nostre spalle.  La responsabilità di dover costruire un soggetto politico in grado di dare alla nostra Provincia oggi una opposizione credibile, domani un  governo serio con una classe dirigente all’altezza delle sfide che solo velocemente ho tratteggiato. Un soggetto politico che sui temi tracciati deve sapersi confrontare con il Sindacato, le Forze Datoriali, l’Università, con il mondo delle Professioni, con gli Agricoltori e gli Artigiani della nostra provincia.  Alla nuova classe dirigente tocca assumere la responsabilità che il ruolo richiede, senza tentennamenti e timidezze. A tutti chiedo  un sforzo, un atto di coraggio, una condivisione sulle scelte impegnative che faremo nei prossimi mesi. Lo chiedo proprio a tutti, a quanti mi hanno sostenuto nella fase congressuale, e li ringrazio, condividendo la mia idea di partito e il percorso da seguire che avevo delineato nella mia mozione, ma anche a quanti hanno ritenuto di sostenere la proposta alternativa di Enrico Tresca. E lo chiedo, con responsabilità anche  a quanti nella fase  congressuale  hanno scelto la strada del non voto. Una scelta che non ho condiviso ma che ho rispettato vista la serietà delle loro preoccupazioni.   Con la consapevolezza che la crisi attuale (e non mi riferisco solo alla crisi economica ma soprattutto alla crisi di fiducia complessiva nel sistema Paese e più ancora al corto circuito cittadini-politica) possa essere affrontata e superata da uno sforzo di solidale e matura collegialità.  Le sterili contrapposizioni ed i miopi personalismi cedano il posto ad una visione luminosa e forte della politica. E, il nostro Partito si assuma con senso di responsabilità l’onere e l’onore di guidare il cambiamento.  Infine un GRAZIE ai democratici e alle democratiche della provincia di Caserta! W il Partito Democratico!

 c.s.