05 luglio 2011

Buona sanità , Il piede diabetico viene salvato dall'amputazione .


È uscito camminando sui suoi piedi, dopo la dimissione odierna dall’IRCCS Neuromed di Pozzilli (IS), C.N., paziente diabetico di 76 anni, della provincia di Avellino, ricoverato la scorsa settimana per una grave forma di quello che viene comunemente definito “piede diabetico”, che consiste in una grave ostruzione delle arterie, per cui era stata disposta l’amputazione del piede. Le condizioni del paziente erano particolarmente gravi: la severità della patologia diabetica aveva provocato l’insorgere di complicanze difficili, con un ridotto apporto di sangue all’arto inferiore, per cui ne determinava una sofferenza ischemica, causa di forti dolori ed impossibilità di deambulare. Alla luce di un quadro clinico disastroso, dunque, si era giunti alla decisione di amputare il piede per evitare complicanze peggiori. Ma, al momento di operare, l’equipe medica del Neuromed non c’è stata: l’uomo è stato sottoposto ad un nuovo esame angiografico prima di tentare la ricanalizzazione con angioplastica dei vasi della gamba (intervento non chirurgico) quindi introducendo nelle arterie una sottile sonda che le ha liberate completamente permettendo al sangue di circolare di nuovo fino alla punta delle dita. L’intervento percutaneo, non invasivo ed eseguito in anestesia locale, è durato circa tre ore ed è stato portato a termine da un’equipe composta da due chirurghi vascolari, un anestesista rianimatore, un tecnico di radiologia ed infermieri strumentisti, diretti dal dott. F. Pompeo, Responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare. Un’operazione non semplice, quella condotta dal gruppo medico, che ha comportato un lavoro impegnativo e delicato ma che è perfettamente riuscita, portando un risultato difficile da immaginare, soprattutto per il paziente, che si è visto salvare il piede a dispetto di una sentenza di amputazione che sembrava inappellabile. La gioia dei congiunti è stata incontenibile, esplosa in una profusione di abbracci ai medici e al personale infermieristico. La moglie racconta di una trafila lunga e dolorosa, durata tre mesi a consultare specialisti che ripetevano, inesorabilmente, sempre lo stesso verdetto: amputazione dal ginocchio in giù, finché uno specialista campano li ha indirizzati al Neuromed. Con gli occhi lucidi per l’emozione, la donna ha dichiarato: «È un miracolo. Ero venuta qui con mio marito per riportarlo a casa senza il piede e invece torna “tutto intero” a fare il nonno a tempo pieno». Parla di giorni di disperazione, di pianti di nascosto per non turbare la famiglia, di un terrore che non può augurarsi nemmeno al peggior nemico e delle bugie raccontate ai nipotini per non spiegare perché il nonno starà via qualche giorno. Poi, con un guizzo nello sguardo, sorride e dice: «È una gioia immensa. Non ci credevo». Oggi, dopo essere stato in osservazione e sottoposto a cure specifiche per una settimana dopo l’intervento, l’uomo esce e torna alla sua vita di tutti i giorni, sui suoi piedi, passeggiando piano e sorridente al fianco di sua moglie.

c.s.