PORTICO DI Caserta - “Soldatini di frontiera, mille mamme aspettano, cercate di non farvi fucilar, questa storia è stata scritta e già studiata…” Sulle note di “Tre Colori” la canzone dell’ospite d’onore Fausto Mesolella, consacrata da Sanremo 2011, ha preso il via la serata di fine anno della “Bosco” :“Sorelle e Fratelli d’Italia”. Evidente la forzatura letteraria nel titolo della serata, giustificata dal desiderio degli organizzatori di voler dare risalto all’opera di intelligence di tante eroine come Anita Garibaldi, Teresa Manin e Cristina Trivulzio di Belgioioso che all’ombra delle ribalte hanno donato il loro contributo al destino della nostra Italia. Eccellente lo spettacolo messo su dalle docenti del progetto TeatroDanza, una serata con attori e ballerini quasi veri. Una trama semplice e minuziosa ha ricordato la storia dell’Unità d’Italia. Effetti sonori, fumogeni e luminosi e tanta emozioni. Tutti in piedi a cantare l’inno di Mameli insieme ad impettiti, compunti soldatini che sfilavano nel cortile della scuola con tanto di bandiera a “tre colori”. Presenti alla serata il sindaco Carlo Piccirillo con consiglieri ed assessori, Alessandra Falcone funzionaria P.I. del Comune, il presidente della Pro Loco GiovanBattista Iodice. Gradita, al numeroso pubblico, la presenza di Francesco Garibaldi con la moglie e il piccolo Menotti (nella foto con il preside Falco). Francesco è pronipote di Felice, fratello minore di Giuseppe Garibaldi, Nizzardo doc. A Bari dal 1835 acquistò un oleificio a Bitonto dove produceva e esportava su scala europea olio pugliese. “Felice - ci ha raccontato Francesco – amava parlare sempre in francese. Sospettato dalla gendarmeria borbonica gli fu sequestrata una lettera che doveva spedire al fratello Giuseppe. Quella lettera era scritta in italiano… questo bastò per incolparlo come rivoluzionario, esprimendo l’uso della lingua italiana, per gli accusatori, la netta volontà di unificazione nazionale." “Cherchez la femme” in ogni azione di un uomo - così nelle conclusioni a tarda sera il preside dell’Istituto prof. Salvatore Falco, prendendo in presto la celebre frase del 1854 di Alexadre Dumas. Crediamo nei simboli e nel nostro lavoro per sottolineare l’importanza di entrambi gli elementi in un processo che sia foriero di apprezzabili risultati per un rinnovato Risorgimento per l’intera Nazione.”
Ernesto Genoni
Ernesto Genoni