17 febbraio 2011

“Don Milani tra ieri e oggi” è il titolo del libro, curato dal prof. Carmel Borg.



“Don Milani tra ieri e oggi” è il titolo del libro, curato dal prof. Carmel Borg, edito in lingua maltese, che raccoglie una serie di contributi (35 per la precisione) a livello internazionale sulla figura del Priore di Barbiana. Tra questi anche quello di Giammichele Abbate (nella foto) , che a don Lorenzo già aveva dedicato negli anni passati un volume. Docente nelle scuole superiori di secondo grado; collabora, come cultore di pedagogia, con la facoltà di psicologia della seconda Università di Napoli; giornalista pubblicista da circa 30 anni; direttore responsabile di numerose riviste, il suo nome è presente in numerose pubblicazioni e noto anche a livello internazionale. Un’esperienza significativa per la cultura grazzanisana e per il sociale cui da sempre si è dedicato con abnegazione. Dalle associazioni sportive a quelle culturali, alle religiose, al volontariato a favore degli immigrati; citare Giammichele Abbate è citare un esempio disponibilità, spesso vissuta in silenzio. Tra i tanti interessi di sicuro quello che lo coinvolge maggiormente riguarda le problematiche legate al mondo della scuola e dell’immigrazione, occupandosi molto di formazione. Notevoli i suoi contributi ai testi "Governare il lifelong learning - Prospettive di Educazione degli adulti" a cura di Bruno Schettini. Ha curato la pubblicazione di ‘Don Milani tra scuola e impegno civile’. Sempre disponibile ad offrire il proprio contributo, il prof. Abbate la settimana scorsa ha tenuto un incontro, nella suggestiva cornice della chiesa di San Marcello dove si è svolto il secondo appuntamento del ciclo di incontri “Beati voi quando…”, curato da LIBERA; il tema della serata è stato “..servirete con gioia gli ultimi”. Il prof. Abbate ha portato la sua esperienza diretta di persona che ‘vive’ realtà difficili da accettare, raccontando la sua esperienza trentennale nel volontariato. Episodi ‘diretti’, vissuti, che hanno reso appieno le condizioni tragiche in cui vivono gli immigrati e le difficoltà in cui sono costretti a muoversi quanti offrono loro il proprio aiuto. Castel Volturno ed il suo litorale e Villa Literno, due ‘posti’ sufficienti ad esprimere e spiegare il degrado in cui vivono tante persone. Ricordi di chi da solo potrebbe raccontare un’infinità di storie forse irreali per chi non ha toccato con mano, come lui, la miseria di questi posti; ricordi di chi si è rimboccato le maniche perché potesse giungere un minimo di sostegno a chi non ha nulla. Le sue emozioni parlano più delle parole e sono proprio i sentimenti espressi e soprattutto quelli taciuti che toccano l’uditorio,cui lascia un messaggio semplice ma che può sconvolgere la vita di chi vuole aprire gli occhi e guardare gli ‘altri’ per quello che sono, persone: ‘Il volontariato, inserendosi nel cammino della legalità, ci rende cittadinanza attiva e partecipe. E’ un impegno forte, ma denso di emozioni’.

Giovanna Pezzera