13 gennaio 2011

IL MATESE IN FERMENTO PER IL PASSAGGIO DEL GASDOTTO SNAM.


Piedimonte Matese. Viva preoccupazione per l’impatto ambientale sta riscuotendo nelle popolazioni del Matese il via libera al progetto per il passaggio del gasdotto “Rete Adriatica” progettato dalla Snam Rete Gas s.p.a. al fine di realizzare il raddoppio delle infrastrutture di trasporto gas lungo il versante adriatico del territorio nazionale. Il gasdotto “Rete Adriatica Brindisi Minerbio” ipotizzato con un unico tracciato dal Sud (Massafra, provincia Taranto) fino all’Italia settentrionale (Minerbio, Provincia di Bologna) attraverserà ben nove Regioni tra cui Puglia, Campania, Basilicata, Molise, Abruzzo, Umbria, Marche, Toscana ed Emilia-Romagna. Il versante del Matese sarà interessato per le seguenti zone Sella di Vinchiatauro (codice IT222296), la Gallinola-Monte Miletto-monti del Matese (codice IT222287), Maiella (codice IT7140203). Le associazioni ambientalistiche e le popolazioni dei territori sono convinte che si vorrebbe far passare, con un impatto inimmaginabile, un gasdotto di dimensioni colossali sui crinali dell’Appennino Centro Settentrionale. Non si riesce a capire il perché il tracciato del gasdotto giunto all’altezza di Biccari (FG), è stato dirottato inspiegabilmente verso l’interno, lungo la dorsale appenninica, adducendo presunte e non dimostrate “insuperabili criticità” sotto l’aspetto tecnico. Ma proprio scegliendo la dorsale appenninica il tracciato si scontra invece con criticità quali la presenza di aree boschive e numerose aree protette, a rischio sismico e idrogeologico. Insostenibile sarebbe poi l’impatto su aree importanti sul piano socio-economico per i danni sia diretti che di immagine ad un sistema turistico già ben sviluppato e impostato sulla ricettività diffusa (alberghi, agriturismi, rifugi, campeggi, ecc) e sul settore agro alimentare di eccellenza, per la presenza di produzioni tipiche. E in quello che è stato dichiarato dall’ONU l’anno della biodiversità, appare a dir poco incoerente che si proponga un progetto di questa portata proprio nelle aree “sorgenti di Biodiversità”.

Pietro Rossi