08 dicembre 2010

Bravo Renzi. Forza Renzi.


“Sono andato a parlare della legge speciale promessa per Firenze, che non arriva. Finché il governo è guidato da Berlusconi parlo con lui e con i suoi ministri. Per la mia città vado ad Arcore anche tutti i giorni, se serve”. Sono state queste le dichiarazioni del sindaco di Firenze a ‘giustificazione’ del suo incontro con Berlusconi nella villa di Arcore. Una visita nella tana del nemico B. che ha arrecato ‘scandalo’ nel partito democratico. Diciamo meglio: che ha messo in grave imbarazzo la nomenclatura del PD. “Se per motivi istituzionali, il presidente del consiglio lo potevi incontrare a Palazzo Chigi”, pare gli abbiano rinfacciato coloro che hanno in mano il partito. “Sennò così fai pensare a chissà che cosa”. Insomma, il torto di Matteo Renzi (agli occhi di chi guida il PD) sembra essere stato quello di aver voluto incontrare non già il Presidente del consiglio, ma Silvio Berlusconi. Dunque: non di una visita istituzionale si sarebbe trattato, ma politica. E che abbiano parlato anche di politica ne siamo ben convinti. Ma riflettiamo. Renzi, intelligente, capace, sindaco di una delle più belle e importanti città italiane, (il sindaco più amato in Italia con il 66,8 % dei consensi, secondo la tredicesima edizione di 'Monitor Città', pubblicata nel mese di settembre scorso), sta attuando a sinistra una costante azione di ‘smarcamento’ dall’establishment del suo partito, un’attività che di sicuro è invisa al ‘blocco’ di potere che ha in mano il partito,che parla dei giovani, ma che agli stessi non dà spazio. Questa tuttavia è una pecca che accomuna tutti i partiti sia a destra che a sinistra. Renzi come Vendola. L’abbinamento sembra ben accostato. Ma avrebbe forse fatto tanto “rumore” se il sindaco di Firenze avesse incontrato il Presidente del consiglio a Palazzo Chigi? Certo che no. E, allora, non è che l’incontro ad Arcore sia stato ben voluto da entrambi i protagonisti proprio alla bisogna? A Berlusconi potrebbe essere servito per far comprendere che, alla fine, può scegliersi da solo l’interlocutore nel Partito democratico. Renzi incontrando Berlusconi ha voluto accreditarsi quale ‘nuovo’ (in tutti i sensi) leader di una sinistra sempre più inchiodata su vecchi schemi di partito, alla ricerca di nuovi strumenti per ‘intercettare’ i b isogni dell’elettorato. E se questi ‘nuovi strumenti’ fossero proprio i Vendola e i Renzi? Berlusconi qualche giorno fa ha dichiarato che si farà da parte, ma che non lascerà la politica in mano ai maneggioni: darà lo scettro a un giovane. Che si riferisse proprio al sindaco di Firenze Matteo Renzi? (www.primapaginaitaliana.it)


avv. Antonio Gaudiano