23 novembre 2010

Il Parlamento europeo approva la bozza di Direttiva per garantire “un’Europa senza frontiere per i malati”. A gennaio previsto il voto in Plenaria.


VENAFRO. E’ stata approvata dalla Commissione parlamentare Salute Pubblica del Parlamento europeo la bozza di Direttiva tesa a regolamentare i complessi meccanismi dell’assistenza sanitaria all’estero.Si tratta di un provvedimento normativo di notevole importanza in quanto rappresenta il primo tentativo di disciplinare una materia di complessità Kafkiana – afferma l’On. Patriciello (nella foto)”.In effetti – aggiunge l’eurodeputato molisano - ad oggi se un cittadino europeo vuole farsi curare in un altro Stato membro deve anticipare le spese senza sapere se e come verrà rimborsato. In passato ci sono stati problemi così grandi da spingere i pazienti a fare ricorso alla Corte di Giustizia europea. Proprio al fine di fronteggiare questa situazione di vacatio legis, l'UE ha deciso di intervenire”.Questa direttiva – spiega Patriciello - è pensata dunque per permettere la mobilità dei pazienti, diritto fondamentale dei cittadini europei, da affiancare alla libera circolazione dei lavoratori o degli studenti. Non si tratta di incoraggiare "un turismo sanitario", ma soltanto di permettere una maggiore offerta nella sanità che conferirà la possibilità ai pazienti di scegliere il luogo in cui recarsi per ricevere le migliori cure possibili. A tal fine la Direttiva prevede la creazione di banche date nazionali per accedere alle informazioni sui trattamenti disponibili in altri paesi”.Nel caso venisse richiesta un'autorizzazione per accedere alle cure in un altro Stato – continua Patriciello - il pagamento verrebbe rimborsato direttamente dal paese di origine del paziente al paese (o direttamente all'ospedale) che ha fornito l'assistenza, senza passare per le tasche del cittadino. In ogni caso verrebbero rimborsate soltanto le spese che rientrano tra i trattamenti previsti e coperti dal sistema sanitario nazionale del paese di provenienza e esclusivamente per l'ammontare che verrebbe normalmente rimborsato dall'assistenza sanitaria nazionale. Facciamo un esempio: se in Italia le visite dal dentista non vengono rimborsate dalla mutua, l’italiano che si fa curare in Francia non avrebbe diritto ad alcun rimborso da parte dell’Italia. In nessun modo un paziente potrà giocare con i rimborsi per avere un beneficio economico.Noi crediamo – conclude Patriciello - che per evitare ogni forma di discriminazione verso i cittadini meno abbienti debba essere lo stato di provenienza a pagare direttamente l'ospedale o lo Stato dove sono state prestate le cure, senza che il cittadino debba anticipare la spesa. E se questo proprio non fosse possibile il paziente potrebbe pagare direttamente, ma deve essere rimborsato il prima possibile.”Un altro punto molto importante per noi è che gli europei alle prese con malattie rare – e sono circa 25 milioni - possano avere la possibilità di accedere alle migliori cure fornite da altri Stati membri”. La posizione politica del Consiglio è attesa per il prossimo dicembre. Il Parlamento approverà definitivamente l’atto durante la Sessione plenaria che si terrà a Strasburgo a gennaio 2011.

Fonte: Comunicato dell'Ufficio Stampa Aldo Patriciello