04 novembre 2010

I GIORNI DELLA FEDE E DEL TRICOLORE


CASERTA. In questa giornata in cui festeggiamo convintamente l’Unità Nazionale e le Forze Armate della Repubblica non ci è possibile non esternare alcune riflessioni dettate dalle gravi vicende che interessano, in questi ultimi giorni ed ancora in queste ore, la Campania e la nostra Provincia in particolare. Le immagini diffuse dai media sulla situazione nella nostra Regione ci rimandano un quadro agghiacciante, e troppe volte visto, di degrado del territorio e disagio della gente ma, ancor più, di sconcerto e sbandamento per l’assenza o l’impotenza delle Istituzioni, di sfiducia nella possibilità di soluzioni vere e serie del problema dei rifiuti. Sembra di ritornare indietro di decenni, agli inizi del nostro percorso di progresso civile, in un paese dove la Stato era scomparso e le nuove istituzioni democratiche dovevano ancora conquistare la fiducia dei cittadini. Ed infatti, ora come allora, la nostra gente, dinanzi alla impossibilità di comprendere ed accettare una ingiustizia elevata a sistema ed alla disperazione per essere, senza difesa, condannati ad abitare in “riserve indiane” in condizioni di pessima vivibilità ed a sicuro rischio per la salute, si è riconosciuta negli stessi simboli: le madri di Terzigno nel S. Rosario che da sempre costituisce nelle nostre terre l’ultima speranza e gli abitanti di Giugliano nel tricolore sventolato con la dignità ed il coraggio di chi si sente italiano malgrado tutto. Volontà di resistere, di non piegare la propria vita, la salute dei figli, il futuro di un territorio agli interessi, alla incapacità ed ora addirittura alla arroganza di chi non è in condizione di gestire la cosa pubblica e pretende sempre di far pagare agli stessi il conto, se necessario anche con la forza. Una Associazione che è nata con lo scopo di tornare ad ispirarsi alla nostra Costituzione quale guida e difesa in un momento di crisi morale e politica tanto grave non può non avvertire l’urgenza di levare un grido di allarme e manifestare indignazione per ciò che sta accedendo non solo nel Paese ma in forma drammatica nelle nostre terre. Una Campania prima avvelenata, poi abbandonata a se stessa ed oggi violentata dalla sostanziale sospensione di diritti civili e costituzionali e da una ben orchestrata campagna di disinformazione. Una Regione ove alle oggettive responsabilità di una classe dirigente locale poco capace e molto compromessa si aggiunge il disegno del Governo di far pagare il conto alle vittime e di utilizzare l’emergenza, divenuta eterna, quale opportunità di passerelle mediatiche e di decisioni “straordinarie” dettate, appunto, dalla emergenza. Ecco dunque che si ripete il “carosello napoletano” che prevede l’intervento salvifico del Premier con rapide puntate (… e fughe) a Napoli, le dichiarazioni semiserie di Bertolaso, le promesse di soluzione del problema in pochi giorni puntualmente disattese, le tristi riunioni in Prefettura con i Sindaci che sembrano ostaggi per metà minacciati e per metà blanditi, i patetici tentativi di certe “fonti” di far passare i manifestanti per selvaggi autolesionisti se non per mezzi delinquenti. La sola ed unica novità è che la gente non ci sta. E non ci sta da cittadini italiani, senza violenza ma invocando proprio la difesa di quelle norme di legge, in Campania troppe volte “derogate” e “sospese”, che la politica e le istituzioni sono chiamate a rispettare. Tutti ormai siamo consapevoli che il problema vero e grande che emerge dalla ciclica “crisi dei rifiuti” è l’irreversibile avvelenamento di gran parte del nostro territorio e, di conseguenza, del rischio per la nostra salute e per il futuro stesso della nostra terra per l’indifferenza di molti e l’incapacità, l’infedeltà e gli interessi di qualcuno. Abbiamo tutti aperto gli occhi e, pertanto, il tentativo maldestro e sbrigativo di liquidare la resistenza delle “mamme di Terzigno” o dei cittadini di Giugliano come questione di ordine pubblico causata dall’egoismo di chi non vuol mai sacrificarsi è ingiusto, falso e volgare. Parliamo di Comunità che hanno convissuto troppi anni col lezzo, col degrado e con la malattia. Risulta altrettanto iniquo, e forse anche un tantino ridicolo, il “pugno di ferro” minacciato e, talvolta, messo in atto contro cittadini, spesso donne ed anziani, che pacificamente esercitano gli stessi diritti costituzionali garantiti agli altri italiani e hanno il diritto di pretendere – come gli altri – una vita degna e civile. Nelle stesse ore nelle quali si consumava il dramma delle discariche, dei rifiuti per strada, delle donne con le braccia alzate, i media ci informavano, con ovvia dovizia di particolari, delle ultime disavventure del Presidente del Consiglio. E’ banale ricordare a tutti noi che su questa strategica questione si sta concentrando il dibattito politico e l’attenzione degli organi dell’informazione. Tutto questo ovviamente indurrebbe al sorriso o, al massimo, ad un momento di tristezza se non rivelasse un così grave collasso della credibilità di una parte delle istituzioni che oggi, più impegnate sul fronte di sapide sconcezze o irresponsabili affermazioni, non hanno il tempo di occuparsi seriamente di questioni minori come quella della “monnezza”, della disoccupazione ….. Ci sarebbe piaciuto invece vedere le Istituzioni nazionali e locali, in primis la Regione, seriamente impegnate ad una reale e urgente programmazione per una bonifica dei territori e una san a e corretta gestione futura del problema. Ci è, invece, inevitabile denunciare le evidenti inesattezze e le stentate “pezze a colore” di Bertolaso ma, soprattutto, indignarsi per le penose esternazioni del “grand commis” che auspica che il Vesuvio risolva i problemi che il Responsabile della protezione civile non è capace di governare. E’ questo lo scenario di un paese nel quale sempre più ci si allontana dal rispetto per il bene comune e dal senso del dovere. In particolare la Campania dovrebbe piegarsi ed arrendersi ad una strategia sempre più ispirata da una cultura e da interessi ostili, che vede la nostra Regione sempre più sversatoio di veleni prodotti al nord e grande occasione di grandi affari “emergenziali”. L’esempio cancellato per decreto e la protesta inascoltata del Sindaco Cenname è la prova che ogni tentativo serio di invertire questa perversa logica va stroncato perché paradossalmente potrebbe fornire un “cattivo esempio”. Luigi Albertini, storico Direttore del “ Corriere della sera”, scriveva , in tempi molto lontani ma tanto simili ad oggi per crisi morale e pericolo per la democrazia: “ nel tenere in vita una larva di Camera, si appagano tutti coloro che, turbati nella loro coscienza, erano in cerca di un alibi per dare il loro assenso a tanta distruzione della Carta fondamentale del Regno “.

COMUNICATO ASSOCIAZIONE CARTA 48