26 luglio 2010

Signora di Casapulla muore per un boccone andato di traverso.


LETINO.Un dramma, una giornata di festa che diventa un dramma e sfocia in tragedia! Così si può riassumere la vicissitudine che è costata la vita a Ferrara Maria Cintura, 58 anni di Casapulla, giunta fin qui sopra Letino e che è morta perché un boccone ingurgitato le è finito di traverso! Sembra incredibile che oggi, semplicemente con un clik su di una tastiera di computer, da casa, si riesca ad osservare il mondo in diretta e due Comuni, Gallo Matese e Letino appunto dove si è registrata la tragedia odierna, per avere un’ambulanza con un codice rosso, debbano attendere almeno 30 minuti se l’autista come nel caso specifico si lancia da Piedimonte Matese fin sopra ai pendii dell’Appennino con sprezzo del pericolo, laddove in genere ci si impiega almeno un’ora (sempre in emergenza). Ma andiamo con ordine. Sono circa le 13.00 quando l’equipaggio dell’ambulanza del 118 composto dall’autista Antonio Pannone, dall’infermiere Guglielmo Fattore e dal dottor Gianfranco Ferrazzano ricevono una chiamata dalla centrale operativa che li invia a Letino per un codice rosso. Partono da Piedimonte Matese e per raggiungere la valle immensa che è immersa nei monti del Matese impiegano circa 35 minuti. Nel frattempo però viene allertata anche l’eliambulanza dell’ospedale Cardarelli di Napoli, la quale dal momento in cui è stata investita del dramma che stava vivendo la povera Ferrara Maria Cintura, impiega appena 20 minuti da Napoli in elicottero. Sul posto comunque giunge prima l’ambulanza partita da Piedimonte Matese e subito dopo arriva l’eliambulanza da Napoli. I medici praticano le manovre previste nel caso specifico (BLS etc. etc. etc.) ma la signora Maria non ce la fa e muore. La donna era a pranzo, in un clima festoso con un’altra ventina di persone, facenti parti di un gruppo che soffre di distrofia muscolare ed è costretto per lo più alla sedia a rotelle. In ogni caso constatato il decesso della donna, che molto probabilmente, almeno per quanto è stato affermato anche dal personale medico intervenuto e da altri suoi conoscenti, se l’incidente le fosse capitato a Casapulla, oggi sarebbe ancora viva, visto che la città si trova, a circa tre chilometri sia dal Melorio che dall’Ospedale di Caserta, sarebbe arrivata tempestivamente in uno dei due nosocomi, è montata anche la rabbia per il totale isolamento dei due Comuni e annesse frazioni del matesino, Gallo e Letino. E pensare che un’ambulanza a postazione fissa è stata approntata a Pratella, cioè a circa 15 chilometri da Piedimonte Matese, mentre proprio i due comuni situati in alta montagna e che sono quelli che ne avrebbero più bisogno, lascia i residenti ancor più allibiti. Stesso discorso vale ovviamente per Valle Agricola, terzo comune dell’entroterra casertano letteralmente isolato, a circa 40 chilometri dal capoluogo matesino con un’unica mulattiera che lo collega al resto del mondo. Nell’entroterra appenninico dell’alto casertano, quindi, si rischia di morire soffocati anche per un boccone di traverso, atteso che ambulanze e postazioni fisse non ve ne sono…