23 aprile 2010

A Cicciano poca sostanza e troppa confusione.


Cicciano – Sembra ancora lontana una soluzione che definisca le sorti del Pastificio Russo di Cicciano e quelle dei suoi ormai ex lavoratori, che hanno assistito sgomenti nella giornata di ieri ad una raccapricciante seduta del consiglio comunale. L’assemblea, alla quale risultavano assenti cinque consiglieri di maggioranza, era iniziata con la decisione, caldeggiata dalla opposizione, di invertire l’ordine del giorno, consentendo al sindaco Caccavale di rispondere all’interpellanza del consigliere Napolitano che proponeva di destinare una zona dell’area PIP agli eventuali acquirenti del Pastificio. “La scelta” argomentava Napolitano “consentirebbe la delocalizzazione della produzione e, favorendo la nascita di un nuovo opificio, renderebbe maggiormente appetibile l’acquisto del marchio”. Caccavale prendendo la parola, si produceva nella lettura di una comunicazione inviatagli dai vertici dal Pastificio Rummo di Benevento nella quale veniva palesata la volontà di voler acquisire il marchio Russo, ma la notizia scatenava la bagarre nella sala consiliare che veniva sedata con difficoltà dalle forze dell’ordine. Il consigliere Romano riportava tutti alla concretezza ricordando l’esclusiva competenza del curatore fallimentare circa le decisioni relative al pastificio Russo, così, ristabilita la normalità, il sindaco palesava la disponibilità della amministrazione comunale a percorrere la strada prospettata dal consigliere Napolitano ricordando di aver già fornito assicurazioni in tal senso anche al Curatore fallimentare della società. L’assemblea veniva inspiegabilmente sospesa ed aggiornata a nuova data. “Mi sarei aspettato di assistere ad un consiglio comunale più concreto e coeso attorno ad una problematica riguardare un intero territorio, purtroppo così non è stato” ha dichiarato il Segretario regionale del settore agroalimentare della Ugl Campania Ferdinando Palumbo (nella foto) presente in sala “Ancora una volta a pagare le scelte della cattiva amministrazione potrebbero essere i lavoratori; le tante assunzioni di buona volontà e qualche piccolo passo in avanti non cancellano la sensazione di poca sostanza e soprattutto di tanta confusione”.


c.s.