30 novembre 2009

''Italia 2020'' - Piano di azione per l'occupabilità dei giovani attraverso l'integrazione tra apprendimento e lavoro.




Roma. I Ministri del Lavoro Sacconi e dell’Istruzione Gelmini hanno presentato il Piano di azione per la piena occupabilità dei giovani attraverso l’integrazione tra apprendimento e lavoro. Nel documento vengono tracciate le linee di azione da perseguire per costruire un rapporto nuovo e più integrato tra sistema formativo e mondo del lavoro al fine di realizzare la piena occupabilità dei giovani. Sono state individuate sei aree di intervento ritenute prioritarie: 1. Facilitare la transizione dalla scuola al lavoro La difficile transizione dal mondo dell’istruzione e della formazione a quello del lavoro è una delle principali criticità del nostro Paese evidenziata in tutti i benchmark internazionali. 2. Rilanciare l’istruzione tecnico-professionale La competizione internazionale del nostro Paese è limitata dalla carenza di profili tecnici e professionali intermedi e superiori. E’ necessario, quindi, un adattamento e miglioramento dell’istruzione tecnica che sia distinguibile da quelle tipiche del filone liceale e da quelle che qualificano i percorsi graduali e continui dell’istruzione e formazione professionale. 3. Rilanciare il contratto di apprendistato. L’apprendistato rappresenta un innovativo strumento di placement, fondato sull’integrazione tra sistema educativo e formativo e mercato del lavoro, che supera la vecchia distinzione tra formazione “interna” e formazione “esterna” all’impresa e consente ai giovani un rapido e stabile ingresso nel mondo del lavoro. 4. Ripensare l’utilizzo dei tirocini formativi, promuovere le esperienze di lavoro nel corso degli studi, educare alla sicurezza sul lavoro, costruire sin dalla scuola e dalla università la tutela pensionistica. I tirocini formativi hanno rappresentato uno dei pochi canali di inserimento dei giovani nel mercato del lavoro. Va dunque ripensato e rivalutato soprattutto alla luce della più recente evoluzione del quadro legale che ha previsto molteplici modalità di inserimento agevolato dei giovani nel mercato del lavoro. 5. Ripensare il ruolo della formazione universitaria L’iscrizione di massa all’università non risponde alle reali esigenze del mondo del lavoro e neppure alle prospettive di crescita degli stessi studenti. Si vuole incentivare le università a prevedere una offerta formativa coerente con l’idea di apprendimento lungo l’intero ciclo di vita con percorsi formativi e di approfondimento anche per chi è già entrato nel mondo del lavoro, in modo da valorizzare il legame di appartenenza con la propria università. 6. Aprire i dottorati di ricerca al sistema produttivo e al mercato del lavoro Utilizzare i dottorati quale straordinaria opportunità per innovare e crescere prendendo esempio dagli altri Paesi che hanno aziende che primeggiano nella competizione internazionale.


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Fonte:ISFOL