25 ottobre 2009

LA CORTE COSTITUZIONALE STABILISCE CHE LA RETE SCOLASTICA E’ DI ESCLUSIVA COMPETENZA DELLA REGIONE E DEGLI ENTI LOCALI.


PIEDIMONTE MATESE. I comuni dell’alto casertano sono in trepida attesa per le sorti della rete scolastica territoriale per la preannunciata riforma. E’ prossimo il ridimensionamento della rete scolastica, sta arrivando il 2010, l’anno previsto dalla riforma Gelmini per chiudere tutte quelle scuole sottodimensionate e le dirigenze con meno di 500 alunni. In vista del riordino di tutto il sistema, arriva una novità di grande rilevanza per chi dovrà mettere mano nei prossimi mesi alla riorganizzazione della rete scolastica su scala provinciale. A mettere un po’ d’ordine ci ha pensato ancora una volta la Corte costituzionale. Infatti sono state da poco depositate le motivazioni di una sentenza dell’alta Corte sulla tanto discussa riforma Gelmini. Un pronunciamento che cade proprio al momento giusto, riferisce il Prof. Marco Fusco (nella foto)Presidente del Comitato E.D.A. CE6, con la sentenza numero 200 del 2 luglio 2009, l’alta Corte ha delimitato i poteri dello Stato centrale circa il ridimensionamento della rete scolastica. La competenza per il ridimensionamento della rete scolastica è esclusiva di Regioni ed Enti Locali. Il cuore della riforma della scuola del centrodestra, sarà attuato per così dire dal basso. Lo ha sancito la Corte costituzionale bocciando due passaggi del decreto contenuti nelle lettere f-bis) e f-ter) dell’articolo 64, comma 4, del Dl n. 112 del 2008, entrambe aggiunte dalla legge di conversione n. 133. In buona sostanza, le censure della Consulta si sono concentrate sulla definizione di criteri, tempi e modalità per ridimensionare la rete scolastica e sulla potestà di definire le misure necessarie a ridurre i disagi causati dalla chiusura o dall’accorpamento di scuole nei piccoli comuni. Un motivo in più, per difendere le scuole di montagna nell’anno scolastico 2010/2011, quando dovrebbero scattare meccanismi rigidi per definire la chiusura di scuole sottodimensionate così come prevedono le disposizioni volute dal Ministro Gelmini. Secondo i giudici costituzionali, questi profili della riforma, in virtù della divisione delle competenze legislative fra Stato e Regioni, non possono essere disciplinati a livello nazionale, ma devono essere le realtà locali a provvedere in base alle effettive esigenze del territorio. “La definizione di criteri, tempi e modalità per la determinazione e l’articolazione dell’azione di ridimensionamento della rete scolastica ha un’immediata incidenza sulle esigenze socio-economiche di ciascun territorio che ben possono e devono essere apprezzate in sede regionale- si legge, tra l’altro, nelle motivazioni della sentenza n. 200 della Corte Costituzionale da poco depositate- con la precisazione che non possono venire in rilievo aspetti che ridondino sulla qualità dell’offerta formativa e, dunque, sulla didattica”. Importante anche un altro passaggio della Corte quando dice che spetta a Regioni ed enti locali la facoltà “di prevedere misure volte a ridurre il disagio degli utenti del servizio scolastico, proprio per l’impatto che tali eventi hanno sulle comunità insediate nel territorio”. Questa sentenza dunque dovrebbe spronare gli amministratori locali a trovare le giuste soluzioni per una rete scolastica rispondente alle reali esigenze del territorio.

Pietro Rossi