04 settembre 2009

IL LAVORO PER I DIVERSAMENTE ABILI UNA EMERGENZA SOCIALE.


Piedimonte Matese. La testimonianza della giovane Angela, diversamente abile, di Piedimonte Matese in cerca di lavoro da dieci anni, infruttuosamente, ci porta ad una attenta riflessione sulle problematiche del lavoro per le fasce deboli. Si pensi che in Italia sono 3 milioni i disabili senza lavoro! Il lavoro è un diritto di ogni essere umano, anche diversamente abile, avere un lavoro per queste persone significa farle sentire uguali a tutti gli altri. Chi governa, lamentano i disabili, ne parla ma non fa rispettare le leggi, il Ministero del Lavoro, delega l’Ispettorato del Lavoro per controllare nelle aziende italiane le percentuali tra lavoratori normali e disabili, ma questo, spesso, non avviene. Le domande che ci poniamo sono le seguenti: Come può vivere un disabile con un solo assegno sociale di circa 250 Euro? Potrà vivere e formarsi una famiglia? Potrà essere indipendente ed avere la sua dignità? La giovane di Piedimonte Matese ci ha dichiarato: Il mio è un grido di protesta; ai nostri governatori dico: provate voi a vivere in queste condizioni. Il lavoro per i diversamente abili diventa una sorta di lotta per l’esistenza, per vedere i propri diritti rispettati e applicati. Molti pensano che le persone con disabilità o appartenenti alle categorie protette siano tutte uguali, eppure non è così. Questo è un problema di mentalità chiusa che non comprende le molte persone le quali possono rivelarsi delle risorse altrettanto valide. Inoltre, si dimentica che dietro ogni disabile c’è una famiglia che lotta tutti i giorni contro l’indifferenza sociale che dilaga sempre più nella nostra Italia. Quando lo stato italiano attraverso i suoi rappresentanti, si dimentica delle fasce più deboli, è come dire che un padre di famiglia si dimentica del proprio figlio ma anche di se stesso.

Pietro Rossi