16 settembre 2009

Crisi del mercato del grano l’On. Aldo Patriciello chiama in causa la Commissione europea.



VENAFRO. Il crollo del prezzo del grano del 60 per cento, le forti oscillazioni dei prezzi dei prodotti alimentari per scopi speculativi e, soprattutto, i forti investimenti richiesti ai produttori agricoli per le colture cerealicole, insieme al difficile accesso al credito da parte di questi ultimi, specie nei paesi meno sviluppati, sono i tratti che maggiormente definiscono oggi la crisi del mercato del grano. “C’è il rischio – ha commentato l’eurodeputato del PdL Aldo Patriciello (nella foto)impegnato in questi giorni a Strasburgo per la sessione plenaria del Parlamento europeo – che i contadini abbandonino la coltivazione del grano da cui dipende la sopravvivenza di milioni di persone. Nei mesi scorsi – ha aggiunto – si è registrata una produzione record ma ora, con il crollo delle semine, è possibile che si arrivi ad un drastica riduzione del quantitativo. Intanto nei mulini europei si macina quasi esclusivamente grano proveniente dall’estero che, come è noto, ha qualità organolettiche minori ma prezzi ovviamente concorrenziali. Per questo mi sono rivolto alla Commissione europea affinché si incentivi la produzione di cereali attraverso un meccanismo finanziario che tuteli gli agricoltori assicurando un giusto prezzo di mercato e affinché si riformi il sistema di definizione dei prezzi nell’ambito delle borse merci, con norme chiare e univoche sulla classificazione dei cereali”.

Recentemente la Commissione europea ha stabilito una riduzione dello stock orientale di tonno rosso con il conseguente stop alla pesca di questa specie. “Le ripercussioni di questa decisione per la categoria dei pescatori sono pesanti – ha spiegato l’on. Aldo Patriciello – e, tuttavia, è condivisibile l’azione di tutela rispetto a questa specie che la Commissione europea sta portando avanti. C’è però uno studio scientifico dell’Università di Bari che per la prima volta ha permesso la riproduzione in cattività di venti milioni di larve e questo significa, in prospettiva, che la realizzazione di un’acquacoltura autosufficiente sarebbe più che plausibile. Se, dunque, è realistico pensare ad una riproduzione in allevamento, la Commissione dovrebbe rivedere la decisione di ridurre la pesca del tonno rosso o, per lo meno, mettere in campo sostegni economici e compensazioni finanziarie in favore dei pescatori che bilancino la perdita di redditività”.

Entrambe le interrogazioni sono state inoltrate per iscritto alla Commissione europea.

Ufficio stampa On. Aldo Patriciello