17 luglio 2009

DESTRA FUTURA RICORDA IL GIUDICE BORSELLINO.


Comunicato Stampa


Caserta. Se c'è qualcosa che può rendere coesa una classe politica al di là delle “barricate” di partito e della contrapposizione, spesso solo pregiudiziale, anche nei suoi fisiologici momenti di difficoltà, forse, è proprio il coraggio di ricordare, di raccontare, la memoria, insomma, degli eventi e dei protagonisti, quel senso forte che spinge a parlare di figure diventate “esempi”.
Nel caos della quotidianità politica molto spesso ci si lascia trascinare dalla velocità degli eventi e si stenta a ricordare che se la politica ha un senso lo ha, anche, perché una delle sue prime necessità è quella di riuscire ad incarnare e rappresentare valori ed idee. Ben vengano, allora, tutte le iniziative di ampio respiro che tentano di spiccare il volo prendendo le distanze, troppe volte a ragione, da quello che è la piccola e spesso meschina gestione giornaliera: la politica fatta di conti, incarichi, e campagne elettorali. La gente ha bisogno anche di altro! Ha bisogno di distinguere le idee, capire cosa c'è oltre l'amministrazione tante volte sterile del territorio, ha bisogno di sentire chi parla d'altro, chi ricorda i sacrifici, chi riesce a capire quando è il momento di mettere da parte certe cose ed "innalzare i cuori", di vedere che chi fa politica lo fa, anche e soprattutto, perché ha qualcosa che gli brucia dentro. Ben vengano, perciò, tutte le iniziative che si terranno domani 19 Luglio in occasione dell'anniversario dell'attentato al giudice Paolo Borsellino in via D'amelio: l'importante è che almeno in questo giorno non ci siano divisioni nella classe politica, ma unità d'intenti e voglia di essere davvero uniti nell'affermazione del principio di legalità, di certezza della pena, di lotta alla criminalità. Quella voglia di sentirsi, almeno in determinate occasioni, quasi un uomo solo in un corpo solo: quello della gente comune, quello di chi, come le forze dell'ordine, lotta spesso lontano dai riflettori offrendo ogni giorno la propria vita. Quello dei familiari degli uomini di scorta che piangono i figli, i genitori, i fratelli che hanno vissuto la loro quotidianità difendendo chi svolgeva il proprio ruolo per rendere un servizio alla Nazione. Per tutti questi motivi vogliamo, ricordando il sacrificio di Borsellino, annunciare la nostra riconoscenza e la nostra vicinanza a tutti gli uomini dello Stato che sono ogni giorno in strada a difendere la sicurezza di ognuno di noi pagando, spesso, anche un grosso tributo di sangue. Paolo Borsellino un giorno disse: "Sono morti per tutti noi, per gli ingiusti, abbiamo un grande debito verso di loro e dobbiamo pagarlo, continuando la loro opera… dimostrando a noi stessi e al mondo che Giovanni è vivo". Quasi un testamento spirituale, ma anche e sicuramente il dovere, l'appello, il richiamo che dovremmo sentire tutti perché, come dimostrano i tragici eventi di cui sia Giovanni Falcone che Paolo Borsellino sono stati vittime, la mafia colpisce lì dove a lottare restano in pochi.

Il Presidente Massimo Rossi Il Vicepresidente Enrico Trapassi