15 maggio 2009

Soldi pubblici buttati al vento.


Roccaromana. Dopo gli ospedali di San Bartolomeo in Galdo e Sant’Agata dè Goti in provincia di Benevento, è la volta dell’ ospedale casertano di Roccaromana. Costruita una nuova ala, arredato, munito di nuove apparecchiature, la Regione lo ha chiuso e abbandonato, senza alcun tipo di sorveglianza. Depredato e distrutto da ladri e vandali
“ABBIAMO L’OSPEDALE CHIUSO (dopo la ristrutturazione) PIU’ SACCHEGGIATO D’ITALIA” . Il sindaco Anna De Simone: “In questi anni -mi sono battuta per trovare una soluzione: non mi arrendo, continuerò la mia battaglia nella speranza di riconvertire il tutto in uno strategico polo specialistico” . Paradosso e beffa: Terminata di costruire una nuova ala del nosocomio, i vertici della sanità campana(con la legge regionale n.2, applicata con vigoria in un territorio disagiato, in quanto appartenente a Comunità Montana) hanno deciso di chiudere l’ospedale(lasciando allo sbando circa 45mila utenti) che ha un numero di telefono attivo che toglie il sonno ad una famiglia del comprensorio. “Oltre al danno, anche la beffa- racconta Marilena Mone, studentessa universitaria. Al nostro numero di telefono fisso arrivano giorno e notte(persino all’una di notte) telefonate di utenti convinti di parlare con il centralino dell’ospedale di Roccaromana, l’ospedale che non funziona- più saccheggiato d’italia. Ci si è messo anche il gestore telefonico che ha lasciato attivo il numero di telefono dell’ospedale, assegnando incredibilmente l’utenza pubblica) a noi- che pur protestando vibratamente (con Telecom) ci siamo sentiti dire: “Se vuole cambiare numero deve pagare!” . Costruito, razziato, smontato a pezzi e portato via! Benvenuti nell’ospedale di Roccaromana. L’ospedale più razziato e saccheggiato d’Italia. Uno scandaloso esempio di spreco di soldi pubblici, nella morente sanità campana- che da una parte butta ciecamente soldi alle ortiche, mentre dall’altra, spesso- non riesce a garantire nemmeno le garze nei pronto soccorso di alcune strutture ospedaliere. Ospedale di Roccaromana, la vergogna è servita. L’abbandono, l’incuria, il degrado, visibile già dall’esterno. I rovi attecchiti alla struttura. A spiccare una nuova ala- con nuovi reparti, costruita e arredata. Prima di chiuderlo erano state costruite nuove sale operatorie dotate di attrezzature di ultima generazione. I quarantacinquemila utenti, gongolavano alla vista del nuovo edificio, quindi dell’ospedale ampliato e ristrutturato. A pochi giorni dall’inaugurazione la beffa e il conseguente attapiramento della gente. La follia politica campana chiude l’ospedale, lasciandolo in balia di vandali e ladri, che portano via quasi tutto. Miliardi delle vecchie lire in fumo. Scenario d guerra all’interno dell’ospedale più razziato del Bel Paese. Il conflitto tra sciiti e sunniti, qui non c’entra. Ladri e vandali hanno razziato, saccheggiato e distrutto un bene pubblico- costruito con i soldi dei cittadini. Un girone infernale, “un cadavere in avanzato stato di decomposizione”(l’ospedale), depredato di ogni organo vitale utile e devastato da incursioni vandaliche al limite dell’umana immaginazione. Vetri rotti ovunque. Ladri accanitisi contro l’ ospedale, lasciato irresponsabilmente solo, ferito a morte. Portato via tutto il possibile. Attrezzature, porte, cardini, finestre, marmi, mattonelle, pignatte, antichi portali e scale del vecchio edificio, igienici sradicati, manichette antincendio, fili elettrici, plafoniere. In fase di smontaggio persino l’ascensore. La lavanderia, munita di tre grandi lavatrici e la grande e costosa caldaia, resistite al saccheggio. Nell’ala vecchia, pure incendiata- quel che rimane del pronto soccorso, laboratorio analisi, sale operatorie, medicinali scaduti, sostanze chimiche che fuoriescono da centinaia di scatol di cartone. Macchinari ammucchiati: uno sfigmomanometro, una incubatrice, un ecografo, attrezzature del reparto di radiologia. Anna De Simone, sindaco da cinque anni di Roccaromana, si batte da anni per l’ospedale, spera in un riadattamento- riconversione della struttura. “Il nostro era un ospedale che serviva un vasto bacino d’utenza. Un location strategica, che garantiva il diritto alla salute a migliaia di utenti, ora costretti a fare decine e decine di km per raggiungere l’ospedale più vicino, spesso rischiando la vita. Determinante, quindi, il funzionamento di questo ospedale(ndr.di quello che resta) , in considerazione che il nostro territorio fa parte della Comunità Montana: qui da noi i servizi andrebbero rafforzati, non eliminati. In questi anni, mi sono battuta per trovare una soluzione- continuerò la battaglia nella speranza di riconvertire il tutto in polo specialistico. La struttura c’è, l’arrivo di imprenditori privati potrebbe far diventare la mia idea realtà” . Ma l’ospedale che non c’è- rimasto sulla carta- non fa dormire sonni tranquilli ad una famiglia del posto. “Oltre al danno, anche la beffa- racconta Marilena Mone, studentessa universitaria. Al nostro numero fisso arrivano giorno e notte(persino all’una di notte) telefonate di utenti convinti di parlare con il centralino dell’ospedale di Roccaromana, l’ospedale chiuso appena conclusa la ristrutturazione, il più saccheggiato d’Italia. Ci si è messo anche il gestore telefonico che ha lasciato attivo il numero di telefono dell’ospedale, assegnando incredibilmente l’utenza pubblica) a noi- che pur protestando vibratamente (con Telecom) ci siamo sentiti dire: “Se vuole cambiare numero deve pagare!” Una beffa, a questo punto diventata tripla per la famiglia della studentessa. Non hanno più l’ospedale, li chiamano in tutte le ore per l’ospedale, e la Telecom pretende soldi per cambiare il numero. E ogni volta che arriva la telefonata di chi crede di chiamare l’ospedale, la ferita si riapre. Tutto questo per l’ospedale fantasma.

Giuseppe Sangiovanni