07 marzo 2009

Allarme usura per le imprese del Sud.


Piedimonte Matese. La grave crisi economica e finanziaria che si sta producendo su scala internazionale e la conseguente recessione economica sta ampliando il divario tra le regioni meridionali e quelle settentrionali del nostro Paese e rischia di trascinare le imprese del Mezzogiorno nella morsa dell’usura ed, in ultima istanza, della criminalità organizzata.
L’allarme, già lanciato da Antonello Montante delegato del presidente di Confindustria per i rapporti con le istituzioni sul territorio è emerso da “Check up Mezzogiorno” una guida aggiornata alla lettura dei principali indicatori economici e sociali territoriali, curata dal Comitato Mezzogiorno di Confindustria e dall’IPI (Istituto per la Promozione Industriale).
Campania, Lazio e Sicilia, sono le regioni in cui si concentra un terzo dei commercianti coinvolti, ma, se si considera il rapporto usura-numero di esercizi presenti nel territorio, è la Calabria a primeggiare nella speciale classifica del più alto indice di rischio usura.
“Come eurodeputato e Vice Presidente della Commissione ITRE ( Industria, Telecomunicazioni, Ricerca ed Energia ) – ha affermato l’On. Aldo Patriciello (nella foto)– esprimo profonda preoccupazione per lo scenario che va delineandosi nell’immediato futuro. Il rischio che, attraverso l’usura, la criminalità organizzata possa impadronirsi della proprietà e del know-how delle Pmi è reale ed assai elevato, e nessuna regione del sud, quindi anche il Molise, deve sentirsi indenne da questo pericolo.
Va elevata la soglia di guardia e vanno promosse e fortemente sostenute, soprattutto in un momento tanto difficile per l’economia nazionale e mondiale, politiche di accesso agevolato al credito indirizzate a fronteggiare le esigenze di liquidità aziendale delle Pmi in difficoltà. E’ necessario quindi garantire un adeguato livello di credito all’economia reale.
Il nostro Governo è stato tra i primi in Europa a mettere in “sicurezza” le banche e a spronare più volte gli istituti di credito affinché non rallentino l’erogazione del credito alle imprese ed alle famiglie
Il rapporto tra usurato e usuraio – ha poi proseguito l’On. Patriciello - non è una questione privata tra una vittima ed un carnefice, l’usura danneggia gravemente il tessuto economico. Il denaro sporco inquina irreparabilmente il mercato . Allora occorre un impegno di tutti per smascherare le reti usuraie e metterle in condizioni di non nuocere.
E’ necessario promuovere iniziative volte a contenere la diffusione dei fenomeni criminosi dell’usura, di incrementare gli strumenti di sostegno delle PMI in momentanea difficoltà e di rendere più proficuo il rapporto tra banche.Il nostro Mezzogiorno – ha infine concluso l’On. Patriciello - deve fare appello alle sue forze migliori e più vitali per poter fronteggiare al meglio le sfide della modernità e della competizione economica internazionale nella consapevolezza che solo attraverso un potenziamento della collaborazione tra banche, associazioni di imprenditori e Confindustria potremmo venire a capo di questo fenomeno che lede in modo assai grave la libertà degli operatori economici, gli equilibri del mercato e mina fortemente la permanenza delle normali regole sulla concorrenza”


Pietro Rossi