25 giugno 2008

La Morte di Carnevale a Pratella. Festa di unione e diffusione di arte e cultura popolare.


Pratella. Lungo gli attraenti versanti del Matese, sorge Pratella un piccolo borgo che domenica scorsa ha ospitato un singolare e coinvolgente evento artistico che di sicuro ha appassionato tutti coloro che vi hanno partecipato Il giovane artista, o "artigiano" come con eccessiva semplicità ama definirsi, Salvatore Troiano, ha ideato una "festa di unione e diffusione di arte e cultura popolare" che l'intelligente organizzatore ha voluto provocatoriamente titolare "La morte di Carnevale". Un evento di "arte compresente", unico nel suo genere (speriamo che sia solo l'inizio!), infatti sono intervenuti grandi ceramisti come l'inglese Terry Davies e il toscano Alberto Cavallini, maestri di guarattelle (burattini), interpreti del "teatro fragile" come Puffo e Selvaggia che canteranno accompagnandosi con organetto e tammorra. E’ stata presentata poi "l'arte con figurazioni" con l'esibizione di bravi artisti di strada, gli affermati interpreti della ceramica laurentina dell'Associazione Giustiniani e per completare si sono esibiti un cantore di musica popolare come Abele Leonardo ed altri artisti di cultura popolare, a tutto ha fatto da sfondo la "semplice" ed "incisiva" arte di Sasi, come gli amici chiamano simpaticamente l'artista napoletano che ha esposto una selezione di alcune sue opere, all'incirca 30 pezzi. In questa occasione Sasi, che è soprattutto uno scultore (ma non solo!), ha vestito anche l'inedito ruolo di organizzatore, volendo testimoniare attraverso il titolo della rassegna che le tradizioni popolari come anche quelle artistiche possono soccombere se non costantemente rinverdite da iniziative opportune e costanti. Salvatore Troiano plasma una materia antica e viva come la creta che tra le sue mani si anima dando vita a sculture che vengono modellate seguendo tecniche secolari perfezionate da maestri del Settecento napoletano come Sammartino. Egli realizza opere d'arte a cui ancora oggi, non riconosciamo la giusta dimensione artistica rinchiudendole, troppo frettolosamente, nell'alveo presepiale. E' la "maschera" di Pulcinella il riferimento costante di Sabbatore, colta in una moltitudine di stati d'animo che appassionano l'attento osservatore, coinvolgendolo emotivamente in un'esperienza sorprendente che lo costringe a penetrare nella nostra storia, invitandolo a fare i conti con particolari ma istintive movenze e contorsioni del corpo che di volta in volta colpiscono per la loro asprezza, gaiezza, dolore o gioia.Le opere che sono state esposte a Pratella, si tratti dei Pulcinella o di altre figure, colpiscono per il loro naturalismo, l'artista napoletano sa dare anima profonda alle sue opere, sia che rappresenti "un popolano" , "un moro", un "pazzariello" o proponga stati d'animo come "la gioia" o "l'arraggia", riesce comunque a forgiare dei personaggi che con le loro nodosità e spigolosità, rappresentano un mondo ed una vita verso i quali l'autore prova un misto di nostalgia e di pietà. Sasi con insistenza e rammarico sostiene, non a torto, che la tradizione artistica di cui si considera erede si sta lentamente perdendo, rattristandosi per lo scarso interesse e la poca passione degli amministratori e degli organizzatori culturali nei confronti di un filone della storia dell’arte meridionale da sempre molto apprezzata da appassionati e collezionisti. L'iniziativa culturale di Pratella è stata un'occasione per riflettere con attenzione sul preoccupante stato di precarietà culturale che sta caratterizzando i nostri tempi.

Fonte: tabularasa eventi