31 agosto 2024

GREST: LATO B

PIEDIMONTE MATESE *- Durante questa estate che volge al termine tutti avete sentito parlare dei GREST parrocchiali, luoghi di incontro, dove bambini di ogni età e personalità trascorrono le torride giornate estive seguiti da equipe di altrettanti 

operatori parrocchiali, giovani, ragazzi e animatori. Ieri sera, presso l’Oratorio Domenico Savio, si è svolta la festa conclusiva del GREST organizzato dall’Unità Pastorale di Piedimonte Matese a cui ha partecipato anche Mons. Giacomo Cirulli Vescovo delle Diocesi di Alife-Caiazzo, Teano-Calvi e Sessa Aurunca. Momenti di preghiera, canti, balli e recitazione hanno suggellato il 

successo anche di questa edizione del GREST che ha visto protagonisti le tre Comunità Parrocchiali di Piedimonte Matese. Tutti vedono il lato esteriore del GREST e raccontano di quello che si fa, ma pochi sanno che cosa c’è realmente dietro questo evento (il cosiddetto lato B) una grossa macchina organizzativa che 

ha coinvolto le intere Comunità Parrocchiali di Ave Gratia Plena, Santa Maria Maggiore e San Marcello di Sepicciano. Organizzare un GREST per una Parrocchia è veramente un lavoro estenuante, organizzarlo per una Unità Pastorale (le tre 

Parrocchie di Piedimonte Matese) significa ore e ore di lavoro per pianificare e gestire un'attività estiva rivolta a tanti bambini e ragazzi, che di solito svolgevano nelle proprie parrocchie.  Plasmare un programma di attività che include giochi, laboratori, momenti di preghiera e riflessione, 

escursioni e eventi speciali bilanciando attività ludiche con momenti di approfondimento spirituale. Inoltre bisogna organizzare i luoghi in cui si svolge il GREST, stabilire le necessità logistiche (spazi, materiali, attrezzature). In sintesi le due 

settimane di GREST negli Oratori di Piedimonte Matese, la mattina presso quello di San Filippo Neri e la sera presso quello di San Domenico Savio, si possono riassumere con le seguenti parole: polvere, sudore, musica, merende, giochi, acqua, catechesi, preghiera, magliette, gioia, stanchezza, 

gratitudine. I tre Parroci Don Massimiliano Giannico, Don Armando Visone e Don Emilio Meola hanno guidato la grande macchina organizzativa, tanti ragazzi, pronti a servire i più piccoli, oltre 100 bambini, felici di giocare e di ascoltare la parola di Dio e anche tanti operatori parrocchiali capaci di accudirli come figli. Per dare 

meglio l’idea del “Lato B”, cioè di quello che c’è dietro l’organizzazione di un GREST, ho chiesto ad alcune persone dello STAFF di descriverci in breve l’esperienza vissuta al GREST.

-      Credo che aldilà dei giochi e del numero delle attività ricreative, il Grest permette la crescita personale di ogni singolo “grestino” 


che attraverso lo svago acquisisce e consolida valori quali quelli del sacrificio, dell’amicizia, del prendersi cura dell’altro, del rispetto delle regole. Inoltre il lavoro di noi animatori non è soltanto a senso unico, noi infatti non doniamo soltanto affetto, tempo e pazienza, ma al tempo stesso, riceviamo l’amore e l’ammirazione di moltissimi bambini che vedono in noi i modelli da imitare e superare. Anche se non sono stata sempre perfetta, sono felice di essere ricordata positivamente da molti bambini e di essere riuscita ad esprimere la parte migliore di me. Quest’esperienza ormai al termine la porterò per sempre con me, vivendola negli occhi e ricordandola nel cuore.

-   “Al termine di questa impresa credo che la cosa che maggiormente resta sia la gratitudine. Una città di relazioni e di soggetti i più differenti che condividono spazi e tempi ciascuno portando un bagaglio di gioie e di dolori, di incertezze e timori che rendono la miscela GREST esplosiva, umanamente parlando. Ecco allora la gratitudine: per quello che abbiamo sperimentato e per quello che, certamente, continuerà ad operare, perché i semi gettati, germoglieranno.”

Personalmente non troverò mai le parole giuste per descrivere cosa è stato per me il GREST, che esprimano veramente l’esperienza vissuta. In queste due settimane mi sono spesso messo da parte per osservare i sorrisi dei bambini e la gioia nei volti degli animatori, per portarli come ricordo negli anni futuri. Il 

GREST è la vera testimonianza che “Servire è regnare”, che ciò che si fa per amore, per altri, vale più di qualsiasi cosa. Riporterò ogni abbraccio, e ogni risata, e ogni pianto perché infondo il GREST non è solo giocare, è qualcosa di più, ed è questo quello che fa la differenza. 

Ho voluto raccontare questa esperienza, che ho avuto il piacere di vivere insieme a tanti Operatori Parrocchiali dello Staff, per far capire che realmente non è facile essere un “Adulto responsabileperché i giovani hanno bisogno di adulti che si facciano loro compagni nel cammino tutto in salita verso la scoperta della propria identità e del proprio posto nella 

vita. Durante il GREST si deve ricordare tutto, sapere sempre cosa c’è da fare, e si deve anche essere capaci di motivare gli altri animatori, spronarli, o richiamarli se sbagliano. Agire come una mamma o un papà che si prende cura dei figli, preparare la merenda, mettere un 

cerotto su una “feritina” o consolare il proprio figlio caduto come si fa a casa, così è stato fatto, ma in una famiglia allargata, con 100 figli che sono lì a giocare, pregano e stanno insieme. È vero che c’è più gioia nel dare che nel ricevere ma è anche vero che abbiamo 

ricevuto tanto. Seppur siamo noi, nel nostro servizio ad accogliere e prenderci cura dei ragazzi, sono loro, bambini e animatori i primi a dimostrarci l’amore gratuito di Gesù, con un buongiorno, un abbraccio o una chiacchiera.
Pietro Rossi

* componente Staff del GREST