PIEDIMONTE MATESE *- Durante
questa estate che volge al termine tutti avete sentito parlare dei GREST
parrocchiali, luoghi di incontro, dove bambini di ogni età e
personalità trascorrono le torride giornate estive seguiti da equipe di
altrettanti
operatori parrocchiali, giovani, ragazzi e animatori. Ieri sera,
presso l’Oratorio Domenico Savio, si è svolta la festa conclusiva del GREST
organizzato dall’Unità Pastorale di Piedimonte Matese a cui ha partecipato
anche Mons. Giacomo Cirulli Vescovo delle Diocesi di Alife-Caiazzo, Teano-Calvi
e Sessa Aurunca. Momenti di preghiera, canti, balli e recitazione hanno
suggellato il
successo anche di questa edizione del GREST che ha visto
protagonisti le tre Comunità Parrocchiali di Piedimonte Matese. Tutti vedono il
lato esteriore del GREST e raccontano di quello che si fa, ma pochi sanno che
cosa c’è realmente dietro questo evento (il cosiddetto lato B) una
grossa macchina organizzativa che
ha coinvolto le intere Comunità Parrocchiali
di Ave Gratia Plena, Santa Maria Maggiore e San Marcello di
Sepicciano. Organizzare un GREST per una
Parrocchia è veramente un lavoro estenuante, organizzarlo per una Unità
Pastorale (le tre
Parrocchie di Piedimonte Matese) significa ore e ore di
lavoro per pianificare e gestire un'attività estiva rivolta a tanti bambini e
ragazzi, che di solito svolgevano nelle proprie parrocchie. Plasmare un programma di attività che include
giochi, laboratori, momenti di preghiera e riflessione,
escursioni e eventi
speciali bilanciando attività ludiche con momenti di approfondimento
spirituale. Inoltre bisogna organizzare i luoghi in cui si svolge il GREST,
stabilire le necessità logistiche (spazi, materiali, attrezzature). In sintesi le due
settimane di GREST negli Oratori di
Piedimonte Matese, la mattina presso quello di San Filippo Neri e la sera
presso quello di San Domenico Savio, si possono riassumere con le seguenti
parole: polvere, sudore, musica, merende, giochi, acqua, catechesi, preghiera,
magliette, gioia, stanchezza,
gratitudine. I tre Parroci Don Massimiliano
Giannico, Don Armando Visone e Don Emilio Meola hanno guidato
la grande macchina organizzativa, tanti ragazzi, pronti a servire i più
piccoli, oltre 100 bambini, felici di giocare e di ascoltare la parola di Dio e
anche tanti operatori parrocchiali capaci di accudirli come figli. Per dare
meglio l’idea del “Lato B”, cioè di quello che c’è dietro l’organizzazione
di un GREST, ho chiesto ad alcune persone dello STAFF di descriverci in breve l’esperienza
vissuta al GREST.
- “Credo che aldilà dei giochi e del numero delle attività ricreative, il Grest permette la crescita personale di ogni singolo “grestino”
che attraverso lo svago acquisisce e consolida valori
quali quelli del sacrificio, dell’amicizia, del prendersi cura dell’altro, del
rispetto delle regole. Inoltre il lavoro di noi
animatori non è soltanto a senso unico, noi infatti non doniamo soltanto
affetto, tempo e pazienza, ma al tempo stesso, riceviamo l’amore e
l’ammirazione di moltissimi bambini che vedono in noi i modelli da imitare e
superare. Anche se non sono stata sempre perfetta, sono felice
di essere ricordata positivamente da molti bambini e di essere riuscita ad
esprimere la parte migliore di me. Quest’esperienza ormai al termine la porterò
per sempre con me, vivendola negli occhi e ricordandola nel cuore.”
- “Al termine
di questa impresa credo che la cosa che maggiormente resta sia la gratitudine. Una
città di relazioni e di soggetti i più differenti che condividono spazi e tempi
ciascuno portando un bagaglio di gioie e di dolori, di incertezze e timori che
rendono la miscela GREST esplosiva, umanamente parlando. Ecco allora la gratitudine:
per quello che abbiamo sperimentato e per quello che, certamente, continuerà ad
operare, perché i semi gettati, germoglieranno.”
Personalmente non troverò mai le
parole giuste per descrivere cosa è stato per me il GREST, che esprimano veramente
l’esperienza vissuta. In queste due settimane mi
sono spesso messo da parte per osservare i sorrisi dei bambini e la gioia nei
volti degli animatori, per portarli come ricordo negli anni futuri. Il
GREST è
la vera testimonianza che “Servire è regnare”, che ciò che si fa per
amore, per altri, vale più di qualsiasi cosa. Riporterò ogni abbraccio, e ogni risata, e ogni pianto perché infondo il GREST
non è solo giocare, è qualcosa di più, ed è questo quello che fa la differenza.
Ho voluto raccontare questa esperienza, che ho avuto il piacere
di vivere insieme a tanti Operatori Parrocchiali dello Staff, per far capire
che realmente non è facile
essere un “Adulto responsabile” perché
i giovani hanno bisogno di adulti che si facciano loro compagni nel cammino
tutto in salita verso la scoperta della propria identità e del proprio posto
nella
vita. Durante il GREST si deve ricordare tutto,
sapere sempre cosa c’è da fare, e si deve anche essere capaci di motivare gli
altri animatori, spronarli, o richiamarli se sbagliano. Agire come una mamma o un papà che si prende cura dei figli, preparare
la merenda, mettere un
cerotto su una “feritina” o consolare il proprio figlio
caduto come si fa a casa, così è stato fatto, ma in una famiglia allargata, con
100 figli che sono lì a giocare, pregano e stanno insieme. È vero che c’è più gioia nel dare che nel
ricevere ma è anche vero che abbiamo
ricevuto tanto. Seppur siamo noi, nel
nostro servizio ad accogliere e prenderci cura dei ragazzi, sono loro, bambini
e animatori i primi a dimostrarci l’amore gratuito di Gesù, con un buongiorno,
un abbraccio o una chiacchiera.
Pietro Rossi
* componente Staff del GREST